Ana de Armas finisce al centro di una causa legale per colpa di un trailer 'bugiardo'

Ana de Armas finisce al centro di una causa legale per colpa di un trailer 'bugiardo'
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Dopo le controversie suscitate da Blonde, la superstar cubana Ana de Armas si è ritrovata suo malgrado al centro di una causa legale che ha colpito la Universal Pictures in merito ad un trailer promozionale del film del 2019 Yesterday, dedicato alla musica dei Beatles.

Gli Universal Studios sono stati infatti citati in giudizio da due fan di Ana de Armas che sostengono che il trailer del film abbia fatto della 'pubblicità ingannevole', travisando il ruolo dell'attrice all'interno della produzione. I due fan infatti hanno deciso di acquistare il film proprio per godersi la performance della loro star preferita, che nel filmato promozionale appariva per un periodo considerevole, cosa che li ha spinti a credere che sarebbe stata un personaggi centrale della storia. Tuttavia, durante la visione del film, è arrivata la brutta sorpresa: Ana de Armas da Yesterday è stata tagliata completamente.

I due fan, Conor Woulfe del Maryland e Peter Michael Rosza della contea di San Diego, in California, hanno pagato $3,99 su Amazon Prime, e adesso hanno portato il loro caso in tribunale dichiarando che il trailer li abbia indotti a comprare il film con l'inganno. E la loro richiesta ha avuto ascolto, perché in queste ore un giudice federale ha sentenziato che gli studi cinematografici possono essere citati in giudizio ai sensi delle leggi sulla pubblicità ingannevole se rilasciano trailer con informazioni false relative ai film sponsorizzati; tuttavia, questa sentenza secondo gli Universal Studios va contro la protezione che i trailer hanno ai sensi dei diritti del Primo Emendamento. Secondo Variety, gli avvocati dello studio hanno affermato che il trailer a sé stante è un "lavoro artistico ed espressivo" che racconta una storia di 3 minuti per trasmettere i temi del film e quindi non dovrebbe essere considerato da un punto di vista commerciale.

Tuttavia, il giudice distrettuale degli Stati Uniti Stephen Wilson è tornato sulla vicenda per dire: “Universal ha ragione sul fatto che i trailer implicano una certa creatività e discrezione editoriale, ma questa creatività non deve superare la natura commerciale del prodotto. Fondamentalmente, un trailer è una pubblicità progettata per vendere un film fornendo ai consumatori un'anteprima dello stesso".

Vi ricordiamo che Blonde è disponibile su Netflix: se lo avete perso, cliccate sul link evidenziato per trovare 5 ottimi motivi per recuperarlo.