Super 8, la recensione del nostalgico film di J.J. Abrams

Una nostalgica visione firmata J.J. Abrams: la nostra recensione del film Super 8.

Super 8, la recensione del nostalgico film di J.J. Abrams
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Nell'era della comunicazione 2.0, dove la società stessa sembra essere gestita da onnipresenti meccanismi di social networking, appare impossibile riuscire a tenere lo spettatore all'oscuro di un film. Eppure le eccezioni, fortunatamente, non mancano mai e così, nel giro di mesi, nasce sul web il fenomeno Super 8. Due grandi nomi alle spalle di un progetto cinematografico del quale si cerca di far trapelare poco o nulla: J.J. Abrams e Steven Spielberg insieme per una pellicola che ha buone possibilità di essere un successo solo per il suo esistere. Fino all'uscita nelle sale, nonostante i vari trailer (con le più alte visualizzazioni dell'anno) e spot pubblicitari circolati, poco o nulla si è saputo della storia: dei ragazzi che, impegnati nella registrazione di un loro personalissimo film in Super 8, assistono a un incidente ferroviario e dai vagoni del convoglio viene fuori una presenza terrificante. È bastato l'incipit a far impazzire i fan: è il fenomeno, fortemente voluto da Abrams, chiamato "The Mistery Box", secondo cui le persone risultano più attratte da un mistero invisibile. Nell'opinione del regista, infatti, un film dovrebbe avere tutte le imprevedibili potenzialità di una scatola chiusa, da cui nulla dovrebbe emergere: una sorta di black-out informativo che rende lo spettatore più aperto all'impatto emozionale, l'unico in grado di rendere un film davvero memorabile. Un paradosso funzionalissimo, soprattutto tornando al concetto dell'era dell'informazione, in cui può essere una sfida ventiquattro ore su ventiquattro lasciare il pubblico letteralmente al buio fino all'inizio del film, senza impedire di dare alla gente l'emozione di questa esperienza.

Estate 1979

La famiglia Lamb è stata scossa da un terribile incidente: la mamma del piccolo Joe (Joel Courtney) è morta in un incidente sul lavoro e per la prima volta lui e suo padre, sceriffo della città, si ritrovano a dover gestire il loro arrugginito rapporto. Mentre il signor Lamb (Kyle Chandler) vorrebbe assicurargli un'infanzia tranquilla, Joe preferisce passare l'estate con i suoi amici, lavorando sul progetto di un loro film girato in Super 8, tanto più che del cast è entrata a far parte Alice (Elle Fanning), una schiva ragazza per cui ha da sempre una cotta. Durante le riprese notturne di una delle scene principali, i ragazzi si ritrovano a essere inconsapevoli di un disastroso incidente ferroviario che mette a repentaglio la loro stessa vita. Un'esperienza dal forte impatto che, oltre al futuro della pellicola, segna il destino della piccola città, ignara della merce e della 'presenza' trasportata dal convoglio, ormai libera di muoversi per le strade.
Hanno promesso di non far parola con nessuno di quello che hanno visto, ma rimanere fuori dagli eventi risulta ormai quasi impossibile...

Infanzia in 8mm

Non saremo noi a rovinare l'effetto di scatola misteriosa tanto voluto da Abrams aggiungendo dettagli alla trama, anzi, dopo la visione di Super 8, siamo convinti che la sua sia stata una strategia vincente, che accompagna lo spettatore davanti a un sipario sul serio chiuso come non se ne vedevano da tempi. Ci si avvicina al progetto spinti dalla curiosità e dall'ansia di scoprire cosa due personalità, poliedriche e ben definite, come J.J. Abrams (in veste di regista e sceneggiatore) e Steven Spielberg possano aver creato unendo le loro peculiarità. La fiducia nel loro progetto aumenta pensando a come siano loro stessi l'anima dell'intera pellicola: due filmmakers che si sono fatti le ossa realizzando film in 8mm quando erano più giovani. Entrambi hanno infatti scoperto la passione per il cinema durante la loro infanzia, proprio girando in Super 8 e 8mm, ponendo così le basi di tutte le loro avventure sul grande schermo di oggi.

Inside J.J.

