Recensione Hop

Com'è crescere come l'erede del Coniglio Pasquale? Scopritelo con Hop.

Recensione Hop
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La mattina di Pasqua i bambini di tutto il mondo si svegliano felici di trovare, sparse per il proprio giardino o nascoste in giro per tutta la casa, decoratissime uova di colori e dimensioni varie. Va bene, da noi in Italia sembra una tradizione un po' astrusa e senza basi concrete di esistenza, ma se l'artefice di tutta questa magia minaccia di non voler più andare al lavoro, per tutto il resto del pianeta la tragedia è imminente! Il destino della Pasqua è in pericolo...

C.P., in qualità di figlio del famosissimo Coniglio Pasquale, è l'erede di tutta la sua coloratissima e elaboratissima fabbrica di dolciumi che, nascosta sotto le enormi teste dell'isola di Rapa Nui (o, appunto, Isola di Pasqua), lavora trecentosessantacinque giorni all'anno per creare le uova di cioccolato e le caramelle che andranno a comporre i cestini pasquali. Alla vigilia della sua nomina come successore del dolce regno, C.P. decolla alla volta di Hollywood per realizzare quello che è il suo vero sogno: diventare un batterista famoso. Appena arrivato viene però quasi investito da Fred (James Marsden), fresco di licenziamento ed incapace di trovare la propria strada personale e professionale, e decide di approfittare della situazione. Intanto però, sull'Isola di Pasqua, i pulcini capitanati dall'ambizioso Carlos stanno preparando un preoccupante colpo di stato.

Reminiscenze giallo pulcino

Universal Pictures e Illumination Entertainment tornano a lavorare insieme nel loro secondo progetto, Hop, dopo il grande successo di Cattivissimo Me, spostando però questa volta la loro attenzione sull'interazione tra mondo dell'animazione computerizzata e recitazione live action. La fabbrica di dolciumi, con la sua fontana di caramelle, i cannoni che sparano gelatine e gli estrattori petroliferi di cioccolato al latte, è una versione cartoonesca e policromatica della più celebre Fabbrica di Cioccolato, ricca di particolari divertenti e che richiamano gentilmente il mondo dell'infanzia, con le sue superfici arrotondate e le tonalità vibranti. Una vera gioia per gli occhi in cui si muovono tenerissimi conigli e buffi pulcini operai, saltellando nell'ambiente con ritmo e spensieratezza. Questi ultimi sembrano voler ricalcare, senza neanche nascondersi troppo, le orme delle precedenti superstar, quei Minion che hanno conquistato gli spettatori con la loro buffa cattiveria. Carlos, il fidato braccio destro del capo, tutto business e frustrazione, e Phil, il pulcino incapace di resistere al ritmo della musica, ce la mettono tutta per conquistare lo spettatore con gag ed espressioni buffe e in molti casi riescono a strappare qualche sorriso superficiale, senza però monopolizzare l'attenzione come i soci gialli in salopette. L'occhio della macchina da presa, manovrata da Tim Hill, si concentra quindi sui due protagonisti: il futuro coniglietto pasquale C.P. e la sua controparte umana Fred. Le somiglianze caratteriali tra i due personaggi sono rese esplicite e sottolineate più volte, creando un parallelismo curioso ma poco sviluppato che attende gli ultimissimi minuti della pellicola per svilupparsi in qualcosa di più articolato. Per tutto il tempo della narrazione i due sembrano percorrere una strada che non conduce in nessun luogo, senza particolare entusiasmo e concentrazione, seguendo le istruzioni di una mano immaginaria che li conduce in situazioni strambe, gag dai risvolti semplicistici e conseguenze irrealistiche. Una struttura che può annoiare lo spettatore più adulto ma che risulta perfettamente funzionale per la mente di un bambino, che non rischia di perdersi in orpelli stilistici di sceneggiatura.

Animazione nel reale

Accostare animazione CGI e live action non è mai un processo troppo semplice, perché richiede una maggiore attenzione ai particolari e un diverso studio sulle luci e sulle inquadrature. I personaggi ricostruiti digitalmente devono apparire reali in entrambi i mondi, fondendosi con sfondi e costruzioni. Per ovviare a questo problema, gli animatori della Illumination Entertainmenthanno conferito a C.P. un aspetto simile a quello di un peluche, morbido e malleabile che, pur non risultando eccessivamente fittizio, non riesce ad amalgamarsi alla perfezione con i fondali, apparendo a volte come un giocattolo in movimento. La situazione è dissimulata grazie a numerosi cameo, come quello di David Hasselhoff o di Russell Brand, voce nella versione originale di C.P., e di una colonna sonora dalle reminiscenze pop anni Novanta, come la rivisitazione di "I Want Candy". Il tutto ricorda molto il lavoro svolto dallo stesso Tim Hill nel suo precedente progetto cinematografico, Alvin Superstar.

Hop Hop è un film d'animazione semplice e molto lineare, che non scoinvolge in nessun senso, piazzandosi nella schiera di quei film studiati esplicitamente per un pubblico molto giovane che poco offrono agli accompagnatori. Colorato, simaptico e sistematico, non riesce a raggiungere il suo predecessore, rimanendo una pellicola per famiglie dalla durata effimera. In Italia, in più, grazie alle performance al doppiaggio di Francesco Facchinetti e Luca Argentero, soffre di disseminate pecce interpretative che interrompono l'attenzione dello spettatore. Per fortuna i bambini, vero target della produzione, saranno così affascinati dalla profuzione di colori e occhietti teneri, da non lasciarsi distrarre dalle sottigliezze (se così vogliamo chiamarle) tecniche.

6

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