Recensione Fantastic Mr. Fox

Non si è mai abbastanza furbi per sfuggire al proprio lato selvaggio.

Recensione Fantastic Mr. Fox
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Aprire un libro e trovarsi in un film.

Una volta o l'altra vi è sicuramente capitato di camminare per la vostra strada e sentire di colpo un rumore, una canzone o semplicemente un suono che in un attimo vi ha aperto gli occhi. Un riverbero lontano magari, un sussurro che in un istante vi ha fatto comprendere, ricordare o rivivere un momento della vostra vita, un frammento passato che poteva ritornare solo attraverso i ricordi, qualcosa che avevate rimosso, di effimero come una fiaba ascoltata da piccoli, una corsa su una collina arancione oppure una sorsata di buon succo di mela.
Forse alcuni di voi, si proprio voi che state leggendo questa breve recensione, hanno avuto questa straordinaria esperienza di vita; se invece non avete avuto la fortuna di viverla..beh ci dispiace, ma non potete nemmeno immaginarla.
Osservando "Fantastic Mr. Fox" è questo che si prova: se si ascolta attentamente, molto attentamente, fra i dialoghi sopraffini e le battute argute si possono sentire le pagine del libro che lentamente si sfoglia, lo strusciare del dito sulle righe del testo e il sospiro teso del bambino che sta seguendo la fiaba.
Questo è "Fantastic Mr. Fox" , è una fiaba, da vivere come quelle "di una volta" una pellicola che sa cogliere il sapore di una torta di mele lasciata a raffreddarsi sul davanzale e che può colpire lo spettatore fino a fargli "sentire" quel sentimento che solo un bambino coglierebbe.
Wes Anderson ha ben chiaro ciò che desidera vedere, ma soprattuto far percepire in un inquadratura: la costruzione della scena, lo studio della posizione dei personaggi (soprattuto legati alla battuta) sono assolutamente perfetti.
Dopo Life Aquatic with Steve Zissou e The Daarjeling Limited, Anderson torna più splendente che mai con quest'opera di totale consapevolezza registica.
La possibilità di poter coreografare nei minimi dettagli i movimenti dei suoi "attori" di plastilina e di poter supervisionare la costruzione degli oggetti che riempiono ogni scena ha conferito al regista il potere di dare completamente sfogo al suo folto immaginario.
Come ogni pellicola che contraddistingue la filmografia del regista anche questa da una importanza vitale al lato cromatico; se Life Acquatic era dominato dall'azzurro del mare, Darjeeling Limited dal giallo del deserto, Fantastic Mr. Fox è inondato dall'arancione dei paesaggi autunnali. Scorci mirabilmente amalgamati tono su tono con il costume del protagonista e il suo fulvo pelo ispido, la poesia che traspare dai piccoli dettagli permea ogni centimetro di pellicola e quale animale meglio di una volpe può essere protagonista di una poesia?
Anzi, il paragone migliore è quello con una filastrocca, immagini scelte da un autore un po' matto, unite tra loro apparentemente in una rima folle per dare vita ad una pellicola che è per tutti fuorché per i bambini.

C'era una volta..

Molti di voi sapranno già che Mr. Fox è un personaggio inventato dalla penna di Roald Dahl (scrittore per ragazzi, autore anche del famoso racconto"Charlie and the Chocolate Factory")
Mr. Fox è una furba volpe fulva amante della vita agiata e delle galline a pranzo, con sogni di gloria e una famigliola a carico.
I guai iniziano quando Mr. Fox (George Clooney), compra e si trasferisce con la famiglia in un albero di lusso, andando contro i consigli del suo avvocato (Bill Murray).
La nuova abitazione è stupenda, ma ha tre vicini umani non troppo contenti che una volpe giri attorno alle loro fattorie: basta poco per far scoppiare una guerra fra animali e umani ed il putiferio è dietro l'angolo!
Fox dovrà sudare sette camicie per tenere unita la sua famigliola, lottare contro la sua fobia dei lupi e lottare contro i temibili proprietari terrieri.
Un trionfo della stop-motion che (nonostante la qualità delle altre opere realizzate a passo uno) finalmente si allontana dallo stile dark-gotico che ha sempre influenzato questa tecnica.

