Recensione La leggenda dei guardiani

I gufi di Zack Snyder volano a bassa quota

Recensione La leggenda dei guardiani
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E' sicuramente uno dei film più attesi dell'anno. Vuoi per il nome del regista, "quel" Zack Snyder che ha conquistato platee di mezzo mondo con l'epica belligera e visivamente kitsch di 300, vuoi per gli splendidi trailer in giro da un bel pò che mostravano la bellezza spettacolare delle immagini che questo film promette. Il Regno di Ga' Hoole - La leggenda dei guardiani , tratto dalla saga di libri per bambini di Kathryn Lasky e Richard Cowdry (di cui la pellicola racchiude i primi tre tomi) è giunto ora al varco più importante, quello del giudizio del pubblico (e con esso, della critica). Saranno state rispettati tale attese, o ci si troverà dinanzi a un'infelice e non prevista delusione?

Fly on your way like an howl, fly as high as the sun

Soren è un giovane gufo che ha sempre sognato di essere come gli eroi delle epiche leggende che suo padre gli raccontava, i mitici Guardiani di Ga'Hoole, che combatterono per salvare l'intera popolazione dei gufi dai crudeli Pure Ones. Kludd invece, suo fratello maggiore, cerca solo di farsi bello dinanzi agli occhi del genitore, sminuendo quando possibile Soren. La gelosia che sembra dividere i due fratelli, porterà a tragiche conseguenze: infatti un diverbio tra i due porta alla loro cattura da parte dei temibili gufi della St. Aegolius Academy, sorta di scuola di guerra dove i giovani volatili vengono indottrinati  e diventino soldati, affinchè un giorno, formato un cospicuo esercito, possa dominare sui gufi di tutto il mondo. Insieme ad altri compagni, Soren cerca la fuga e scampato ai suoi aguzzini, si mette alla ricerca del Grande Albero, dimora dei leggendari Guardiani Ga'Hool, gli unici a poter sconfiggere il nemico a riportare per sempre la pace nel regno dei gufi.

Tra cielo e terra vi è solo un battito d'ali

Un puro spettacolo per gli occhi, senza dubbio tra i miglior risultati che l'animazione digitale abbia mai regalato al mondo del cinema. Gufi che sembrano quasi umani, per espressioni e naturalezza, ma soprattutto per l'attenzione ai dettagli fisici e cromatici, che rendono una piuma quasi "Tangibile" nella sua essenza. Come esperienza prettamente visiva, il film non delude sicuramente le attese e mantiene tutto ciò che i trailer promettevano. Ma purtroppo non si fa una pellicola solo con le immagini, lezione che lo stesso Snyder sembrava aver imparato con le opere precedenti, virtuose dal punto di vista estetico, ma non prive di un certo appeal interiore che faceva appassionare ai suoi protagonisti e alle vicende narrate. Quasi che qui il regista sia stato disattento, o disimparato quanto appreso in precedenza, ed ecco che I guardiani di Ga'Hoole latita proprio nel punto più insospettabile, e dimostra una disarmante mancanza di anima. Non era semplice creare una storia dal sapore epico con un branco di pennuti, per quanto affascinanti, come possono essere i gufi, e di questo va dato atto a Snyder che l'impresa era si coraggiosa ma anche contaminata da rischi non indifferenti. Purtroppo questi hanno trovato risconto a opera finita, ed è davvero difficile trovare un perchè. Non c'è emozione, non c'è sentimento, non c'è quella foga che ti fa disperare o gioire per le sorti dei protagonisti, non c'è alcuna empatia (impresa assai ardua, direte, con un barbagianni, ma abbiamo visto film con personaggi ben più improbabili capaci comunque di garantire l'immedesimazione dello spettatore) che faccia entrare dentro alla storia. Come si può assistere estasiati alla soave e magnifica bellezza delle immagini, se poi tutto ciò non viene supportato da una corrente emotiva che trasporti dentro a questo mondo di fantasia, a lottare metaforicamente con Soren e i suoi amici volatili? Lasciamo per un attimo da parte il tanto criticato (a torto o a ragione, sta a voi deciderlo) cinismo critico e poniamo un esempio molto più materiale: riuscereste ad amare una donna bellissima, ma vuota dentro? Lussuria, infatuazione e qualsiasi altra palpitazione passeggera potrà anche raggiungere una parte del corpo, ma a ragion veduta non toccherà mai le corde del cuore. Uno splendido involucro vuoto. E' con queste parole che ci tocca amaramente definire il film. Non c'è nessun tocco di humour, neanche velatamente nascosto tra le righe di questo presunto racconto di formazione che non si rivela per niente tale, seguendo un percorso prestabilito, senza proferire turbamenti, che non lascia nulla all'immaginazione o alla leggerezza di una favola come dovrebbe essere. Non c'è neanche l'alito drammatico, visto che i rapporti tra i personaggi appaiono talmente forzati e deficitari (e qui una parola va spesa anche per il doppiaggio, almeno in lingua originale assolutamente impersonale, nonostante tra le voci figurino nomi del calibro di Helen Mirren, Geoffrey Rush, Sam Neill e Anthony LaPaglia) che neanche nei momenti in apparenza più toccanti riesce a coinvolgersi a quanto accade sullo schermo. L'ispirazione, quella "cosa" tanto cercata da tutti, ma da pochi realmente raggiunta, sembra per una volta aver abbandonato Zack Snyder, forse alle prese, a ragion veduta, con un progetto poco adatto alle sue corde. Ciò che di buono si vede dal punto di vista visivo, senza dimenticare l'apprezzabile atmosfera dark che permea buona parte della vicenda, prediligendo uno stile cupo e dall'indubbio fascino, viene totalmente demolito dall'assenza di pathos: come trovarsi a tifare per protagonisti, sia tra i buoni che tra i villain, assolutamente privi di carisma o di forza interiore? I bambini, larga fetta di pubblico di questo film, saranno forse ingenui ed esuli da giudizio critico, ma non sono privi di quelle emozioni che, difficilmente, riceveranno a visione finita. Gli adulti, potranno giustificare la spesa del biglietto con la perfezione dello spettacolo inteso come mera apparenza, quella sì meritevole, ma che senza un minimo di sostanza farà sembrare il tutto come una scusa superficiale che difficilmente reggerà il peso del tempo. Gufi che volano basso, rischiando lo schianto col terreno. E un Snyder che si rifarà sicuramente con l'imminente Sucker Punch e il prossimo, recentemente annunciato, nuovo capitolo delle avventure di Superman.

Il Regno di Ga' Hoole - La leggenda dei guardiani Spettacolo per gli occhi, vuoto per l'anima. I guardiani di Ga'Hoole è un film che gioca tutte le sue carte sull'aspetto visivo, tralasciando completamente quello emozionale. Personaggi che non appassionano, una storia banale che non coinvolge, un'inattesa mancanza di ispirazione per un regista che ne aveva messa parecchia, e anche di personale, nelle sue opere precedenti. Non si chiedeva certo a Snyder di infondere l'epica di Leonida & Co. in questo stormo di "coraggiosi" volatili, ma nemmeno di limitarsi a un'opera formale, quasi un compitino affidatogli in cui mettere poco o nulla della sua comprovata ispirazione. Poco importa se il piumaggio, gli espressivi e sorridenti faccioni di questi barbagianni possano provocare vagiti di ammirazione a una prima occhiata,quando poi questi corpi digitali si rivelano soltanto involucri privi di essenza. Chissà che a Snyder questa volta qualcuno non l'abbia "gufata"...

5

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