In una serata a Montreal, una serie di esistenze incrociano per contingenza o fatalità i loro destini. Marie Santerre lavora senza sosta in ospedale e pensa spesso a un figlio che non vede (e non sente) quasi mai. Assieme a lei, fuori dalla sezione di primo soccorso dell'ospedale, si trovano spesso i suoi due amici dell'ambulanza, anche loro gravati dallo stress del lavoro e dalle loro storie personali. Infine c'è Sophie Bernard (Monica Bellucci), un'attrice giunta a Montreal per le riprese di un film, che incrocerà il mondo che si agita attorno all'ospedale Ville-Marie, a causa di un incidente del figlio Thomas - con cui ha un rapporto conflittuale e l'ombra di un grande segreto che li tiene da tempo distanti. Saranno infine proprio le riprese di quel film fortemente autobiografico, kitsch e sopra le righe come in un certo senso la stessa vita di Sophie, a fornire lo spunto e il filo di congiuntura di quel carosello di vite che affiancheranno la loro strada per un breve tratto e attorno alla geometria ospedaliera della Ville-Marie.
Monica Bellucci è l'attrice Sophie Bernard in Ville-Marie, l'opera seconda del regista canadese Guy Édoin: una pellicola che si muove lungo la circolarità del dolore sfruttando la geometria di un ospedale, corridoio emblematico di transizione del dolore.
Ville-Marie