Il Lupo che è in noi

Un film acquerellato, proprio come i disegni originali del libro di Dahl, dove colori e fotografia si uniscono per illuminare gli occhi.
Un semplice tocco della luce sulla pellicola si espande, lentamente, annettendo i colori, l'arancione e il giallo ocra del grano, conferendogli una nuova vita, una gioia per lo sguardo.
La sceneggiatura invece, come un giocoliere, riesce a mantenere sempre concentrato lo spettatore facendo crescere dentro di lui la curiosità, l'interesse e la voglia di voltare pagina e di osservare stupito la prossima scena.
Ma due semplici aspetti sopra gli altri hanno bisogno di un discorso a parte. Il primo della lista è sicuramente la colonna sonora, geniale nella sua semplicità. Come è ormai biglietto da visita Anderson punta ad un registro più anni 70-80, classiche perle dimenticate della musica pop e country (in particolare inglese) e perfino una ballata scritta apposta per la pellicola, cantata davanti al fuoco.
Sulle note della musica invece fanno capolino balli "a scatti" da parte dei personaggi, proprio come i combattimenti, traccia di un modo di vedere il mondo più spensierato e sincero, dove la danza e la lotta sono considerati pari.
Il secondo aspetto da tenere in considerazione è la profonda e misteriosa scena del lupo.
Dall'inizio pellicola sappiamo subito della particolare fobia di Mr. Fox, una paura immotivata per il Canis Lupus.
La scena in questione vede protagonista un Mr. Fox (Vulpis Vulpis) in fuga e un tetro e distante lupo (Canis Lupus) che lo osserva silenzioso.
Mentre il protagonista rimane al sicuro in una zona arancione dello schermo il suo "amico" invece, incuriosito, lo osserva da una zona innevata (che per una strana prospettiva artistica sembra molto più vicina): i due dapprima si osservano silenziosi, che fare?
Dopo un primo approccio di Fox in inglese, tenta con il francese , ma niente, il Lupo osserva. E poi un semplice gesto della mano, un pugno alzato fa rispondere l'animale "selvaggio" con un rimando identico, per un breve momento i due rimangono fissi a scambiarsi lo sguardo.
Entrambi vorrebbero forse essere l'altro, chi troppo ferino per vestire panni umani, chi troppo umano per correre nelle neve.
Un' allegoria della crisi di mezza età, la voglia di essere altro, di tornare selvaggi e l'improvviso rispetto ritrovato per una vita che una volta ci pareva folle.
La sottile linea che avvolge il film ammicca all'istinto, alla forza che è dentro ciascuno di noi (e soprattuto si rivolge agli uomini arrivati intorno ai cinquanta) che ci ricorda che, nonostante quello che facciamo, nonostante i nostri vestiti, anche se parliamo forbito rimarremo sempre "animali selvaggi".
Le nostre azioni per quanto ci sembrino dettate da profondi ragionamenti rimangono sempre legate all'istinto. Proprio come Mr. Fox siamo animali, dobbiamo rendercene conto e agire di conseguenza.

Fantastic Mr. Fox Fantastic Mr. Fox non è una semplice opera d'animazione, non è pensato e non è fatto per i bambini. Fantastic Mr. Fox è una pellicola incredibilmente ironica, profonda e motivata che tuttavia verrà sempre considerata di “serie b” proprio per la difficile scelta di registro che Anderson ha voluto compiere. Andate a vederlo, compratelo quando uscirà in home video, ma non aspettatevi un prodotto in stile Shrek. Fantastic Mr. Fox è molto più di questo.

8

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