Recensione Bolt

Bolt, il super cane, in una bizzarra avventura attraverso l'America

Recensione Bolt
Articolo a cura di

Uomo, Cane e Eroe

Cosa fa di un uomo, o meglio, di un cane un eroe? Il cinema attuale fa subito pensare all'idea che, per essere considerati prodi e coraggiosi, occorra anche essere muniti di super forza o di gadget fantascientifici.
Ma è sul serio così?
Una grande paura, un ostacolo o, ancora, un nemico sono più facili da sconfiggere se ci portiamo dietro un arsenale di super poteri?
Gli eroi cinematografici, ma per un certo verso anche quelli reali, che trucco usano per superare le avversità?
Forse, i ragazzi e i bambini che da ogni parte si ritrovano bombardati da cappe rosse e mantelli oscuri, iniziano a pensare che l'animo del paladino, che il coraggio, sia finto quanto gli uomini in calzamaglia che lo sfoggiano con tanto vigore, un sentimento cinematografico, ingoiato dai pop corn movie e risputato sotto forma di incassi da botteghino.
Bolt è un film per bambini, nel senso più nobile che questo appellativo può avere.
Doppiato in originale da John Travolta (da noi Raoul Bova) Bolt, senza vergognarsi di usare qualche artificio, tenta di correre incontro al bisogno di azione, buoni sentimenti e comicità dello spettatore medio.

Penny porta fortuna

Bolt (John Travolta - Raoul Bova) è un super cane, modificato da uno scienziato per proteggere la figlia Penny (Miley Cyrus - Giulia Tarquini), ed è in grado di sparare raggi dagli occhi e correre più veloce della luce.
Il perfido Dottor Calico (Malcolm McDowell - Stefano Mondini) ha rapito il buon Dottore per fargli creare una macchina con la quale dominare il mondo, ma egli non sembra intenzionato a collaborare.
Calico, stanco dello stallo, invia le sue truppe alla ricerca di Penny in modo da utilizzarla come ostaggio per obbligare il dottore a creare il diabolico marchingegno, ma non ha fatto i conti con Bolt.
Bolt, infatti, si sente un eroe, ha una vita avventurosa e sempre nuovi nemici da sconfiggere. Peccato che tutto questo non sia vero!
E' infatti il semplice protagonista di una serie televisiva, ma questo lui non lo sa e quando vede portarsi via la sua adorata Penny (per finta naturalmente), non esita a lasciare gli studi di registrazione alla sua ricerca.
Ma come potrà vedersela con i veri problemi della metropoli?

Disney canterina

Disney sceglie una morale controcorrente, un significato che fa a pugni con il resto del panorama cinematografico, forse, per confezionare una fiaba vecchio stile, con una morale magari all'acqua di rose per gli adulti, ma incredibilmente "essenziale" per i bambini.
Chiunque può essere un eroe, ma pochi riescono ad essere se stessi.
In Bolt ritroviamo tutti gli ingredienti che fecero un tempo grande Disney: l'immancabile canzoncina fa capolino a tre quarti della pellicola, quando ormai uno spettatore adulto non si aspetta nulla del genere e rimane folgorato dalla quantità di "miele" sfoderato in una manciata di secondi, con tanto di fuochi d'artificio finali.
Il tema del "viaggio" per recuperare un affetto e, intanto, imparare qualcosa sulla propria vita, ricalca pari pari la trama di Alla ricerca di Nemo: probabilmente Disney ha scelto di puntare sulla similitudine con una delle pellicole che le ha fruttato di più.
Il Design (principalmente quello umano) è il medesimo che abbiamo visto ne Gli Incredibili, uno stile caricaturale, ma piacevole che sa riportare espressioni e azioni all'essenziale rendendo divertente molti movimenti che altrimenti sarebbero passati inosservati.
Completamente tutto un altro tocco è stato scelto, invece, per rappresentare gli animali protagonisti. Bolt il cane, Rhino il criceto e Mittens la gatta, fanno sfoggio del medesimo tratto compositivo donato al resto del cast, ma, per loro, è stato riservato un occhio di riguardo in particolar modo per l'espressività facciale, incredibilmente ben fatta e legata al carattere di ciascuno (soprattutto per Mittens).
Una menzione speciale va fatta nei confronti dei piccioni: chi mastica un po' di cultura americana avrà sicuramente notato la differente connotazione caratteriale donata ai volatili nei diversi luoghi che i protagonisti visitano.
New York con i suoi piccioni italo americani, mafiosi e un po' stressati (da bravi newyorkesi) , Hollywood con piccioni trendy, sceneggiatori e viziati e l'Ohio con i pennuti un po' sempliciotti.
Sottigliezze rivolte, chiaramente, ad un pubblico adulto, ma che non bastano ad interessarlo fino in fondo.
Il tentativo di far diventare Bolt un film per tutti (esattamente come lo è stato per Alla ricerca di Nemo) c'è, ma nonostante la presenza di John Lasseter (fondatore di Pixar) come produttore esecutivo, nonché i passi in avanti sul fronte tecnico e tematico (siamo fortunatamente lontani da prodotti scadenti tanto sul fronte artistico quanto su quello tecnico come Chicken Little) gli studios della Disney non resistono a fare a meno di animali che cantano lanciandosi in teneri abbracci.
Questa scelta di puntare ad un target di bambini, anche se legittima (e per certi versi essenziale), sembra involontaria, l'esito di un'eredità che gli studios hanno paura di scrollarsi di dosso, e perciò non apprezzabile fino in fondo.
Supponendo però che l'intento fosse stato esattamente quello, Bolt diventa un film molto ben costruito e le tematiche classiche vengono ridipinte con idee nuove e intuizioni acute.
La morale finale, diversa dalle solite, insegna anche qualcosa.
Nella versione italiana va un encomio particolare al lavoro di Raoul Bova, che fa sfoggio di tutta la sua esperienza americana riuscendo a donare al cagnolino una voce da "eroe americano" come da molto non se ne sentivano.

Bolt - Un eroe a quattro zampe Bolt, se analizzato dal punto di vista degli adulti, risulta un film un po' banale, con strascichi di “The Truman show”, “The last action Hero” e “Finding Nemo”. Un prodotto che a volte convince altre volte fa venir voglia di poter cambiar canale allo schermo. Se invece lo associamo strettamente ad un pubblico under 13, risulta una pellicola fresca e di impatto, che sa intrattenere e regalare momenti di saggio sentimentalismo. Al contrario di Wall*E, che riesce a raggiungere entrambi le fasce di pubblico, Bolt resta più legato a una determinata categoria anagrafica di spettatori. Bolt è stato proposto anche nell'edizione digitale Disney 3d: l'illusione, appassionante per i primi dieci minuti, finisce con il perdersi tra il fastidio degli occhiali e l'immagine incupita dalla sfocatura. Una tecnologia interessante che dovrà essere migliorata e forse resa più comoda con il tempo.

6.5

Che voto dai a: Bolt - Un eroe a quattro zampe

Media Voto Utenti
Voti: 61
7.1
nd