Limitless, la recensione del film tratto dal romanzo Dark fields di Alan Glynn

La recensione del thriller tratto dal romanzo Dark fields di Alan Glynn, Limitless.

Limitless, la recensione del film tratto dal romanzo Dark fields di Alan Glynn
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Tutto è cominciato quando Leslie Dixon, sceneggiatrice di Mrs Doubtfire-Mammo per sempre (1993) di Chris Columbus e Lo spaccacuori (2007) di Bobby e Peter Farrelly, curiosando tra gli scaffali di una libreria di testi usati si è trovata tra le mani il romanzo The dark fields, avvincente thriller psicologico scritto da Alan Glynn, la cui provocatoria idea di partenza, riguardante un farmaco capace di far usare all'essere umano ogni briciola di potenziale in suo possesso, le è sembrata una perfetta panacea per l'era dell'informazione, nella quale una scia interminabile di dati ci passa davanti con una velocità travolgente.
"Ho comprato il libro ed ho iniziato a leggerlo", racconta la Dixon, "A metà strada mi sono resa conto che sarebbe stato perfetto per un film di Hollywood. Ho comprato i diritti con i miei soldi e ho scritto la sceneggiatura da sola, sperando di non dovere scendere a troppi compromessi. Le premesse sembrano quelle di un film di fantascienza, ma il tipo di tecnologia non è così distante dalla realtà. Rispecchia quello che sta accadendo nella società di oggi. La gente prende roba come l'Adderall per darsi più sprint. E' ironico che cominciano a vedere i farmaci come un modo per migliorare le nostre vite".

La mia droga si chiama NTZ

Ed è il Neil Burger regista di The illusionist-L'illusionista (2006) a curare la trasposizione cinematografica del testo, ponendo il Bradley Cooper di Una notte da leoni (2009) nei panni del protagonista Eddie Morra, aspirante autore del quale facciamo subito conoscenza sul cornicione di un grattacielo e che, sofferente di un cronico "blocco dello scrittore", scopre tramite un vecchio amico il NTZ, "smart drug" top secret in grado di amplificare le capacità intellettive di chi la assume e di fargli usare il 100% del potenziale della mente.
Quindi, con ogni sinapsi stimolata, Eddie riesce ad imparare qualsiasi lingua in un giorno, a ricordare tutto ciò che ha mai letto o sentito, a fare equazioni complesse e ad ingannare chiunque incontri; fino a travolgere Wall Street, ricavando milioni ed attirando l'attenzione del magnate della finanza Carl Van Loon alias Robert De Niro, che lo invita a fare da mediatore per la più grande fusione nella storia delle corporation, mentre la sua vita entra in serio pericolo.

Toni Cooper

Infatti, man mano che i brutali effetti collaterali vengono a galla, Eddie, esposto a persone che farebbero qualsiasi cosa pur di impadronirsi del farmaco, si aggrappa tenacemente alla sua scorta di NTZ che va diminuendo, mentre riesce ad evitare misteriosi inseguitori, una pericolosa banda e un'indagine di polizia molto intensa.
E, con un cast comprendente anche la Abbie Cornish di Sucker punch (2011) e il Tomas Arana de La chiesa (1989), Burger non si risparmia in virtuosismi tecnici già a partire dal prologo, spingendoci tranquillamente ad individuare uno dei maggiori punti di forza dell'operazione nel buon montaggio di Tracy"Identikit di un delitto"Adams e Naomi"Reservation road"Geraghty.
Ma, pur basandosi la vicenda su un plot alla cui origine vi sono l'azione e la tensione, ad essere presente in non indifferenti dosi è l'ironia, tanto che, soprattutto nel corso della prima parte dei circa 105 minuti di visione,l'aria che si respira è più quella di una commedia che di un thriller.
Commedia che, tirando in ballo anche un divertente momento di rissa intervallata alle immagini di Bruce Lee, sembra ricordare a tratti le follie di Michel"Be kind rewind-Gli acchiappafilm"Gondry; senza dimenticare neppure di citare verbalmente Matrix (1999), al quale si avvicina in parte per la ritmata colonna sonora, in parte per la costruzione generale della storia, la cui morale (piuttosto ambigua) intende ribadire, tra l'altro, che l'essere umano non è una creatura istintiva, perché vuole vivere.
Anche se, in conclusione, ci troviamo dinanzi ad un prodotto che si regge soprattutto sulla prova del mai disprezzabile Cooper, riuscendo a varcare la linea del senza infamia e senza lode grazie a pochissimi, azzeccati momenti. Come quello pre-finale ambientato nell'appartamento, al cui interno sono presenti inaspettate dosi di violenza.

Limitless Regista di The illusionist-L’illusionista (2006), interpretato da Edward Norton e Jessica Biel, Neil Burger, su sceneggiatura della Leslie Dixon che ha curato gli script di Senti chi parla adesso! (1993) e Hairspray-Grasso è bello (2007), si occupa questa volta di trasporre su grande schermo il romanzo The dark fields di Alan Glynn. Con Bradley Cooper che, spalleggiato dall’intramontabile Robert De Niro, risulta eccellente come di consueto nei panni del protagonista, il risultato è un thriller d’azione infarcito con non poca ironia, ma capace a malapena di oltrepassare la sufficienza grazie a pochissime, azzeccate sequenze. Mentre sfoggia una morale forse non troppo chiara (e per questo ambigua).

6.5

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