Recensione Jonah Hex

Josh Brolin e Megan Fox in un noioso cine-comic western

Recensione Jonah Hex
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Nonostante ai giorni nostri sia un genere ben poco sfruttato, il western ha inconfutabilmente inciso un marchio a fuoco sulla storia del cinema. Un'impronta infuocata come quella che Jonah Hex, protagonista della nuova pellicola made in Legendary Pictures, porta sul viso, e vuole renderlo riconoscibile in mezzo alla masnada di eroi ed antieroi di cui il cinema contemporaneo è ricco.
Originariamente, Hex nasce all'inizio degli anni '70 sugli albi della DC Comics di Batman e Superman, come un solitario e spietato cacciatore di taglie dotato di un forte codice morale che gli impone di raddrizzare i torti di cui viene a conoscenza. Un Tex Willer hard boiled, se vogliamo forzare un po' le cose con un paragone più vicino alla cultura fumettistica di casa nostra.

“Ha ucciso più anime di quante ne contenga l'inferno”

Adottato da una tribù indiana dopo un'infanzia difficile, Jonah Hex diventa membro onorario della tribù, perlomeno fino a quando il figlio del capo indiano, geloso delle sue qualità, lo tradisce e lo fa espellere dalla tribù con l'inganno. Dopo una serie di peripezie, Jonah riesce a reclamare un duello per mostrare la propria innocenza, evento che lo porterà, tuttavia, a sottostare al giudizio sacro che gli imporrà di portare sul viso il marchio dell'infamia, sfregiato così da un tomahawk rovente.
Da allora le avventure del pistolero sono procedute attraverso alterne fortune e varie riscritture, che ne hanno rinarrato parzialmente le origini, proiettandolo in mondi futuribili o facendogli combattere creature mostruose degne dell'estro lovecraftiano. Non stupisce dunque che la versione cinematografica del personaggio si prenda numerose libertà narrative rispetto agli albi, spaziando a piacere fra i vari elementi che hanno caratterizzato la serie nel corso dei suoi quarant'anni di vita.

Hex al cinema

Jonah Hex (Josh Brolin) era un valoroso soldato confederato, la cui vita cambiò nel momento in cui decise di contravvenire agli ordini del suo superiore, Quentin Turnbull (John Malkovich) pur di salvare un gruppo di civili a scapito della vita del figlio di Turnbull, Jeb (Jeffery Dean Morgan), caro amico dello stesso Hex. Turnbull, sconvolto da questo alto tradimento, lasciò l'esercito e giurò di vendicarsi di Hex. Vendetta che non tardò ad arrivare: dopo aver immobilizzato il suo ex sottoposto con l'aiuto del fedele Burke (Michael Fassbender), costrinse questi ad assistere al rogo della casa in cui moglie e figlio erano rimasti intrappolati, per poi infliggergli uno sfregio ad eterno monito della sua perdita. Disperato e cinico, Hex diventa un cacciatore di taglie, nella speranza di poter mettere le mani sul suo vecchio commilitone. Proprio quando si era oramai rassegnato all'apparente morte della sua nemesi, questa riappare col progetto di distruggere l'Unione Confederata con una nuova, potentissima arma. Il Presidente degli Stati Uniti conferisce dunque a Jonah l'incarico di cacciare e sistemare, una volta per tutte, Turnbull, ad ogni costo.

Lo Steampunk Western si è annacquato

Le premesse per un buon film di genere c'erano tutte: un cast di attori di tutto rispetto (due grandi come Brolin e Malkovich come protagonisti, Will Ferrel in un divertente cameo e inoltre una super sexy Megan Fox in versione prostituta da saloon), un copione scritto dagli esplosivi Neveldine & Taylor di Crank e Gamer, e infine un regista giovane e attento come Jimmy Hayward, ex animatore Pixar co-responsabile di classici come Toy Story e Alla ricerca di Nemo. Eppure, qualcosa è andato storto.Le ottime prove attoriali (e non solo dei due protagonisti maschili: addirittura la Fox riesce a rendere vagamente passabile un personaggio sulla carta amorfo come la sua Lilah) non bastano a rendere interessante una pellicola che si crogiola in un senso di deja-vu perenne senza togliersi mai uno sfizio particolare. Tutto sembra riciclato, di seconda mano, durante gli sparuti ottantuno minuti di durata del film: la rielaborazione della storia e dei suoi elementi fantastici sembrano rendere il tutto più vicino a pellicole come il Wild Wild West con Will Smith o al franchise anni '80 di Marshall Bravestarr che al comic book originale, mentre fotografia e regia rubano, inquadratura per inquadratura, dai classici del genere in maniera così spudorata che non si capisce dove finisce la citazione e dove comincia il plagio.
Trattandosi inoltre di un fumetto uscito sotto etichetta Vertigo (e quindi riservato ad un pubblico maturo) rivisto dalle menti sovversive ed eclettiche che hanno ideato gli originalissimi ed estremi recenti exploit di Statham e Butler, ci si aspetterebbe una trama estrosa, esagerata, pungente: invece, il percorso di Jonah nel corso del film è di una banalità inspiegabile e disarmante, senza un singolo guizzo di originalità che renda la storia interessante e degna di esser vista, e con un tasso di "sex & violence" sinceramente ridicolo per i pre-requisiti della pellicola e dei suoi personaggi.

Jonah Hex “Eroe per alcuni, delinquente per altri”: così John Albano, ideatore originale del personaggio, ama definire il suo gringo dalle avventure soprannaturali. Un carattere forte, che risalta dalle pagine dei comics da ogni singola vignetta, ma che nonostante l'impegno di Brolin tarda a trasferirsi sulla retina e nei cuori degli spettatori cinematografici con la stessa efficacia del prodotto cartaceo. Colpa di una realizzazione approssimativa, di un montaggio a livelli quasi amatoriali e soprattutto di una storia che, piuttosto che volare alta come un'aquila, svicola per terra come un'innocua biscia. Si sono visti prodotti televisivi di qualità ben più alta, e in tempi non sospetti: peccato.

4

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