Rubrica Fidanzatine o Sgualdrine?

Sweethearts allo sbaraglio.

Rubrica Fidanzatine o Sgualdrine?
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C'era una volta la fidanzatina d'America. Per tutto il secolo scorso l'industria del cinema a stelle e strisce si è sforzata di fornire sweethearts ideali: dall'eterea Mary Pickford, alla deliziosa Julia Roberts, passando per Doris Day, senz'altro la più zuccherosa di tutte. Poco importa che alcune di esse fossero in realtà alcolizzate (la Pickford) o insopportabili megere (si dice che Preminger fosse solito riferirsi a Miss Day chiamandola ‘quella fottuta puttana polacca'), sullo schermo queste eroine incarnavano alla perfezione i valori dell'american way of life, fatto di buonismo e arrivismo, puritanesimo e pruderie. Allo scadere del millennio, quando la Disney si prese l'onere di offrire un ottimo training alle nuove fidanzatine tramite il Disney Channel, il confine tra sweetheart e sgualdrina si fece sempre più labile. Ma come la Disney, quella dei cartoon? Eh già, le strade della prostituzione sono infinite.

Lord Maxwell è fra noi.

Non sappiamo esattamente chi si nasconda dietro il taffetà, le piume di struzzo e il trucco alla Gloria Swanson di Lord Maxwell. Tutto quello che possiamo fare è lasciarvi alla lettura di questa nuova rubrica curata dalla penna cinica e glitterata del suddetto Lord. Semplice gossip? Critica sfacciata allo showbiz? Un po' e un po'. Come diceva Jean de Santeul, Castigat ridendo mores....

Le avanguardie

Anche se ormai ci troviamo di fronte alla seconda generazione di sweethearts targate Disney, non è male ricordare the rise and fall delle gloriose apripista. In principio furono Britney e Xtina, è superfluo aggiungere i cognomi. Le ricordiamo tutti come bambine prodigio del Disney Channel, che ben presto debuttarono su Mtv e altrettanto velocemente smisero i panni da collegiali per poi mai rivestirsi davvero del tutto. Britney però, nonostante il suo corpo non rispondesse più ai suoi comandi facendola passare da una coppa A ad una coppa C e molti dei suoi video sembrassero lo spot di un lubrificante (indimenticabile il suo gemere strusciandosi ritmicamente sul pacco di tutti i modelli che affollavano la torrida discoteca in I'm slave for you), continuava a professarsi vergine. E mentre noi in Italia discutevamo, da bravi adolescenti goliardi, sull'esistenza di un imene auricolare, in America, beati loro, la cosa fu presa molto sul serio. Tant'è vero che la notizia che Fred Durst avrebbe ricevuto del sesso orale dalle caste labbra della Spears suscitò non poco sgomento, e piano piano la dolce Brit si ritrovò in un vortice di sesso- psicofarmaci-droga che la portò al nervous breakdown che tutti conosciamo. L'anno scorso è stata avvistata mentre, nel bel mezzo di marzo, augurava buon Natale agli spettatori di una data del suo tour.
Ora onestà vorrebbe che parlassimo di Xtina, ma di lei ci si dimentica sempre volentieri, se pensiamo che persino Madonna, vera talent-scout di sweethearts allo sbaraglio, la trascurò dandole solo una distratta slinguazzata, dopo aver baciato con ben altra enfasi Brit durante i VMA del 2003.

Le nuove leve. Da Miley Cyrus....

