13 Hours, ecco perché il film di Michael Bay causò enormi polemiche in Libia

13 Hours, ecco perché il film di Michael Bay causò enormi polemiche in Libia
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Incentrato sugli eventi realmente accaduti nella notte dell'11 settembre 2012, quando un gruppo di militanti islamici prese d'assalto il consolato degli USA a Bengasi, in Liba, 13 Hours: The Secret Soldiers of Benghazi sollevò enormi polemiche ancora prima della sua uscita nelle sale.

Ad ottobre 2015, subito dopo la pubblicazione del trailer ufficiale, il film venne infatti aspramente criticato da diversi membri del Governo Libico tra cui il ministro degli esteri Salah Belnava, che tramite un suo portavoce accusò il regista di avere dipinto gli abitanti del paese come "fanatici e ignoranti". Omar Gawaari, ministro alla cultura e informazione, affermò invece che "il film mostra i soldati americani come eroi, mentre in realtà hanno fallito nel garantire la sicurezza dell'ambasciatore."

L'inesattezza storica e culturale della pellicola venne criticata anche dal filmmaker locale Osama Rezg, che in un'intervista con Deadline si disse deluso di non avere ricevuto una richiesta di aiuto da parte del regista di Transformers. "Anche solo dal trailer, si vede chiaramente che quella non è la Libia, gli attori non sono libici e anche quello che indossano i personaggi non è autentico rispetto a ciò che infosserebbe un libico" dichiarò Rezg. "Vorrei che Michael Bay e la produzione fossero venuti a parlarci. Avremmo potuto aiutarlo. Siamo rimasti tutti rattristiti dalla morte dell'ambasciatore Stevens. Era amato dal popolo libico. Quell'azione non ha aiutato la Libia. Abbiamo tutti pianto per lui. Spero che questo non sia un altro esempio del mondo arabo rappresentato in modo negativo diffondendo un'immagine sbagliata."

Per altri approfondimenti, qui potete trovare nostra recensione di 13 Hours. Vi ricordiamo che Bay è attualmente al lavoro su un remake di Ambulance con protagonista Jake Gyllenhaal.