X: A Sexy Horror Story, quando erotismo, horror e commedia si incontrano

Il regista di The Innkeepers sorprende tutti con il suo "capolavoro", inteso come sintesi perfetta del suo ideale cinematografico, stilistico e tematico.

X: A Sexy Horror Story, quando erotismo, horror e commedia si incontrano
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Quella che racconta Ti West nel suo X: A Sexy Horror Story è l'atavica paura di sfiorire, invecchiando inesorabilmente divorati dai segni del tempo. La faceva l'esteta Oscar Wilde nel suo Il ritratto di Dorian Gray sul finire del diciannovesimo secolo, lo fa oggi il giovane talento dell'horror West , l'autore di The Innkeepers e Nella valle della violenza, nella sua ultima fatica cinematografica, grande ritorno al lungometraggio dopo 6 anni d'assenza per un'opera degna di essere definita il suo massimo capolavoro.

Vietato ai Minori di 18 anniAttenzione, poco prima dell'uscita nelle sale il film è stato classificato come Vietato ai Minori di 18 anni in Italia.

Lo è per concept, stile e tematica: un opus magnum di un autore che mai ha tradito il genere, rendendolo unica casa possibile per il suo ideale di cinema, certo plasmandolo a seconda delle proprie esigenze narrative ma nobilitandone di volta in volta l'estrazione più autoriale e di serie B, ricercata e voluto.

Con X, Ti West confeziona un prodotto solido e ben articolato in una storia ambientata nel Texas di fine anni '70 e nel mondo della pornografia. Un titolo che vuole essere orgogliosamente semplice e attrattivo per gli amanti degli slasher che furono, strizzando l'occhio a soluzioni visive e tematiche che tanto ricordano il meglio del cinema di genere di quegli anni, da Craven a Carpenter. Per farlo, il regista si affida a tre elementi cardine che insieme danno la misura del mix suggestivo e intelligente pensato da West: sono l'erotismo, l'orrore e la commedia.

L'evoluzione di Ti West

Rispetto al passato, il regista di The Sacrement sembra qui più maturo e consapevole. Cura da cima a fondo quasi ogni aspetto del film, compresi montaggio e produzione, ancora una volta libero di gestire la sua opera come meglio crede, soprattutto creativamente.

West è poi noto per questo suo controllo semi-totale sul progetto, solitamente film piccoli prodotti con interesse da compagnie militanti nel genere e affascinante dall'intuito e la passione del regista. X non cambia: resta un film tutto sommato piccolo. A cambiare sono le ambizioni di Ti West, l'evidente intenzione di voler creare qualcosa per cui essere definitivamente ricordato, applaudito e discusso. Non è un caso che sia già in post produzione Pearl, prequel/spin-off girato in contemporanea col progetto e dedicato all'omonimo personaggio "villain" di X. Ed è in lei - anziana donna decrepita un tempo seducente e affamata di vita e di sesso - e nel contraltare dato da Maxine - giovane promessa del porno - che il film trova la sua dimensione al contempo più intima e terrificante, negli opposti che poi tanto opposti non sono. Ancora più virtuosa e sagace, inoltre, è la scelta di far interpretare i due ruoli alla stessa attrice, Mia Goth, a cui è rimessa la ricerca di sensibilità su schermo diametralmente differenti, entrambe lavorate a partire dall'erotismo e dall'orrore.

Porno, sangue e religione

Da un lato abbiamo un corpo decrepito e sfiorito tenuto in vita dal desiderio, dall'altro un ragazza consapevole della sua sensualità e bellezza, che quello stesso desiderio ancora giovane e infuocato può renderlo addirittura lavoro, vivendo di sesso. L'orrore, in X di West, è però rintracciabile anche nella repressione, che sia fisica o morale, e la commedia entra a gamba tesa nel film lavorando proprio agli antipodi, sul bisogno d'espressione corporale, sul piacere, sulla sensata esasperazione concettuale della "potenza" contro "l'impotenza": di esistere, di agire, di liberarsi dal giogo altrui - che sia psicologico o del tempo.

Questo si vede anche nel breve arco narrativo di Jenna Ortega, ma è soprattutto tra Pearl e Maxine che si instaura questa dicotomia tematica sostanziale, perché simili ma diverse, facce della stessa medaglia che a loro modo tentano solo di tornare a brillare come meglio possono. L'intero crescendo narrativo vive di una tensione erotica molto forte e spesso esplicita, ma il "sesso" di X è rintracciabile anche nell'eleganza della violenza, nel costrutto stesso dello slasher e delle situazioni più al limite che sanno essere al contempo disgustose o impressionanti eppure divertenti e straordinariamente appaganti. Ecco, X è esattamente così: un film semplice che si nutre d'intuizioni piacevoli e sofisticate nella loro genuina schiettezza, raggiungendo ogni obiettivo sperato.

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