Speciale I Cinefumetti mai realizzati: Deathlok e Shang-Chi

In questo nuovo appuntamento dei Cinefumetti mai realizzati ben due eroi minori che non vedranno la luce molto presto.

Speciale I Cinefumetti mai realizzati: Deathlok e Shang-Chi
Articolo a cura di

Di cinefumetti mai realizzati ce ne sono tanti, forse anche troppi. Molti di questi non sono andati al di là dell'annuncio, altri sono stati scritti ma mai realizzati e, quelli più sfortunati, erano persino ai nastri di partenza quando furono bloccati/cancellati/messi da parte. Negli scorsi appuntamenti abbiamo affrontato i cinefumetti della Marvel mai realizzati quali gli Eroi in vendita (qui), gli horror (qui) e, persino, il terzo film sui Fantastici 4 e lo spin-off su Silver Surfer (qui): tutti progetti che non hanno mai visto la luce. Ma come abbiamo visto anche negli scorsi appuntamenti, a non esser realizzati/finire nel dimenticatoio, sono i progetti legati ai personaggi minori dell'universo della Marvel Comics. Difficilmente un film sugli X-Men non viene fatto (come affronteremo in uno dei prossimi episodi è più probabile che vengano riscritti con vari cambiamenti piuttosto che cancellati definitivamente) ma quelli sui personaggi minori, che magari solo una cerchia ristretta di appassionati conosce... quelli finiscono quasi sempre per esser cancellati e, a parte casi rarissimi (Blade, Man-Thing), finiscono nella nostra nuova serie di speciali. Quindi benvenuti al quarto appuntamento de I Cinefumetti mai realizzati, dedicato a due eroi minori dell'universo Marvel ma, non per questo, meno belli di quelli di serie A. 

L'amarezza di Paul McGuigan

"La fase di sviluppo di Deathlok stava impiegando troppo tempo. Lo ha scritto David Self e la sceneggiatura era favolosa [...] Volevo davvero realizzarlo ma ho dovuto metterlo da parte" - Paul McGuigan

Deathlok

Nei primi anni '90, prima del grande exploit dei film Marvel al cinema, Randall Frakes fu ingaggiato per scrivere un film su un personaggio assai minore dell'universo Marvel: Deathlok. Metà cyborg, metà umano, il personaggio era nato molti anni prima nei fumetti (1974) ma era chiaro che ricordava (quasi sicuramente) agli studios Hollywoodiani Robocop (che uscì nel 1987); Robocop era stato un successo e, sebbene i sequel non fossero apprezzati quanto il primo, era diventata una saga cult in poco tempo. Un nuovo personaggio - simile a Robocop per molti versi - magari avrebbe trovato fortuna presso il pubblico. Ovviamente la sceneggiatura di Frakes non fu presa in considerazione e la Paramount Pictures (prima di accaparrarsi i diritti di distribuzione di vari film Marvel) ne acquisì i diritti con l'intento di portarlo al cinema. Stu Zicherman e Raven Metzner furono ingaggiati per scrivere un nuovo copione (poi riscritto da David Self) che successivamente finì online, e fu piuttosto apprezzato dai fan del fumetto sebbene non fosse fedelissimo a quest'ultimo. Nel film Luther Manning (il primo e più apprezzato Deathlok nei comics) ha un terribile incidente d'auto insieme alla famiglia (moglie e figlio - quest'ultimo avuto da una relazione precedente), proprio mentre andavano a festeggiare la sua promozione a lavoro; Manning soffre le pene dell'inferno per l'incidente, viene portato urgentemente in ospedale, viene curato ma nonostante ciò continua a provare dolore e ad avere allucinazioni. Tornato in ospedale per chiedere spiegazioni, lo staff gli spiega che nessun "Luther Manning" è mai stato tenuto in cura da loro e che il dottore che lo avrebbe curato non è mai esistito: Manning va in paranoia. Manning inizia delle ricerche e scopre che il suo incidente era stato... pilotato! Quindi non una casualità del destino ma il volere di un'agenzia segreta del governo che lo aveva scelto per divenire cavia di un'esperimento di nanotecnologia. Manning era stato ricostruito come una specie di cyborg con tanto di computer in testa, metallo liquido che poteva ricoprirlo quando voleva, sensi ipersviluppati e capacità di creare armi dal nulla; un progetto che già aveva avuto delle cavie - dei militari, per esattezza - ma il governo aveva deciso di procedere con una persona normale come Manning. Il responsabile di tale progetto era M.O.D.O.K., un brillante scienziato, villain della pellicola e, rispetto al fumetto, non una testa fluttuante.Un film non solo action ma anche introspettivo e pieno di dramma: questa la promessa dell'ottimo script di partenza (tranne il finale, giudicato dai fan del fumetto come da riscrivere). Lee Tamahori fu ingaggiato per dirigerlo ma uscì dal progetto in poco tempo, rimpiazzato da Paul McGuigan. McGuigan sviluppò il progetto per un po' alla Paramount ma si accorse che non c'erano grandi possibilità di portarlo al cinema, quindi dopo un po' di tempo fu rimpiazzato in corsa da Mikael Hafstrom che tentò (inutilmente) di ridare linfa vitale alla produzione. La Paramount cancellò poi il tutto quando iniziò a distribuire i film Marvel al cinema (da Iron Man in poi) e i diritti dovrebbero ora esser tornati alla Marvel. Chissà se nel futuro anche Deathlok avrà una possibilità...

Shang-Chi

Il successo di un personaggio minore come Blade aveva spinto parecchi studios e registi a tentare di portare al cinema non solo Spider-Man e gli X-Men. Per questo Stephen Norrington, regista proprio di quel primo Blade che aveva fatto da apripista agli adattamenti Marvel al cinema, tentò di portare al cinema Shang-Chi, ulteriore personaggio (minore) dell'universo Marvel Comics. Shang-Chi, nato negli anni '70 nei fumetti, in piena kung-fu mania, era un (super)eroe atipico che combatteva il male ma, piuttosto che con superpoteri (di cui era privo), lo faceva a suon di kung-fu. Norrington non fu accontentato e non riuscì a piazzare il progetto ad Hollywood. Ci riuscì invece Ang Lee che, una volta diretto Hulk per la Marvel (un discreto successo a quel tempo), contattò la Dreamworks di Steven Spielberg e gli fece acquisire il progetto. La lavorazione di The Hands of Shang-Chi, questo il titolo del fantomatico film, iniziò quasi subito alla Dreamworks e vide la Marvel e Ang Lee (qui solo in veste di produttore) tentare il tutto e per tutto per portare al cinema questa specie di revival dei film di arti marziali anni '70. Fu ingaggiato per la regia Yuen Woo-Ping, coreografo di film come Matrix e Kill Bill, mentre Bruce McKenna per la sceneggiatura. Peccato che la pellicola non andò più in là della fase di pre-produzione e il progetto fu accantonato poco tempo dopo. Se Shang-Chi combatterà mai sul grande schermo, solo il tempo ce lo dirà!