Baarìa, il film di Tornatore odiato dagli animalisti: ecco perché

Baarìa, il film di Tornatore odiato dagli animalisti: ecco perché
di

Giuseppe Tornatore si attirò una discreta dose di antipatie con l'uscita di Baarìa, per motivi che però ben poco avevano a vedere con la qualità del film con Margareth Madè: a dar vita ad una rumorosa protesta nei confronti del regista furono infatti gli animalisti italiani, profondamente scossi da una sequenza abbastanza dura da digerire.

Qualunque spettatore di Baarìa ricorderà sicuramente la scena in cui una mucca viene uccisa perché la protagonista possa berne il sangue traendone alcuni effetti benefici: ebbene, la mucca in questione era vera e fu davvero uccisa tramite l'utilizzo di un punteruolo durante le riprese del film.

La cosa avrebbe causato non pochi problemi di tipo legale a Tornatore in Italia, per cui il regista decise di girare la scena in Tunisia allo scopo di non incorrere in sanzioni di alcun tipo: un gesto che, ovviamente, non risparmiò la produzione dalle aspre critiche prontamente arrivate dal movimento animalista (e non solo).

"Perché Tornatore, volendo rappresentare un atto efferato dell'epoca rappresentata nel film, non ha scelto di utilizzare degli effetti speciali? Perché realizzare in Tunisia una scena che in Italia sarebbe considerata maltrattamento secondo il Codice penale poiché effettuata senza stordimento e al di fuori di un macello autorizzato, fuori dal quale un bovino non può essere abbattuto?" chiese la Lega Anti Vivisezione in un comunicato in cui la scena veniva definita "raccapricciante e cruenta".

Decisamente non la migliore delle pubblicità per il film che quell'anno fu selezionato dall'Italia come possibile candidato agli Oscar! Per saperne di più, intanto, qui trovate la nostra recensione di Baarìa.