Recensione Puzzole alla riscossa

La vendetta della natura colpisce Brendan Fraser in un film dedicato ai più piccoli

Recensione Puzzole alla riscossa
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Quanti film a sfondo ambientalista e con protagonisti dolci “amici a quattro zampe” sono stati prodotti nel corso degli anni? E quante volte è stato affrontato il tema della natura che si ribella all'uomo e ai suoi sfruttamenti scriteriati? Certamente un buon numero. Eppure, nella maggior parte dei casi, si è trattato di innocenti commediole per bimbi e thriller o horror di maniera. Ben più raramente si è spinto l'acceleratore sui toni parodistici e comici che tali situazioni possono comportare. C'è voluto Roger Kumble, lo spudorato regista di Cruel Intentions e La cosa più dolce, per portare una massiccia dose di irriverenza nel genere dei “pet movie”. Dopo aver lievemente affievolito i toni in Just friends - Solo amici e aver provato la strada del road movie per famiglie col disneyano In viaggio per il college, il regista newyorkese ci riprova con una commedia spiccatamente slapstick, Puzzole alla riscossa, decisa a divertire il variegato pubblico familiare con un esercito di teneri (quanto pestiferi) animaletti selvatici.

"Venne, vide, perse."

La natura può essere vendicativa, quando l'uomo, con arroganza, si prende la libertà di decidere della vita di migliaia di creature viventi, spinto solo da interessi commerciali. E' quello che scoprirà, a sue spese, Dan Sanders (Brendan Fraser), supervisore dei lavori di un mega progetto che prevede la trasformazione di un bosco dell'Oregon in un complesso residenziale di altissimo livello. La moglie Tammy (Brooke Shields) e il figlio adolescente Tyler (Matt Prokop) non sono certo entusiasti del trasferimento dal centro di Chicago alla sperduta cittadina boschiva di Rocky Springs, ma cercano di tener duro mentre Dan tenta di compiacere il suo capo, Mr. Lyman (Ken Jeong).
Ma non appena gli abitanti del bosco avvertono il pericolo incombere sulle loro teste, cominceranno a dar battaglia agli umani, e nello specifico al povero Dan, che si ritroverà al centro di un incredibile “complotto” animalesco che lo porterà sull'orlo dell'esaurimento, oltre che del licenziamento, con le persone a lui più vicine incredule delle sue storie su corvi snervanti, marmotte assassine e puzzole dispettose. Come se la caverà il povero manager alle prese con la vendetta di Madre Natura?

Una vendetta non completamente riuscita

C'è da dire che l'idea di base di Puzzole alla riscossa (nuovo titolo adattato per il mercato italiano con ben poca lungimiranza: le puzzole non sono che una delle tante razze che si divertono ad indispettire il protagonista!) non sarebbe assolutamente male, con il suo intento di divertire tanto i piccoli spettatori quanto gli accompagnatori, con una comicità semplice e “vecchia” quanto il cinema stesso, facendosi inoltre portatrice di un messaggio educativo chiaro ma non pedante.
Il problema è la realizzazione finale del tutto, piuttosto alla buona, con una storia che, al di là di mille trovate divertenti quanto assolutamente trash, non decolla mai, accontentandosi di scaricare sullo spettatore una gag dietro l'altra mentre i due messaggi ecologisti del film (e cioè che le conseguenze di ciò che facciamo al nostro pianeta, prima o poi, andranno scontate, e che l'utilizzo innecessario della tecnologia non è solo dannoso, ma ridicolo) vengono sciorinati ogni tanto per dare un tono educativo alla pellicola. Kumble non smentisce la sua vena esageratamente ironica mettendo i suoi personaggi (in particolar modo lo sfortunatissimo Dan di Fraser) in tutta una serie di situazioni-limite che sembrano uscite da un cartoon dei Looney Tunes. Dopotutto Fraser non è certo nuovo al genere, dopo l'esperienza in Looney Tunes Back in Action, anche se, nonostante le conseguenze non siano mai letali, gli animaletti protagonisti del film sono tanto potenzialmente sadici da avvicinarsi più ai protagonisti di Happy Tree Friends che a Bugs Bunny e Road Runner.
La comicità arriva ad essere così enormemente spicciola, con punte di volontario trash che non possono non divertire i più piccini ma che possono far storcere il naso agli amanti di una comicità più intelligente e meno “fisica” di quella che può derivare dal vedere, ad esempio, un compassato quarantenne, abitualmente vestito in giacca e cravatta, che si trova a dover indossare una tutina rosa di cinque taglie più piccola mentre viene sballottato dentro un bagno chimico da un orso bruno.
Da un punto di vista registico-tecnico il film fila via bene, senza punti morti e con una buona resa delle immagini, anche se l'aver voluto utilizzare per le scene, alternativamente, animali veri, computer grafica per le espressioni facciali “impossibili” degli stessi e pessime marionette per i movimenti potenzialmente innaturali delle bestiole dona al tutto un look decisamente approssimativo.
Approssimativo quanto le performance degli attori, divertite e ricche di espressioni buffe, ma più vicine all'improvvisazione da palcoscenico che ad un vero lavoro su personaggi e situazioni. La migliore del gruppo risulta la Shields, paziente e pragmatica di fronte a tutte le stramberie che vedono coinvolti i personaggi intorno a lei, mentre Fraser è quasi imbarazzante, preoccupandosi solo di mostrare continue espressioni alla Wile E. Coyote per divertire i bambini senza prestare minimamente attenzione a quanto certe scene scivolino nel ridicolo per un attore che, per quanto non considerato certo un emblema della settima arte, è comunque un volto noto di Hollywood. E come tale dovrebbe mantenere un minimo di contegno...il non prendersi troppo sul serio è un pregio, ma ridicolizzarsi a tal punto è, nel migliore dei casi, solo un biglietto di poltronissima per un premio ai Razzie Awards.

Puzzole alla riscossa Puzzole alla riscossa è una commedia per famiglie piuttosto insulsa, basata sul costante utilizzo di gag facenti leva sull'incapacità di un uomo grande e grosso di difendersi dall'attacco di piccole e carinissime bestiole, inferocite dall'invasione del loro territorio. Da un punto di vista tecnico e autoriale siamo a livelli piuttosto bassi (viene da chiedersi come siano stati spesi ben trentacinque milioni di dollari nella pellicola) ma ciononostante il film non mancherà di strappare più di una risata agli spettatori più piccoli e, in quanto tali, meno esigenti.

5

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