Ne Le invasioni barbariche Remy Girard, un professore di storia dai trascorsi libertini, si scopre affetto da un tumore incurabile, con aspettative di vita ridotte a massimo un paio di settimane. L'ex-moglie Louise chiede al figlio Sebastian, uomo d'affari da anni residente a Londra, di andare a trovare il padre (con il quale ha un rapporto turbolento) morente nel natio Canada. Scoperte le gravi condizioni di salute del genitore e nonostante qualche incertezza, Sebastian decide di radunare intorno all'uomo gli amici di una vita, in modo da rendere più sereno il suo trapasso. Inoltre paga funzionari e infermieri dell'ospedale affinché Remy abbia una stanza tutta per sé dove trascorrere gli ultimi giorni e si mette in contatto con l'amica d'infanzia Nathalie, dipendente dalla droga, affinché rifornisca il malato di dosi di eroina per alleviare i forti dolori dei quali è vittima. In questo commiato al mondo di una personalità così controversa e impulsiva, il gruppo di vecchi compagni avrà modo di ritrovare la sintonia della gioventù.
Con Le invasioni barbariche, secondo capitolo della sua trilogia dell'esistenza, il regista canadese Denys Arcand firma un'opera scomoda e profonda che scava con lucidità nelle ipocrisie contemporanee.