Recensione Nemico Pubblico N.1 - L'istinto di morte

Il gangster più famoso di Francia arriva al cinema

Recensione Nemico Pubblico N.1 - L'istinto di morte
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Dalla Francia con furore

Che il cinema francese da anni sforni polizieschi d'azione di serie A non è certo una novità. Basterebbe citare il nome di Olivier Marchal, autori di due perle come 36 Quai des Orfèvres e L'ultima missione per rappresentare al meglio la nuova ondata di genere d'Oltralpe, figlia dei cult movies anni '70 di Melville e Deroy, ma aggiornata a uno stile moderno, sia a livello di trama che visivo, memore del migliore Michael Mann. L'occasione qui si è fatta ghiotta quando si è potuto portare sullo schermo il romanzo autobiografico di Jacques Mesrine, gangster che tra gli anni '60 e '70 era considerato il più pericoloso ricercato di Francia. Dopo aver incassato oltre 18 milioni di euro in patria, arriva ora anche in Italia la prima parte di questo dittico diretto da Jean-François Richet (Assault on Precinct 13). Della durata complessiva di circa quattro ore, il film è stato infatti diviso a metà: L'istinto di morte e L'ora della fuga (in uscita il 17 aprile). Una produzione monumentale, tra Francia, Canada e Italia, che non ha niente da invidiare alle sue simili d'oltreoceano, garantendo il giusto connubio tra azione e connotazione drammatica. Ma chi era questo spietato criminale, assunto per un certo periodo anche al ruolo di "celebrità mondana" per il fascino che era in grado di esercitare sull'opinione pubblica?

Rabbia e violenza

La storia inizia con la fine: assistiamo infatti all'esecuzione brutale del protagonista (Vincent Cassel) nel traffico parigino. Si cominciano così a ripercorrere, in una sorta di visione della vita che rivive negli ultimi momenti, gli avvenimenti che hanno condotto a ciò. Veniamo a conoscenza di un giovane Mesrine, soldato della milizia francese in Algeria, che viene espulso per il suo animo ribelle. L'azione si sposta in Francia dove, rifiutato un lavoro onesto e sicuro propostogli dal padre, Jacques si barcamena tra piccoli atti criminosi e avventure amorose. Proprio in una di queste occasioni conosce una giovane spagnola con la quale avrà un figlio. Ma i pericoli del suo mestiere, e la tensione costante che lo permea rendono il rapporto burrascoso e inquieto. Tra le figure chiave della sua vita malavitosa vi è infatti lo spietato Guido (Gerard Depardieu), boss locale, che non esita a proporgli missioni sempre più violente e lo costringe a macchiarsi di sangue in diverse occasioni. In questo modo comincia a farsi un nome nell'"ambiente", e il suo volto diventa conosciuto anche alle forze dell'ordine. Ben presto assume al ruolo di ricercato più famoso di Francia, in compagnia della bella quanto letale Jeanne Schneider (Cécile De France), finchè la polizia non riesce a catturarlo oltre Oceano, a Montreal, dove si era "esiliato" affinchè si calmassero le acque. E il soggiorno in carcere si fa duro per un personaggio così "famoso", mai domo e sempre pronto a cercare ogni via di fuga per ritornare a delinquere.

Come una corda tesa

Questa prima parte, seppur troncando a metà la storia, riesce comunque a dipingere finemente un uomo devastato dalla violenza, in cui è cresciuto e che l'ha inevitabilmente spinto, carattere già irascibile, verso via ancora più brutali. La caratterizzazione di Mesrine non è quella di un eroe della povertà e del decadimento, quanto di un reietto carico di fascino e carisma che non lesina a mostrare per attirarsi simpatie e fantomatici seguaci. Un gangster capace di mettere in ridicolo le forze dell'ordine francesi, assaltando addirittura un carcere di massima sicurezza per liberare i suoi compagni. E proprio questo carattere da combattente indomito, seppur su un percorso negativo e sbagliato, emerge solenne da ogni fotogramma, attraverso sguardi e gestualità di un Vincent Cassel ormai assunto a rango di star internazionale. Sono lontani i tempi di Dobermann, in cui l'attore francese era forse più famoso per essere il marito di Monica Bellucci. Negli ultimi anni il figlio d'arte (suo padre, scomparso recentemente, era Jean-Pierre Cassel, tra i più raffinati e amati interpreti d'Oltralpe) ne ha fatta di strada e ha reso di quel volto carismatico ma vuoto una maschera in grado ammaliare non solo per il suo fascino perverso ma anche grazie a interpretazioni di classe, in cui si getta anima e corpo. I suoi duetti con l'immenso (ormai in ogni senso) Gerard Depardieu sono un vero visibilio per lo spettatore e sicuro valore aggiunto dell'opera. Richet d'altro canto dirige di par suo con mano decisa, garantendo una tensione vibrante che pervade la pellicola per quasi due ore. Le scene d'azione si rivelano coinvolgenti, adducendo il giusto mix tra violenza e carica drammatica, e l'assalto al carcere rimane uno dei picchi del genere degli ultimi anni, proponendo una spettacolarità sobria ed elegante. Le musiche che accompagnano il viaggio maledetto di Mesrine immergono al meglio nel contesto del momento, malinconiche nell'imtimismo e incalzanti nello scatenarsi della furia. Ma è il comparto tecnico in generale a mantenersi costantemente su alti livelli, regalando al pubblico un poliziesco da non perdere. L'unica pecca, non imputabile a nessuno, è la frammentazione della vicenda, che costringe il pubblico ad attendere un mese per vederne la conclusione. Si sa che l'attesa può essere anche dolce, se ne vale la pena.

Nemico Pubblico N.1 - L'istinto di morte Il primo capitolo della vita di Jacques Mesrine è un incalzante poliziesco, con venature thriller e drammatiche di indubbio fascino. Incentrato quasi completamente sulla figura del diabolico personaggio di (un ottimo) Cassel, è un ritratto lucido e passionale sulla vita del più pericoloso criminale di Francia a cavallo tra gli anni '60 e '70. Pur non arrivando a evocarlo come eroe, il regista subisce in parte il Carisma di un uomo vissuto sempre nella violenza. Il film comunque vive di forza propria e ruggisce potente, avvincendo ed emozionando. Se il buongiorno si vede dal mattino...

7.5

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