Speciale Iron Man Saga

In occasione dell'uscita di Captain America: TWS, ripercorriamo i film dei Marvel Studios partendo da Iron Man

Speciale Iron Man Saga
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L'arrivo di Captain America: The Winter Soldier è imminente, e noi decidiamo di accompagnarvi in un viaggio alla (ri)scoperta dei film cinematografici della Casa delle Idee attraverso una serie di speciali che si protrarrà fino all'uscita della pellicola (qui trovate il primo). Cap sarà nelle sale cinematografiche dal 26 marzo e sarà il nono film (contando anche L'Incredibile Hulk) dei Marvel Studios, nonché il terzo nella Fase Due dell'Universo Cinematografico Marvel. Ma niente di tutto questo sarebbe successo se i Marvel Studios non si fossero messi "in proprio", producendosi da soli alcuni dei propri film, e, soprattutto, senza il successo di Iron Man. Uno degli eroi più 'oscuri' del Marvel Universe, per via della sua ambiguità e dei suoi continui problemi comportamentali (che trascenderanno anche nell'alcolismo), Tony Stark era sicuramente uno dei più difficili eroi da trasporre sul grande schermo. Il successo era tutt'altro che assicurato ma, nel 2006, Jon Favreau accetta la sfida e decide di rendere Stark carismatico, istrionico, una vera e propria rockstar mondiale. E dargli il volto di Robert Downey Jr.

Iron Man (2008)

"La verità è che... io sono Iron Man". Chi se la sarebbe mai immaginata una frase cosi in un cinecomic prima del 2008? Fino a quell'anno nei cinefumetti (Marvel e non), i supereroi hanno sempre mantenuto segreta la propria identità (eccezione fatta per i Fantastici 4, ma lì è un'altra storia!) e sono sempre stati consapevoli, come nei fumetti, che svelare al mondo intero la propria identità avrebbe significato mettere in pericolo sé stessi e le persone accanto. Questo Tony Stark cinematografico se ne fa beffe e, egocentrico come è, decide di rivelarlo al mondo intero, fregandosene delle conseguenze e volendo la celebrità a tutti i costi (dei punti che saranno rimarcati ancor meglio in Iron Man 2 e in The Avengers e, in piccola parte, anche in Iron Man 3). Ed è l'egocentrismo e la sfacciataggine del personaggio a vincere, imponendosi a gran forza sul grande schermo. Grazie non solo al Favreau regista, agli sceneggiatori e al guru Kevin Feige (che decidono di adattare il personaggio in maniera più estrosa che nei fumetti), ma anche - e soprattutto - a Robert Downey Jr., attore dal passato turbolento il cui Tony sembra cucito appositamente su di lui. La pellicola vede questo "genio, miliardario, playboy, filantropo" venir catturato in Afghanistan per costruire ai terroristi del noto clan I Dieci Anelli un missile appena collaudato delle Stark Industries. Durante il rapimento, però, rimarrà ferito gravemente da uno dei suoi stessi ordigni esplosivi. E' il dottore e scienziato Ho Yinsen, prigioniero insieme a lui, a salvargli la vita; Stark creerà un mini-reattore Arc miniaturizzato il cui compito è di impedire ai frammenti della bomba entrati nel suo corpo di avvicinarsi al suo cuore ed ucciderlo. La prigionia e la morte di Yinsen, però, lo cambiano radicalmente e, una volta costruitasi un'armatura (la Mark I) fugge e fa ritorno a casa. Qui tra i collaudi della sua nuova armatura (Mark II e la definitiva Mark III) e i flirt con la sua segretaria Pepper Potts (Gwyneth Paltrow), Stark scopre chi è il vero nemico: il suo mentore e collega Obadiah Stane (Jeff Bridges) che, costruitosi anche lui un'armatura (la Iron Monger), lo sfida sul campo. Stark riesce a batterlo, ovviamente, e decide di accettare il suo nuovo ruolo da supereroe nel mondo.