Super 8 è in tutto e per tutto un film di J.J. Abrams: il suo tocco si intravede in tutti i tratti della pellicola, vibrante delle sue passioni, caratterizzato dai temi ricorrenti, ricco dei giochi di luci e colori che lo hanno accompagnato nel suo progetto di crescita e formazione personale e professionale. Abrams ha voluto creare Super 8 basandosi sulla tradizione cinematografica dei film che tanto lo hanno affascinato durante la sua infanzia: racconti basati su una comunità dove le lotte quotidiane del lavoro, dell'amore e della famiglia sembrano ordinari finché non vengono bruscamente interrotti da straordinari, spaventosi e fantastici eventi. "Volevo che il pubblico ottenesse tutta l'azione, la suspense, lo humor di un popcorn-movie estivo, ma c'è anche un cuore vero in Super 8 che, per me, è la parte più importante. Nonostante tutte le cose selvagge e misteriose che avvengono nel corso della storia, questo è il mio primo film con all'interno una parte importante e sentita della mia vita personale", confessa il regista. E infatti la sceneggiatura del film è un amalgama di tutte le grandi passioni di Abrams, come il suo amore per le invenzioni sci-fi, la passione per l'avventura e il fascino che scaturisce dall'incontro tra la vita di tutti i giorni e l'inspiegabile. Di fatto una pellicola di fantascienza che però brucia la mente dello spettatore con il suo intimo racconto di una crescita complessa e combattuta. I trambusti di Joe e dei suoi amici prendono sinceramente il sopravvento mettendo in secondo piano qualsiasi elemento alieno: è in questo suo essere oniricamente narrativo che risiede la forza di Super 8. Perché non importa se i più bizzarri e inspiegabili eventi cominciano ad accadere nella cittadina, una volta tranquilla... i personaggi continuano a muoverti attraverso relazioni molto reali e ad affrontare esperienze di perdita e amore che catalizzano l'intero progetto, rendendolo un esperimento affascinante e assolutamente perfetto, nelle sue forze e nostalgie.

Luci e ombre sulla città

Il fascino di Super 8 non si deve però solo a una sceneggiatura lineare ma emotivamente dirompente, che con saggezza miscela la fantascienza al dramma. Parte dei meriti vanno alla scelta da parte di Abrams di avvalersi di un cast di attori giovanissimi, alcuni privi di precedenti esperienze cinematografiche. Nei grandi occhi di Joel Courtney e nella compostezza di Elle Fanning si scorge tutta la professionalità dei grandi attori, non ancora rovinata dalle stressanti macchinazioni di Hollywood. Assolutamente entusiasti e innamorati del mondo che si nasconde alle spalle dello schermo cinematografico, questi ragazzi sono perfetti nell'interpretare i loro alter-ego di fine anni Settanta, alle prese essi stessi con i primi passi nel mondo del cinema. Abrams fin dall'inizio ha deciso di porre totale fiducia nel suo cast e proprio per questo si è rifiutato di scrivere una sceneggiatura formale per il film che i ragazzini stanno realizzando all'interno di Super 8, facendolo così emergere organicamente sul momento, dalla fantasia del cast.
Si potrebbe quasi sostenere che alla base della costruzione di Super 8 ci sia il concetto di fusione: tra elementi di diverso genere nello script, tra distanti generazioni di attori e, soprattutto tra stili visivi. Quest'ultima è dovuta anche al lavoro del direttore della fotografia Larry Fong, già a capo dell'impatto visivo di Watchmen e 300, che collabora con Abrams fin dai primi esperimenti in Super 8 del regista e che ha accompagnato i suoi lavori negli anni, fino ad arrivare a Lost. "Abbiamo voluto istituire un forte senso della realtà quotidiana, in modo che quando gli elementi di fantasia subentrano in essa, il surreale diventa un livello ossessivo di qualcosa che si percepisce come familiare". Il risultato è un continuo gioco di luci naturali e fasci artificiali, pesanti ombre e aloni sfuggenti che rende la pellicola un susseguirsi di magie visive, esasperate da una colonna sonora dai bassi prepotenti e dalle esplosioni travolgenti. Una summa capace di rapire anche lo spettatore più reticente e portarlo in un mondo verosimilmente lontano eppure vicino all'intimità di ognuno.

Super 8 Per dare un commento finale a Super 8 ci affidiamo alle parole di un guru della moderna cinematografia, quel Steven Spielberg che ha forgiato la fantasia di molti dei nostri ricordi: “Con Super 8 J.J. ha creato un film nostalgico e unico al tempo stesso. Fonde magnificamente una storia di fantascienza con le straordinarie dinamiche di un gruppo di ragazzini che si comportano in maniera contemporanea ma che allo stesso tempo racchiudono tutti gli atteggiamenti universali della loro età”. E noi non possiamo che essere assolutamente d’accordo con lui.

8.5

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