Arriviamo dunque alle nuove leve del bordello Disney. Le volenterose epigoni di cotante regalità non hanno intenzione di far rimpiangere le più vecchie colleghe. Miley Cyrus per esempio ha cominciato la sua carriera recitando (si fa per dire) nella serie tv Disney Hannah Montana dove interpretava la parte di una ragazzina dalla doppia vita, di giorno adolescente come tante altre, di notte scatenata popstar (la differenza che intercorreva tra le due versioni di Miley era la stessa che c'è tra Bunny e Sailor Moon, ma nessuno nella serie riusciva a ricollegare le due persone). Logico che poi la metamorfosi in popstar comportasse che detta popstar avesse un repertorio proprio e così Miley deliziò anche le nostre orecchie offrendo hit indimenticabili (?) quali Party in the USA e When i look at you. Per il resto la carriera di Miley offre molti punti di contatto con quella delle altre ragazze Disney: come Britney, anche la Cyrus ha scelto (o dovuto subire) come manager il proprio padre, Billy Ray Cyrus, il quale, non contento di amministrare le finanze della piccola, si è anche ritagliato un ruolo in Hannah Montanah; come tutte le sue colleghe ad un certo punto ha dato una svolta slutty alla sua immagine continuando però a professarsi, per carità, vergine e contraria al sesso prima del matrimonio. La differenza con tutte le altre è che la svolta slutty non ha coinciso con l'ingresso nella maggiore età: perché aspettare, avrà pensato Miley, quando si può sciorinare subito tutto l'armamentario della vera virtuosa della strip dance elargendo mosse da professionista del palo (che sia quello di un night o di una tangenziale non è dato sapere) e simulando fellatio ad ogni frame dei suoi ultimi video. Eh già, la Cyrus ha ancora 17 anni, cosa che si fa sempre fatica a ricordare quando la si vede, come in effetti è successo non molto tempo fa, strusciarsi come la più consumata professionista di free climbing del palo sul suo produttore Adam Shankman, in un party per la prima dell'ultimo "film d'essay" di Miley, The last song. I due avevano postato già qualche settimana prima su Twitter una foto che li ritraeva insieme mentre lei gli lanciava sguardi che, parafrasando la filosofia di Hannah Montana, una donna dovrebbe riservare solo al proprio marito. Evidentemente però a Miley non era bastato e ha voluto condividere con i suoi giovanissimi fan presenti al festino (visto l'aria che tirava non sembra opportuno ricorrere a troppi eufemismi) tutte le sue capacità coreutiche sul pacco di Mr Shankman. I fan presenti pare non abbiano gradito e a nulla sono valse le proteste del produttore che tra l'altro pare sia dichiaratamente gay. Allora la giovane starlette cosa fa? Si pente e ritorna a più casti consigli? Ma neanche per idea. Forse ispirata dall'omosessualità del suo produttore-cicisbeo decide di tentare la carta i kissed a girl and i like it elargendo baci dolcemente saffici ad una ballerina durante l'ultima puntata di Britain's got talent. Avanguardia pura, cara Miley, ma mettiti in fila: il mondo del pop al femminile è pieno di tentativi del genere e anche tra le principessine Disney c'è chi è andata ben più lontana nella strada verso Gaycity, Lindsey Lohan per esempio.

....a Lindsay.

La giovane protagonista del cult movie Meangirls ha intrecciato una chiacchierata relazione durata mesi con la dj inglese Samantha Ronson a cui nessuno aveva davvero creduto. Forse perché Liloh, come chiamano i tabloids americani la Lohan, non è più sobria dal 2005. Come molte sue colleghe (Mischa Barton e Amy Winehouse) ha difatti creduto che una sbronza lunga una vita fosse meglio di una carriera lunga una vita e ha deciso di abbandonare lo stato eretto che caratterizza la nostra specie per assumere un andatura curva che le ha permesso di cadere sui red carpet di mezzo mondo. Logico dunque che i giornali abbiano dato alla relazione con la Ronson la stessa importanza che riservano ad uno qualunque dei disastri tricologici a cui ci ha abituato Liloh. Tant'è vero che ora la Lohan è tornata al suo vecchio amore, la bottiglia, amore che è stato salutato, data la forma decisamente falliche dell'oggetto in questione, come un ritorno all'eterosessualità e ha portato la nostra eroina a planare in cerca di uno schianto sulla Croisette dell'ultimo festival di Cannes. Ma che ci faceva Lindsey a Cannes? Presentava un suo nuovo poetico capolavoro di celluloide? Era li per pruomuovere il biopic ispirato alla vita della fu Gola Profonda Linda Lovelace, e, dopo essersi scolata tutta la riserva d'alcool del continente americano, deve aver pensato che, prosciugate le ultime riserve delle cantine di Napa, fosse ora di cercare carburante nelle campagne francesi concedendosi una puntatina a Cannes per ricordare al mondo che è ancora qualcuno, anche se non ha più una carriera.

Gossip Lord Se queste sono le nuove fidanzatine d'America c'è poco da star tranquilli e in questo clima da sunset boulevard delle sweethearts Disney siamo tutti attanagliati da un dubbio assillante e la cui soluzione rappresenta uno spiraglio di luce in questo debutto di millennio tanto travagliato. Se The dog days are over, come cantano I Florence and the machine, lo saranno altrettanto quelli delle sue consorti? Ai postumi di Liloh l'ardua sentenza.