Apprezzato dalla critica e, soprattutto, dai fan del fumetto originale, Iron Man diventa il primo importantissimo tassello nel puzzle che porterà all'uscita di The Avengers ed il primo film di quella che, pochi anni dopo, sarà denominata "la Fase Uno" di questo universo cinematografico totalmente nuovo. Favreau confeziona un ottimo film d'azione che non lascia indietro l'introspezione e i sentimenti, aggiungendoci una buona dose di umorismo mai fuori luogo. E se i fan Marvel hanno da ridire qualcosina sul cambio di testata per cui lavora Christine Everhart (Leslie Bibb) che da Daily Bugle, per problemi di diritti, diventa Vanity Fair, e la trasformazione di Edwin Jarvis, storico maggiordomo di Stark, in un'I.A. denominata J.A.R.V.I.S., rimangono ugualmente colpiti dalla dose di piccoli easter egg sparsi qua e là: dal soprannome 'Raza', agli aerei chiamati 'Whiplash' (entrambi nomi di villain Marvel: il secondo finirà per essere il nemico del sequel), dalla presenza dei Dieci Anelli allo scudo di Captain America passando per la Roxxon e il 'cameo' di Fin Fang Foom, terminando con la citazione a War Machine. 


Ma tutti gli occhi, come era ovvio, sono puntati sulla scena post-titoli di coda. A lungo rumoreggiata sul web, mai confermata ufficialmente. Girata in gran segreto e omessa da ogni proiezione pre-uscita, la scena post-titoli vede Nick Fury, a cui dà anima e corpo Samuel L. Jackson, approcciare Tony Stark per il Progetto Vendicatori. "'Io sono Iron Man'. Pensa di essere l'unico supereroe al mondo? Signor Stark, lei è entrato a far parte di un universo più grande. Solo che ancora non lo sa" spiega Fury a Stark. "Sono qui per parlarle dell'Iniziativa Vendicatori": un'unica battuta, niente di più, per mandare in escandescenza i fan più sfegatati. La strada verso i Vendicatori era solo all'inizio...

Iron Man 2 (2010)

Dopo il successo di critica e, soprattutto, di pubblico del primo film, era chiaro che la Marvel aveva trovato il suo, nuovo, inaspettato, personaggio di punta. Infondo i 'pezzi da novanta' dei fumetti erano in mano ad altri (Spider-Man, X-Men, Fantastici 4) e Hulk, che poteva vantare una certa popolarità al di fuori dei film, non era riuscito ad imporsi cinematograficamente. Il sempre più crescente successo personale di Robert Downey Jr., rilanciato proprio con Iron Man in quella Hollywood che lo aveva 'messo da parte' per tantissimi anni, ha poi influito non poco. Il pubblico voleva sempre più Iron Man, sempre più Tony Stark, sempre più Downey Jr. e la Marvel iniziava ad esserne consapevole. Nel 2008, poco dopo il successo di Iron Man, Edgar Wright, regista di Ant-Man, annunciato nel 2006 insieme a Favreau, deve metter da parte il film sul piccolo-grande eroe Marvel per dedicarsi a Scott Pilgrim vs. The World e, successivamente, La fine del mondo. I Marvel Studios, anziché sostituirlo, decidono di aspettarlo e mettere Ant-Man in pausa (uscirà a luglio 2015, parte della Fase Tre dell'Universo Cinematografico Marvel) e cambiare tutta la tabella di marcia che porterà ad Avengers. Ed è qui che subentra Iron Man 2.Annunciato in fretta e in furia, tanto da spingere Favreau a lavorare immediatamente al progetto, Iron Man 2 diventa uno dei film più attesi del 2010. La pre-produzione è travagliata, però, con Samuel L. Jackson lì lì per lasciare a causa del salario basso e, soprattutto, Terrence Howard, interprete del personaggio di Rhodey, 'licenziato' dopo aver chiesto troppi soldi alla produzione in cambio del suo ritorno nei panni dell'amico del protagonista. Verrà sostituito da Don Cheadle che, verrà poi velatamente rumoreggiato, è sempre stata la prima scelta per interpretare il personaggio ma che Favreau e Feige non hanno potuto ingaggiare per via di Howard, già a bordo del progetto prima dell'arrivo del regista (si vocifera fosse un grande amico del produttore Avi Arad, non presente tra i produttori di questo sequel). Ed è Downey Jr. a spingere la Marvel ad ingaggiare Justin Theroux, sceneggiatore di Tropic Thunder.


