Gamer, recensione del film con Gerard Butler

Sei pronto a giocare per la tua vita? La recensione di Gamer, il film con Gerard Butler legato al mondo dei videogiochi.

Gamer, recensione del film con Gerard Butler
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Il merito di un attore, diciamolo, è anche quello di saper scegliere i ruoli e i film a lui più congeniali. Quante volte abbiamo assistito a interpretazioni scialbe e poco convinte a causa di una sceneggiatura non adatta al suo protagonista? Per fortuna, non è questo il caso di Gerard Butler. L'attore britannico, lanciato dal successo internazionale di 300, sembra infatti ben ponderare i progetti propostigli, e difficilmente sbaglia. Ormai divincolatosi senza problemi anche nella commedia, dimostrando un inaspettato talento comico, il suo vero campo di battaglia, cinematograficamente parlando, è quello dell'azione e della violenza: personaggi duri e selvaggi, ma non privi di umanità. E' stato il caso anche di questo Gamer, mezzo flop al botteghino americano, diretto dalla coppia di registi Mark Neveldine e Bryan Taylor, già insieme sul dittico di Crank, autori anche della sceneggiatura.


"Play or die"

In un futuro prossimo, la società è "schiava" di due grandi giochi online. Una rivoluzione vera e propria, opera del genio dei computer Ken Castle (Michael C. Hall) che ha portato in un primo tempo alla creazione di Society, un grande gioco di ruolo di massa, dove i videogiocatori controllano, grazie a connettori inseriti nella calotta cranica, veri e propri esseri umani, pagati in veste di attori, in un sottomondo reale e intriso di atmosfere pop e fumettistiche. Diretta evoluzione di questo surrogato di comunicazione sociale è stato Slayers, in cui questa volta i prescelti ad essere "comandati" sono condannati a morte, costretti a combattere in arene create appositamente, e a lottare per la sopravvivenza. Tra di questi vi è il solitario Kable (Gerard Butler), assunto in questo modo a vera e propria celebrità dello star system e vicino a raggiungere la grazia, essendo prossimo alla trentesima battaglia cui è sopravvissuto, limite che superato garantisce la salvezza. L'uomo aspetta solo di tornare dalla sua famiglia: la moglie Angie (Amber Valletta), attrice in Society, e la figlia piccola, data in affidamento. Ma perchè qualcuno vuole eliminare Kable proprio a un passo dal compimento del suo obiettivo? Il condannato nasconde un segreto nel passato che potrebbe cambiare tutte le carte in regola su di lui e sull'intero Slayers, e il movimento rivoluzionario che combatte per l'abolizione di questi giochi "disumani" punta proprio su Kable per aprire le porte a un nuovo mondo.

Tra gioco e realtà

Già dalle prime sequenze l'adrenalina scorre copiosa: sulle note di Sweet Dreams versione mansoniana assistiamo a una sessione di gioco di Slayers, in cui spietati e rudi combattenti si sfidano alla morte. Dopo questa feroce introduzione, veniamo a conoscenza (con una sorta di riassunto in una trasmissione televisiva) anche del precedente Society, in uno speciale/intervista verità al creatore Castle. E' un inizio spiazzante, che propone svariate informazioni un un lasso di tempo limitato e che, almeno sulle prime, può in parte confondere lo spettatore. Va dato atto ai registi/sceneggiatori di aver creato un futuro (ma non troppo) e una realtà "virtuale" senza dubbio pregni di fascino e visionari, seppur debitori di varie influenze che spaziano dal cyberpunk ad altri classici film di genere (da notare parecchie similarità con l'imminente Il mondo dei replicanti, incluso rivoluzionario di colore). Nonostante l'apparente complessità del comparto narrativo, ricco di sottotrame e personaggi, ci si ambienta facilmente in questo mondo diviso tra realtà e finzione, in cui le masse ancora una volta diventano convinte fautrici di un ennesimo spettacolo privo di umanità, in cui anche la vita stessa perde tutto il suo reale valore. Le sequenze ad ambientazione "bellica" sono realizzate freneticamente, con un largo uso della stop-motion, e cercano di riproporre lo schema di un classico videogame di guerra. Il futuro stile ludico è alquanto avveneristico, forse improbo nelle meccaniche, che vedono i giocatori compiere gli stessi identici movimenti che saranno poi compiuti dai "personaggi" prescelti. Ma la parte più interessante si ha quando Kable riesce ad uscire dal videogame, e diventa una mina vagante nel mondo reale. Il film non diventa soltanto la lotta di un uomo per salvare se stesso, ma si trasforma in una crociata contro la tecnologia che ha partorito creature così mostruose, e il suo inventore Castle diventa l'obiettivo della missione, mostrando molto di più che un mero genio cybernetico. La storia si rivela avvincente, merito di un'ottima caratterizzazione del personaggio di Butler che. seppur non brilli di originalità, grazie alla performance dell'attore inglese risulta convincente e accattivante. L'ennesimo duro dal cuore d'oro, ma ce ne fossero di simili sul grande schermo. Il resto del cast non delude le attese, dai vari cameo di attori televisivi e non come Milo Ventimiglia (Heroes), Zoe Bell e John de Lancie (Star trek), a ruoli ben più fondamentali di altrettante star del piccolo schermo come Kyra Sedgwick (The Closer) e Michael C. Hall (Dexter), bravissimo nei panni del diabolico Castle, con tanto di scena danzante verso la fine degna di assumere a culto. Bravi anche Amber Valletta (Premonition), moglie e madre abbandonata dagli eventi e Logan Lerman (Quel treno per Yuma), interprete di Simon, il giovane che detiene per contratto il controllo di Kable in Slayers. La colonna sonora vanta brani di Marylin Manson e Bloodhoud gang, e risulta esaltante e perfetta compagna delle situazioni girate. Gamer arriva diretto al suo scopo: intrattenere per novanta minuti con idee fresche e seppur non nuove, raccontate con originalità. Partita vinta.


Gamer Butler ancora una volta diventa un tutt'uno col suo personaggio, in un film che gli calza a pennello. Azione futuristica dalle contanimazioni sociali che svolge abilmente il suo compito di intrattenimento, esaltando in più di un occasione grazie a personaggi ben caratterizzati e a una storia più semplice e meno banale della convulsa apparenza. Gamer dimostra inoltre come il talento della coppia di registi Taylor / Neveldine non sia esaurito con i due Crank, ma abbia ancora molte carte da sfornare per chi cerca azione adrenalinica senza troppi compromessi.

7.5

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