Remember Me, recensione del film con Robert Pattinson

Robert Pattinson abbandona i panni del vampiro per entrare nel dramma di Tyler: la recensione di Remember Me.

Remember Me, recensione del film con Robert Pattinson
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Attorno a Remember Me c'era molta attesa. Le fan erano ansiose di rivedere Robert Pattinson sul grande schermo, tra una interpretazione di Edward Cullen e l'altra. La Summit Entertainment e la Eagle Pictures erano desiderose di replicare i grandi successi al botteghino della saga di Twilight. Il mondo cinematografico era curioso di scoprire se, abbandonati temporaneamente i panni del vampiro, la giovane promessa del cinema sarebbe stata in grado di esprimere un apprezzabile potenziale artistico, affrontando un ruolo decisamente più impegnato e sfaccettato.
L'attesa è scomparsa e le risposte a tutti questi interrogativi sono giunte inesorabili, una scontata doccia fredda che porta tutti a chiedersi "perché?".

Tormenti a New York

Tyler (Robert Pattinson) è un ventunenne la cui vita è stata distrutta dalla morte del fratello Michael. Trascorre le sue giornate ribelli in compagnia di libri e sigarette, disprezzando il padre, un freddo ed insensibile uomo d'affari, e rilasciando tutto il suo amore sulla sorellina, un piccolo genio della pittura considerata strana da tutti i suoi compagni. Per vendicarsi di un burbero poliziotto che lo ha ingiustamente sbattuto in cella per una notte, Tyler decide di corteggiare la bella Ally (Emilie de Ravin), sua figlia. Tra i due prende vita un tormentato e passionale rapporto che li porta a riscoprire se stessi e a fare i conti con un passato che, con le sue innumerevoli tragedie, ha segnato per sempre la loro vita. Aiutati l'uno dalla presenza dell'altra cercheranno di rimettere insieme tutti i pezzi sparpagliatisi per le strade di New York, risanando i rapporti importanti e progettando un futuro migliore.

Human Cases

Ally ha assistito all'omicidio di sua madre quando aveva solo nove anni. Cresciuta con il terrore delle metropolitane, ha passato i dieci anni successivi all'incidente asfissiata dalla presenza del padre poliziotto, tormentato ed iperprotettivo. Tyler vedeva nel fratello maggiore il suo punto fermo, ma il giorno del suo ventiduesimo compleanno lui ha deciso di impiccarsi. La perdita di Michael lo ha portato a rinnegare la sua famiglia, il suo passato, il suo modo di vivere e rinchiudersi in un universo al limite del nichilismo. Quando il Queens si scontra con l'Upper East Side il risultato è prevedibilmente catastrofico. E se ad incrociarsi sono due personaggi di tale entità le possibilità che le conseguenze siano drammatiche aumentano in maniera esponenziale. Ma se la sfiga accumulata dai due protagonisti non bastasse, ad aggiungere nomi sulla lista dei casi umani ci si mettono anche gli altri personaggi: Caroline (Ruby Jerins) è la giovane vittima del sistema delle mean girls della scuola elementare, che la prendono continuamente in giro per la sua abituale tendenza ad assentarsi mentalmente e le fanno continuamente dispetti; Charles Hawkins (Pierce Brosnan) è un ricco ed arrogante uomo di potere incapace di mostrare le proprie emozioni, di dire al proprio figlio che gli vuole bene; il sergente Craig (Chris Cooper) non riesce a superare la morte della moglie avvenuta dieci anni prima e reagisce in modo esagerato e violento alle situazioni difficili. Insomma, siamo davanti ad un bel gruppetto di gente complicata, complessata e che non riesce a capire l'importanza dell'affrontare con passione ogni giorno della propria vita. Il dramma è assicurato.