Questo sequel, ambientato sei mesi dopo il primo film, vede Tony ancor più al centro dei riflettori (un po' come lo è il suo interprete nella 'vita reale' al di fuori del cinema, d'altronde), dividendosi tra l'essere Iron Man (più per vanità e fare scenografiche apparizioni ad effetto che per una reale utilità sociale) e il suo alter ego umano, che decide di lasciare le Stark Industries alla sua segretaria Pepper. Ma poco dopo l'annuncio della Stark Expo, Tony deve confrontarsi con i fantasmi del passato (un tema ricorrente anche nel terzo film della saga) e riuscire a sopravvivere all'attacco di Ivan Vanko a.k.a. Whiplash, un villain letale che vuole vendetta nei confronti della famiglia Stark, in quanto il padre di Tony, Howard, avrebbe dato il benservito e 'rubato' l'idea del reattore Arc a suo padre, riducendolo in miseria. E' a questo punto che Stark, che tra le altre cose sta per morire proprio per via degli effetti collaterali dell'esposizione al reattore Arc, deve ri-indossare l'armatura e combattere Whiplash.Se fate anche voi fatica a riassumere la sinossi del film, non preoccupatevi: anche per noi è la medesima cosa. Purtroppo il film soffre dell'inghippo del 'troppi ingredienti, troppi personaggi'. E vi basti pensare che in questa sinossi non abbiamo nemmeno nominato altri quattro-cinque personaggi importanti e varie sottotrame interessanti. Il brillante Iron Man diventa un miraggio e in Iron Man 2 si cerca di strafare. A cominciare dalle battute e gag che, se nel primo funzionavano, qui non tutte sono azzeccate e molte stonano. L'idea è che ci si sia voluti concentrare più su Downey Jr. (e quindi rendere il tutto una sorta di one-man show) piuttosto che su Iron Man. Anche Justin Hammer, storica nemesi di Iron Man, qui interpretato da Sam Rockwell, viene ridotto ad una macchietta goffa ed imbranata che, seppur divertente da guardare per via della performance dell'attore, non è significativa. E anche la presenza di War Machine sembra ingombrante.Alla fine della corsa, però, qualcosa ai fan la lascia, in vista del crossover e dell'universo: scopriamo che Howard Stark è uno dei fondatori dello S.H.I.E.L.D. ora guidato da Nick Fury, guardiamo di nuovo un prototipo dello scudo di Captain America, viene introdotta la Vedova Nera di Scarlett Johansson e, dopo i titoli di coda, abbiamo un assaggio del martello di Thor, Mjolnir. E ci affezioniamo sempre più all'Agente Coulson di Clark Gregg, che era già apparso nel film originale. Ma è inutile negarlo: seppur Iron Man 2 risulti un divertente film d'intrattenimento, rimane comunque troppo pasticciato per apprezzarlo pienamente. Peccato.

Iron Man 3 (2013)

Facciamo un salto in avanti, nel 2013. The Avengers è appena uscito e la popolarità di Iron Man è alle stelle, ora più che mai. I Marvel Studios annunciano Iron Man 3 per il 2013, sarà il primo film della Fase Due dell'Universo Cinematografico Marvel. Le aspettative sono alle stelle. Ripagherà le attese? La risposta, con il senno di poi, ora la conosciamo. Iron Man 3, promettono gli Studios, sarà una ventata d'aria fresca. Un ritorno alle origini, al primo film, quello più apprezzato. E la ventata d'aria fresca inizia con Shane Black, il nuovo regista del film, conosciuto per aver scritto film come Arma Letale e Last Action Hero, e aver lanciato la moda - negli anni '80 - dei film d'azione pieni di battute e situazioni surreali. Black, qui sceneggiatore insieme a Drew Pearce, sostituisce Favreau che lascia per concentrarsi su altro. Favreau rimane comunque produttore esecutivo e torna a vestire i panni di Happy Hogan che, ironia della sorte, ha un ruolo più importante rispetto ai film che Favreau aveva diretto.


