Addio al regista Miloš Forman, Oscar per Qualcuno volò sul nido del cuculo e Amadeus

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Si è spento nel Connecticut, dopo una breve malattia, il regista ceco Miloš Forman. Aveva 86 anni. A darne l'annuncio è stata la moglie:"Se n'è andato silenziosamente, circondato dalla sua famiglia e dagli affetti più stretti". Forman è stato uno dei cineasti più importanti degli ultimi quarant'anni, firmando la regia di titoli passati alla storia.

Nativo di Cáslav, nell'allora Cecoslovacchia, Miloš Forman visse un'infanzia travagliata. Genitori vittime dei campi di concentramento nazisti, rimase orfano a dodici anni e venne affidato agli zii, prima di scoprire di essere il figlio di un architetto, con il quale la madre aveva avuto una relazione.
Amante del cinema di Charlie Chaplin e Buster Keaton, Forman studiò cinema all'università di Praga e ben presto si fece notare con i suoi primi lavori, che riscossero sin da subito numerosi elogi dalla critica, che ne apprezzava lo sguardo arguto e ironico: dall'esordio in bianco e nero con L'asso di picche nel 1964 al dramma sentimentale Gli amori di una bionda, aperto e chiuso sulle note di Nessuno mi può giudicare di Caterina Caselli, e candidato all'Oscar come miglior film straniero.
Dall'Europa si trasferì negli Stati Uniti e affrontò il rapporto tra genitori e figli nel corrosivo Taking Off, prima di firmare, quattro anni più tardi, uno dei suoi capolavori: Qualcuno volò sul nido del cuculo, tratto dall'omonimo romanzo di Ken Kesey; un affresco inquietante sulla realtà dei manicomi americani negli anni '70 e un viaggio negli abissi della malattia mentale. Il film vinse cinque premi Oscar, fra cui quello al miglior film, al miglior attore protagonista (Jack Nicholson), alla miglior attrice protagonista (Louise Fletcher) e alla miglior regia per Forman.
Dopo aver diretto il musical Hair (1979) e Ragtime (1981), incentrato sul Proibizionismo, nel 1984 girò l'altro suo cavallo di battaglia. Amadeus, trasposizione su grande schermo dell'omonimo spettacolo teatrale di Peter Shaffer, che racconta la vita seppur romanzata, tutta genio e sregolatezza, del celebre compositore austriaco, interpretato da Tom Hulce, e del tormentato rapporto con il rivale Salieri (F. Murray Abraham). Un kolossal d'altri tempi e un successo straordinario, capace di portare a casa otto premi Oscar, tra cui miglior film e miglior regia. Dopo aver diretto Valmont (1989), che rivisita il romanzo Le relazioni pericolose, si allontanò per qualche anno dal grande schermo, tornando nel 1996 per raccontare la bizzarra vita dell'imprenditore Larry Flynt in Larry Flynt - Oltre lo scandalo, con protagonista Woody Harrelson, con cui vinse l'Orso d'Oro a Berlino.
Tornò al grande successo nel 1999, con il ritratto cinematografico del comico Andy Kaufman, interpretato magistralmente da Jim Carrey, in Man on the Moon, con la notevole colonna sonora dei R.E.M.
L'ultimo film diretto risale al 2006, con lo sfortunato ritratto di Francisco Goya ne L'ultimo inquisitore, dirigendo Javier Bardem e Natalie Portman. Non tornò più dietro la macchina da presa, nonostante diverse voci su progetti in cantiere. Nelle vesti d'attore recitò per l'ultima volta nel 2011, in Les bien-aimés, al fianco di Catherine Deneuve.
Nella sua carriera ha vinto in totale due premi Oscar su cinque nomination e quattro Golden Globes su cinque candidature.