Drive Angry 3D, la recensione del film con Nicolas Cage

Divertente ed esagerato, il nuovo film di Nicolas Cage: scoprite di più leggendo la nostra recensione completa.

Drive Angry 3D, la recensione del film con Nicolas Cage
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Patrick Lussier. Un nome non molto noto. Tranne, forse, per chi apprezza il cinema di Wes Craven e l'horror in generale. Dopo una lunga gavetta come montatore televisivo per serie come Mc Gyver e Highlander, comincia a lavorare per il cinema proprio col 'papà' di Freddy Krueger, montando per lui Nightmare: Nuovo incubo e i primi tre Scream.
Debutta come regista con La profezia (The prophecy 3: the ascent), episodio conclusivo del trittico fanta-horror con Christopher Walken, per poi lavorare ad una trilogia tutta sua, Dracula's Legacy, con un ancora sconosciuto Gerard Butler. Dopo l'anonimo White noise - the light, ecco arrivare l'occasione di una vita per il cineasta canadese: dopo tanti direct-to-video, un film per il grande schermo, il remake di un classico degli horror anni '80, Il giorno di San Valentino. Per l'occasione, Lussier è tra i primi, già nel 2009, a far sfoggio della ritrovata tecnica stereoscopica, e San Valentino di Sangue 3D acquista, in breve, enorme popolarità, decuplicando quasi il misero budget iniziale di appena quindici milioni di dollari.
Subito dopo, Lussier si butta anima e corpo in un nuovo progetto a fianco di Nicolas Cage, un violentissimo film on the road che ammicca pesantemente ai classici degli anni '70/'80, finalmente pronto a sfrecciare anche sui nostri schermi.
Mettetevi comodi e preparate bibite e pop-corn: arriva John Milton, ed è molto, molto arrabbiato.

I'm on a highway from Hell

Nella periferia americana si aggira un uomo. Solo, stanco e incazzato. Ma dalla determinazione incrollabile. Il suo nome è John Milton (Nicolas Cage). Non proprio uno stinco di santo: egoista, burbero, becero. Ed evaso. La sua pena era ancora assai lunga da scontare, ma dopotutto lui non ha tempo da perdere: deve farla pagare a chi gli ha ucciso la figlia e rapito la nipotina, prima che questa faccia una brutta fine.
John si getta dunque all'inseguimento del folle santone Jonah King (Billy Burke), braccato dalla polizia e dal misterioso ed ineffabile Contabile (William Fichtner), in compagnia della sboccata, sexy e riluttante cameriera Piper (Amber Heard)...

Cinema d'evasione (dall'inferno)

Quello che all'incirca 25/30 anni fa era un genere consolidato ma che poi si era perso nel perbenismo e nella massificazione ha trovato nuova linfa con registi come Tarantino, Rodriguez, e il duo Neveldine & Taylor, mai parchi nel mostrare azione, sangue, donne discinte ed esagerazioni testosteroniche. Esemplari il dittico di Grindhouse o l'insuperato capolavoro del trash volontario Crank, con un grande Jason Statham. Vista la cura maniacale riposta in queste produzioni, viene però difficile bollarle come semplici pellicole d'exploitation, e lo stesso vale, inaspettatamente, per Drive Angry.
Uscito in sordina, snobbato addirittura al Comic-Con di San Diego dello scorso anno in favore di pellicole più patinate, il film di Lussier è uno di quelli destinati a floppare pesantemente al botteghino, per diventare poi con gli anni un guilty pleasure da spararsi spaparanzati in poltrona durante le serate 'per soli maschi', quelle delle pizze tonno&cipolla e della Peroni ghiacciata.
Tutto, in questo film, è costruito in funzione del divertimento del pubblico, eccedendo volutamente sotto ogni aspetto, con una cafonaggine tale da rendere certe scene di Crank o Death Race fini e compassate come una battuta di caccia alla volpe gallese.
Cominciamo dal protagonista. La qualità della recitazione di Cage, si sa', la maggior parte delle volte è direttamente proporzionale alla tamarraggine del suo ruolo e del contesto. Qui, difatti, fa faville, risultando talmente strafottente (e intimamente appagato) da sembrare di star recitando per un corto scolastico, con una leggerezza fuori dagli schemi crediamo mai vista prima.
Il fumettone della sua vita, probabilmente, tanto che viene da chiedersi cosa ne uscirà fuori dal suo prossimo Ghost Rider, attualmente in realizzazione. Sarà superfluo? Sarà in scia con quanto visto qui? Lo sapremo presto. Per ora ci basta il suo John Milton, colui che da' una nuova definizione all'espressione “L'uomo che non deve chiedere. Mai”.
A fargli da contorno volti meno noti del suo ma non meno espressivi: Burke, per quel che alla fine conta, rende a dovere la lucida follia del suo personaggio, mentre una menzione d'onore spetta a Fichtner, che con estrema nonchalance spazia tra due “cattivi” Chris d'eccezione: Walken e Waltz. Il suo Contabile è un villain di quelli per cui si fa il tifo, senza dubbio.
E infine abbiamo la magnificenza fatta cow-girl, quella Amber Heard già vista in Benvenuti a Zombieland e ora al cinema anche col carpenteriano The Ward - Il reparto.
Una bellezza poco elegante ma decisamente “appetitosa” come una succulenta bistecca texana, che Lussier non lesina mai, anche a scapito della caratterizzazione del personaggio (che del resto non deve andare al di là di quanto vediamo).

La classe non è acqua: è birra doppio malto.

Ma è il modo in cui l'overflow di trashume e citazioni viene gestito da Lussier e la sua crew che stupisce.
È tutto girato e recitato con la consapevolezza di voler esagerare, ma senza mai gettare nulla nella mischia a caso: i deliranti dialoghi hanno tutti un loro senso, mentre i personaggi, nella loro monodimensionalità, sono completi, in funzione di una storia che fila senza tempo morto alcuno.
Lussier spinge l'acceleratore su combattimenti assurdi, personaggi tutti d'un pezzo, inquadrature spericolate e fan service, usando volutamente montaggi rozzi quanto efficaci, e un 3D talmente 'cafone' e saturo di pop-up da risultare quasi sgranato nelle scene più scure. 3D pensato appositamente in funzione del film, “non quelle schifezze realizzate in post-produzione” avverte il regista nel pressbook della pellicola.
Dubbiaarte per il gusto dell'arte”, insomma. Per pochi. Ma è solo l'ennesimo, voluto, difetto di un prodotto perfetto nella sua scelleratezza.

Drive Angry 3D Patrick Lussier guida un bolide d'epoca su due ruote, in bilico su una lunga trave sospesa. E arriva al traguardo, strafottente e divertito, in compagnia di un Nic Cage al top. Bastava pochissimo per rovinare il tutto in modo scontato, eppure Drive Angry è un balocco che non delude mai usando e (mai abusando) dei cliché del genere. Buongustai, vade retro: questo è puro junk food, un gustosissimo hamburger a dieci strati. Un film senza buoni, senza eroi. Quelli sono da un'altra parte. Qui ci stanno solo i cattivi, e quelli ancora più cattivi di loro. “É senz’altro un film per la mezzanotte e io adoro i film per la mezzanotte” ha sentenziato Cage su Drive Angry. E, strano a dirsi, ci troviamo concordi.

7

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