Alice in Wonderland. Christopher Lee legge "Jabberwocky" di L.Carroll.

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Il poemetto nonsense "Jabberwocky", scritto da Lewis Carroll all'interno di "Attraverso lo Specchio e quello che Alice vi trovo" è una delle sfide linguistiche più ardue che esistano, piena di parole-macedonia (ovvero una parola formata dalla fusione di due parole diverse che, il più delle volte, devono avere almeno un segmento (fonema o lettera) in comune.
Nel film, il tutto è stato svilito a semplice pretesto per una storiella a base di predestinazione. Per fortuna che il leggendario Christopher Lee, che in originale da la voce proprio al Jabberwocky, con la sua lettura del poemetto fatta alla The British Library restituisce la giusta dignità allo scritto di Carroll. Lo potete vedere tramite la pagina Facebook Ufficiale inglese di Alice in Wonderland. Di seguito, il testo originale del poemetto e la traduzione in italiano.

'Twas brillig, and the slithy toves Did gyre and gimble in the wabe; All mimsy were the borogoves, And the mome raths outgrabe. "Beware the Jabberwock, my son! The jaws that bite, the claws that catch! Beware the Jubjub bird, and shun The frumious Bandersnatch!" He took his vorpal sword in hand: Long time the manxome foe he sought— So rested he by the Tumtum tree, And stood awhile in thought. And as in uffish thought he stood, The Jabberwock, with eyes of flame, Came whiffling through the tulgey wood, And burbled as it came! One, two! One, two! and through and through The vorpal blade went snicker-snack! He left it dead, and with its head He went galumphing back. "And hast thou slain the Jabberwock? Come to my arms, my beamish boy! O frabjous day! Callooh! Callay!" He chortled in his joy. 'Twas brillig, and the slithy toves Did gyre and gimble in the wabe; All mimsy were the borogoves, And the mome raths outgrabe.

E la celebre traduzione italiana di Milli Graffi adoperata anche per il film:

Era cerfuoso e i viviscidi tuoppi Ghiarivan foracchiando nel pedano: Stavano tutti mifri i vilosnuoppi, Mentre squoltian i momi radi invano. «Rifuggi il Ciciarampa, figliuol mio! Ganascia sgramia e artiglio scorticante! Sfuggi all'uccello Ciciacià, perdio. Guardati dal Grafobrancio ch'è friumante!» La spada bigralace ei strinse in pugno; L'omincio drago cominciò a cercare - Infin che stanco sotto il pin Tantugno, Fermossi un poco per poter posare. E mentre egli broncioso ponderava, Il Ciciarampa come d'ira spinto, Sbruffando sortì fuor dalla sua cava, Di schiuma e bava sbiascico e straminto. L'un colpo appresso all'altro si raddoppia: Scric-scrac trinciava il bigralace brando! Lo lasciò morto, e la sua testa moppia A casa riportava galonfando. «Il Ciciarampa! E lo uccidesti tu? Ti stringo al petto, mio solare figlio! O gioiglorioso giorno! Ippioh! Ippiuh!» Ansante, ei ridonchiava in suo giupiglio! Era cerfuoso e i viviscidi tuoppi Ghiarivan foracchiando nel pedano: Stavano tutti mifri i vilosnuoppi, Mentre squotian i momi radi invano.

Alice in Wonderland. Christopher Lee legge 'Jabberwocky' di L.Carroll.