Forget Me

Remember Me nasce da una storia di Will Fetters sulla forza dell'amore e l'importanza della famiglia. La vicenda sembra essere raccontata per emozioni, come se si trattasse di un'immensa proiezione mentale dei propri personaggi, dove il discorso ha molto più senso dell'azione. Diretta da Allen Coulter (Hollywoodland) la pellicola parte molto bene. Tutta la prima parte viene presentata in maniera originale ed accattivante, costruita con una sensibilità ed una attenzione che fanno ben sperare. Ma presto il tutto diviene assolutamente esagerato: reazioni, pensieri, modi di agire vengono amplificati fino a raggiungere la maggiore forza possibile. Piuttosto che creare un magnifico impatto emotivo, tale esagerazione strania lo spettatore, che comincia a non credere più nella possibile realtà della vicenda narrata. Tutto diviene assolutamente sopra le righe e la potenza dei sentimenti viene affidata ad una voce fuori campo che approfitta di una facile poesia e di citazioni colte, e forse abusate, per dare maggiore spessore al sentimentalismo. L'intento del regista di mettere in scena un film drammatico di impatto superiore ai suoi più recenti concorrenti cinematografici viene cancellato da scelte sbagliate che non rendono al meglio una sceneggiatura più funzionale come testo letterario che come racconto per immagini. Remember Me parte come un prodotto per niente disprezzabile per poi trasfigurarsi e diventare qualcosa di assolutamente incomprensibile, nel quale non si comprende bene quale sia il vero obiettivo, la vera morale che si vuole emerga e se ci sia altro al di là del conformismo e del già visto.

Belli e maledetti a tutti i costi

In tutto questo voler primeggiare, essere più degli altri a tutti i costi (ed in maniera evidentemente sbagliata e poco convincente), meritano un discorso a parte gli attori che compongono il cast del film. A partire dal tanto amato (o odiato, dipende sempre da che parte state) Robert Pattinson. Nella prima parte, il giovane attore sfoggia una gamma di espressioni che da lui, noi infedeli, non ci saremmo mai aspettati. Indossa bene i panni di un personaggio assolutamente fastidioso, rinchiuso nella certezza, che si può avere solo a ventun'anni, di essere migliore di tutti gli altri, di essere un incompreso, unica persona esistente a poter comprendere le meccaniche del mondo. Tutti sintomi che vengono espressi utilizzando gli stilemi classici del "bello e dannato", della sigaretta fumata a mezza bocca, della chitarra suonata in solitudine. Ma nel momento in cui l'interpretazione richiede maggiore pathos, Pattinson scade nel ridicolo, nella macchietta, con una recitazione assolutamente fittizia e poco credibile. Il dolore, la rabbia, la determinazione si trasformano in smorfie esagerate, in rantoli irreali che distruggono qualsiasi buon proposito mantenuto fino a quel momento. Emilie de Ravin viene invitata ad interpretare un personaggio con ben dieci anni meno dei suoi. Agevolata dai lineamenti delicati ed il volto angelico, risulta quasi credibile nella sua interpretazione della ribelle Ally. Il problema sorge se siete abituati a vederla nei panni della mammina naufraga in Lost, dove il suo ruolo ha ormai assunto dei tratti sempre più maturi e conformi alla sua età: allenare il vostro cervello all'idea che Emilie sia una ragazza che è appena uscita fuori dal periodo dell'adolescenza, sarà davvero difficile. Pierce Brosnan, Lena Olin e Chris Cooper indossano egregiamente i panni conferiti loro dalla sceneggiatura, senza stravolgerli, senza metterci molto di personale, cosa che per una volta potrebbe essere considerata positiva, evitando così di aggiungere elementi ad un comparto filmico ormai saturo di componenti inutili e fuori luogo.

Remember Me Remember Me: rispondere "no grazie" sarebbe troppo banale ad una offerta del genere, eppure è il primo pensiero che viene in mente appena usciti dalla sala. Dopo un inizio promettente, sensibile ed equilibrato, il film lentamente degenera in un vortice di emozioni eccessivamente calcate, fino ad esplodere in un finale dal dubbio significato. Completamente decontestualizzato ed apparentemente senza nessun vero senso, se non quello di giocare ulteriormente sui facili sentimentalismi, forse è proprio il finale di questa pellicola quello che più turba ed infastidisce. Per il resto il film rimane un perfetto caso di "sarebbe potuto essere": sarebbe potuto essere un dramma emotivo e travolgente, sarebbe potuto essere il punto di partenza per la rivalsa di Robert Pattinson, sarebbe potuto essere un nuovo successo di botteghino. Ma con i sarebbe sicuramente non si fa il buon cinema.

4.5

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