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Speciale Cinema
Michael Keaton: il Batman che forse non riavremo mai più

Ivan Marra
Sylvester Stallone, nel corso della sua lunga carriera, non è mai stato eccessivamente apprezzato per le sue doti recitative o per la qualità dei suoi film, nonostante il rango di cult a cui buona parte di questi sono assurti nel tempo. Innegabile è però anche che, con i suoi ultimi lavori, il buon Sly abbia cercato di aggiustare il tiro.
Sì perché, pur non essendo certamente dei capolavori, i due capitoli di Creed ad esempio hanno messo in mostra una ricercatezza registica sicuramente maggiore che negli episodi storici della saga di Rocky, così come il passare delle primavere sembra aver tirato fuori da Stallone delle capacità attoriali finora inespresse.
Il discorso sembrava potersi applicare anche a questo nuovo attesissimo Rambo: Last Blood, probabile canto del cigno dell'iconico reduce del Vietnam approdato per la prima volta sul grande schermo nel lontano 1982. A giudicare dai primi feedback, però, si prospetta un probabile buco nell'acqua: il punteggio con cui il film diretto da Adrian Grunberg ha esordito su Rotten Tomatoes si ferma infatti ad un poco lusinghiero 47%. Sarà lo specchio del reale valore del film o solo l'eccessiva severità di detrattori e fan vittime di aspettative altissime?
Stallone intanto ha dimostrato di sapersi tenere al passo coi tempi, elogiando lo spettacolo offerto dall'odierno cinema action. Per Rambo: Last Blood Sly ha anche ricevuto gli auguri di un suo celebre collega.
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