La storia, ambientata dopo il crossover miliardario, parla - nuovamente - dei fantasmi dal passato. Lo Stark dipinto da Black è diverso, per molte cose, da quello di Favreau. Anche se non rinuncia all'ironia, è uno Stark più tormentato, quasi depresso, che non dorme più e lavora notte-giorno alle armature. L'aver incontrato i Vendicatori, l'aver affrontato gli alieni e aver rischiato la morte nel portale, ha portato Stark ad avere un disturbo post-traumatico da stress e veri e propri attacchi d'ansia: non riesce più a 'vivere' senza l'armatura. Tony non esiste più senza armatura e quando non la ha, ovviamente, ha attacchi di panico e crolla. Per questo ha sviluppato delle nuove tecnologie affinché lui e la sua armatura diventino, sempre più, un tutt'uno (una cosa presa più seriamente rispetto alle battute che faceva ad inizio Iron Man 2 a tal proposito). Ed in mezzo a questo 'problema personale', che lo porta a bisticciare persino con la sua fidanzata Pepper, Tony si ritrova a dover fronteggiare i fantasmi del passato citati all'inizio e che prendono la forma di Aldrich Killian (Guy Pearce), fondatore dell'A.I.M., e finanziatore di Extremis, creata da Maya Hansen (Rebecca Hall), vecchia conoscenza di Stark. Extremis e il terrorista noto come Mandarino (Ben Kingsley) sembrano legati e dopo un'esplosione in cui Happy rimane ferito gravemente, Stark, sempre sicuro di sé e desideroso di saldare il conto con la sua nuova nemesi, dà il suo indirizzo in diretta tv e spinge il terrorista ad attaccarlo. Detto, fatto. La sua villa viene fatta a pezzi e Stark si ritrova lontano migliaia di chilometri da casa. Ora se siete degli sceneggiatori e sapete che il vostro personaggio soffre di attacchi senza la propria armatura, cosa fate? Esatto, lo private dell'armatura. Ed è quello che accade a Tony che, senza armatura, deve imparare a sopravvivere senza e fare i conti con tutta questa storia.


Come il primo Iron Man, e forse più del primo Iron Man, Black e Pearce costruiscono una grossa storia in cui si toccano temi di attualità non indifferenti, si mostra l'incapacità dell'esercito americano (qui è War Machine/Iron Patriot) di trovare il nemico, anche se a pochi chilometri di distanza, e soprattutto l'idea dell'anonimato. "Puoi regnare da dietro le quinte. Perché quando dai un volto al male - un Bin Laden, un Gheddafi, un Mandarino... - consegni alla gente un obiettivo", dice Killian a Tony verso la fine del film. Una frase d'impatto e che racchiude tutto il film. Soprattutto quel plot twist sul Mandarino relativamente azzeccato ma anche eccessivo e che ha fatto molto parlare di sé, distogliendo l'attenzione delle persone dalla trama principale e dagli obiettivi di questa. Di certo il film non è perfetto e molte gag sono di troppo. Quel che è certo è che, al di là dei difetti e del plot twist, il film porta a termine la saga o, meglio, la trilogia di Iron Man. Tony capisce che le armature sono solo un bozzolo ed è lui ad essere Iron Man.  La critica lo ha apprezzato, il pubblico anche, molti fan dei fumetti, però, no. E non basta un cameo a sorpresa di Bruce Banner (Mark Ruffalo) alla fine dei lunghi titoli di coda per accontentarli.

'All Hail the King'

E' del 2014 il corto 'All Hail the King' che segue le vicende del personaggio di Ben Kingsley in prigione. In questo corto - realizzato (sembra) più che altro per accontentare i fan che non avevano apprezzato il plot twist presente in IM3 - viene ufficializzata la presenza di un vero Mandarino nell'Universo Cinematografico della Marvel.

Gli Iron Man che abbiamo "rischiato" di vedere

Prima di Iron Man del 2008, i Marvel Studios non avevano in mano i diritti del personaggio. Negli anni novanta, infatti, la Marvel aveva venduto i diritti alla Universal Pictures e questi, poi, erano passati in mano alla Fox e, infine, alla New Line Cinema nel corso degli anni. Tra gli attori interessati al ruolo c'era pure Nicolas Cage! Ma (e questo lo ricordano in pochi nonostante sia storia recente) lo era anche Tom Cruise che, più di tutti, stava spingendo per avere un film sul personaggio e avere l'onore di interpretarlo al cinema. Nel corso degli anni si sono avvicendati anche numerosi registi, tra i quali Joss Whedon e Quentin Tarantino, ma quello che fu più vicino a concretizzare il tutto fu Nick Cassavetes. Il regista pensò bene di incentrare tutto su Tony Stark e il suo rapporto con il padre, Howard, che si sarebbe tramutato in... War Machine. Esatto, una copia sbiadita della trama dell'Hulk di Ang Lee, se proprio vogliamo esser sinceri. Per saperne di più su questa versione vi rimandiamo ad un nostro speciale di qualche tempo fa che trovatea quest'indirizzo

Il futuro di Iron Man al cinema

Robert Downey Jr. ha firmato ufficialmente per tornare ad interpretare il personaggio in 'Avengers: Age of Ultron' e 'Avengers 3'. Nessun 'Iron Man 4' è previsto nel suo contratto, a quanto pare.