Speciale Avatar e le inutili polemiche

L'Osservatore Romano boccia Avatar e il web impazzisce.

Speciale Avatar e le inutili polemiche
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Il "giornalettismo" italiano non finisce mai di stupire e questa volta il protagonista principale è proprio il mondo che gravita attorno alla stampa cinematografica web e cartacea italiana.
L'argomento del contendere è la bocciatura operata dall'Osservatore Romano nei riguardi di Avatar, l'attesissimo film di James Cameron che uscirà in Italia questo venerdì, ma che noi di Everyeye abbiamo recensito per primi in Italia (e in versione Imax per di più).

Alle anteprime stampa di sabato mattina, cui ovviamente anche Everyeye era presente, l'ultima, già leggendaria fatica del Re del Mondo, ha raccolto, come negli Stati Uniti, un coro quasi unanime di consensi e lodi. Tuttavia, qualche voce contraria, o maggiormente scettica e critica si è comunque alzata, anche se si trattato di posizioni non particolarmente feroci, quanto di analisi puntuali del film con le quali è ovviamente lecito trovarsi o non trovarsi in accordo.

Fra queste penso in primis a quanto scritto da Alessandro Gilioli sul suo Blog "Piovono Rane" ospitato sul sito de L'Espresso in cui si sottolinea senza particolare acredine come il film sia sostanzialmente diviso in due:

"A proposito, il film è praticamente diviso in due. La prima parte è quella visionaria, una gran pippa di creature fantastiche in 3D che fanno godere gli occhi e l'immaginario di chiunque non abbia il cervello definitivamente inaridito. Io l'ho visto da sobrio, ma immagino che guardarsi l'ora e mezzo iniziale di Avatar sul grande schermo dopo una robusta canna debba essere un'esperienza mistico-allucinogena molto meglio del peyote [....]
Ora, ognuno ha i suoi gusti ma a me pare che a questo punto Cameron abbia mandato in vacca tutto, trasformando un viaggio oltre la realtà in un western tecnologico rovesciato, dove i buoni sono gli indigeni e i cattivi i cowboys, ma alla fine è sempre un insegui-ammazza-insegui-ammazza lungo troppi minuti.
Probabile che la mia stanchezza verso le tecnomattanze finali sia determinata da ragioni anagrafiche (forse i videogames-nativi la vedono diversamente), ma secondo me l'armonia eco-new age della prima ora e mezza viene rotta in modo un po' brusco, e non è che il messaggio sia propriamente pacifista visto che i cattivi superstiti si tolgono dalle palle solo dopo che la gran parte degli invasori sono esplosi in un mare di fuoco, e amen."


Alessandro Giglioli su L'Espresso


Ovviamente, nessun quotidiano, nessun sito internet ha fatto di tale critica una notizia. Se però a parlare è l'Osservatore Romano l'espressione "apriti cielo" diventa quantomeno azzeccata: da sabato ad oggi, il web è stato invaso di agenzie, commenti, opinioni riguardanti la bocciatura operata dal periodico della Santa Sede.
Alcuni, oltre a riportare tale notizia (che in realtà tutto è tranne che una notizia, quanto esercizio di critica legittimo quanto tutti gli altri), si sono anche spinti oltre, tirando fuori le vecchie polemiche riguardanti le posizioni, ritenute negative, dell'Osservatore Romano nei confronti di Harry Potter. Come spesso accade, quando si toccano argomenti come questi, si prendono le classiche cantonate, perché l'importante non è dare un'informazione corretta, quanto far si che google news porti acqua al mulino dei counter degli articoli. Perché quando si parla, in positivo o in negativo, di Santa Sede e di elementi ad essa collegati, potete stare sicuri che Google vi premierà.
Tanto per cominciare, Harry Potter non è stato accolto o rigettato in toto dall'Osservatore Romano: come potete verificare cercando negli archivi del sito o tramite questi due link che riportano in lingua inglese gli articoli di Paolo Giulisano ed Edoardo Rialti, all'interno della "voce" vaticana, esistono posizioni differenti in merito e ognuna ha trovato spazio per esprimersi sulle pagine del giornale. Due analisi, una positiva e l'altra negativa, parimenti interessanti a prescindere da come uno la pensi circa il maghetto di J.K. Rowling.
Arrivando ad argomenti più vicini a noi, ovvero all'ultimo lavoro di Mr. Terminator, stento davvero a capire perché questa mattina, digitando "Avatar" ed avviando la ricerca in Google News, mi son dovuto trovare di fronte ad una pletora di link che rimandavano ad una non-notizia che non fa altro che testimoniare l'abitudine di sollevare polveroni da nulla.
Nello specifico dell'articolo pubblicato sull'Osservatore Romano, a firma di Gaetano Vallini che potete trovare qui e che v'invitiamo a leggere per farvi un'opinione basata sulla fonte originale e non su stralci ritagliati e contestualizzati ad hoc, si dichiara senza mezze misure che la portata innovativa della pellicola è dirompente e che "la magia del cinema si rinnova in tutta la sua forza immaginifica", ma che Cameron nel raccontare una storia di soprusi ad opera di una civiltà più avanzata dal punto di vista tecnologico verso la popolazione dei Na'vi, ha un po' perso di vista lo spessore della storia facendola scadere nel blando sentimentalismo, che è più o meno la stessa identica critica portata avanti da tutte le (poche) voci che hanno osato uscire fuori dal coro (fate un giro sui vari Metacritic o Rottentomatoes per trovare prova di ciò).

Vallini poi conclude la sua analisi con una sentenza che trovo difficile accostare al mio concetto di "bocciatura":
"Se serviva una nuova frontiera per il cinema di fantascienza, Avatar l'ha segnata, spostandola molto in avanti. E il record di incassi - che peraltro appartiene a un altro lavoro di Cameron, Titanic (1997) - potrebbe essere superato. Del resto lo spettacolo vale il prezzo del biglietto."

Magari ho un metro di giudizio differente da quello dei miei colleghi, ma se questa è una bocciatura, mi domando come potrebbe essere catalogata la chiosa della recensione di Avatar apparsa su Entertainment Weekly:

"As spectacle, Avatar is indelible, a true rush, but as a movie it all but evaporates as you watch it"
(Come spettacolo, Avatar è indelebile - è un vero balzo in avanti - ma come film evapora non appena finisci di vederlo")
.

Eppure, su Google News non si trova alcuna traccia di articoli dal titolo "Entertainment Weekly Boccia Avatar".
E credo che questo sia emblematico di come oggi vengano costruite molte notizie nel nostro paese.
Sul nulla.

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