Alfonso è un vecchio contadino che, dopo diciassette anni, torna dalla sua famiglia per accudire il figlio Gerardo, ora gravemente malato. Al suo ritorno, il protagonista di Un mondo fragile ritrova la donna che era un tempo la sua sposa, la giovane nuora e il nipote che non ha mai conosciuto, ma il paesaggio che lo aspetta sembra uno scenario apocalittico: vaste piantagioni di canna da zucchero circondano la casa e un’incessante pioggia di cenere, provocata dai continui incendi per lo sfruttamento delle piantagioni, si abbatte su di loro. L’unica speranza per tutti è andare via, ma il forte attaccamento a quella terra rende le cose più difficili. Dopo aver abbandonato la sua famiglia per tanti anni, Alfonso ora cercherà di salvarla.
Cesar Augusto Acevedo raggiunge l'Expo di Milano per raccontare la storia del suo film, figlio della Legge sul Cinema che in Colombia ha rivoluzionato il modo di raccontare storie e incentivato la produzione di contenuti digitali
Dalla Colombia un'opera potente che scandaglia l'animo umano e le sue fragilità così come le viscere di un rapporto inscindibile con la terra e le proprie origini: un'opera prima sorprendente che lascia impresso il nome del giovane regista Acevedo.
27 anni, un premio rivelazione Visionary Award, un premio del pubblico al Grand Rail D'Or, un premio nuovi autori al SACD Award: Cesar Augusto Acevedo arriva il prossimo 24 settembre al cinema con La tierra y la sombra, in Italia distribuito come Un mondo fragile, il suo film d'esordio sul grande schermo distribuito da Satine Film.