Chris Buck, il regista di Tarzan e di Frozen e Frozen 2, torna alle redini di un Classico Disney, il 62esimo, con l'obiettivo di regalare a Burbank un nuovo Rinascimento. Nell'anno in cui l'azienda celebra La Sirenetta, il film che le permise di riprendersi sul finire degli anni Ottanta ottenendo un decennio di successi, Disney prova a celebrare anche i suoi 100 anni di vita e ambisce a creare un Classico che possa ridare la giusta linfa alle sue produzioni. Che soffrono. Tanto. Il teaser trailer di Wish pubblicato in italiano pochi giorni fa ci ha permesso di farci un'idea più completa su ciò che ci troviamo dinanzi e che il 21 dicembre prossimo arriverà al cinema.
Wish - Il potere dei desideri ci presenta Asha, una ragazza di 17 anni protagonista di quella che sarà una corsa verso la liberazione. Il regno di Rosas, al largo della penisola iberica, è minacciato da un'oscurità che nessuno riesce a percepire, se non lei. A farle da contraltare ci sarà il Re Magnifico, un tiranno che anela al controllo totale del proprio regno, affiancato tra l'altro da uno stregone col quale Asha ha un legame particolare. A supportarla in questa impresa ci sarà una stella di nome Star, che risponderà alle sue esigenze, oltre a dare voce non solo alla flora, ma anche alla fauna locale.
Il ritorno del villain
C'è un primo segnale incoraggiante per il ritorno al passato: la presenza di un villain. Parliamo di un antagonista che sembra voler rispettare tutti i crismi narrativi richiesti per poter essere tale, ossia una visione in totale antitesi a quella non solo della protagonista, ma anche del mondo che lo circonda. Potrebbe essere interpretato come una declinazione più fantasiosa di Claude Frollo, che vedeva il mondo con la propria prospettiva, o dello stesso Gaston de La Bella e la Bestia, la cui preoccupazione era quella di arrivare a salvaguardare la sua bolla da una temibile bestia. Una buona sintesi di quella che è stata la tradizione del Rinascimento, che ha ci ricordato più volte di come una storia possa trovare un compimento nel conflitto che viene generato tra il protagonista e l'antagonista.
Con questo non vogliamo condannare chi, a partire da Encanto, ha fatto in modo che il conflitto potesse essere declinato in una forma interiore (per questo Encanto è stato un film divisivo), oppure ha voluto esacerbare le difficoltà dell'umana specie a rapportarsi con le proprie azioni, come in Strange World, ricordando che ciò ha condotto al più grande flop Disney del 2022. Il ritorno a una tradizione, però, per celebrare soprattutto i 100 anni di produzione di una casa d'animazione storica, è un segnale importante da parte di Chris Buck, che per primo aveva, con Frozen, spinto la direzione verso un conflitto a livello microscopico, là dove Elsa riusciva a essere, anche in pesante riferimento alla fiaba originale, fautrice del suo bene e del suo male.
La sorpresa artistica
Un altro aspetto affascinante, da tenere in considerazione, dopo aver visto il trailer, riguarda lo stile di animazione che è stato scelto per l'occasione: Wish non ha quel rendering tridimensionale che siamo soliti vedere nei film che Disney ci ha proposto di recente, anzi sembra staccarsi dalla CGI più spinta. Persino nei movimenti, soprattutto nel momento in cui la protagonista, affiancata dal suo companion, si ritrova affacciata sul balcone sembra trovarsi dinanzi a un 2D o al massimo con un'animazione da 2.5D. La tecnica sembra quella usata per Paperman, il cortometraggio del 2012 realizzato da Disney, che a distanza di dieci anni potrebbe essere pronta per un lungometraggio. L'arrivo di Star ci riporta alla realtà e ci fa capire che siamo dinanzi a un 3D, pertanto il concept ci ha leggermente confusi ma allo stesso tempo incuriositi, per riuscire a capire dinanzi a cosa ci troviamo.
Passiamo alle location che ci sono state mostrate: Disney insiste sulla derivazione europea, di chiaro stampo occidentale, insistendo su quelle ambientazioni che le sono sempre state care. Siamo nella Penisola Iberica e questo non può far altro che aumentare l'attenzione già da sempre attiva da parte del team di animazione su quella che è stata la tradizione del Rinascimento. Belle si aggirava tra le stradine di un paesino francese, Quasimodo cantava dalle guglie di Notre Dame, Ariel volgeva il suo sguardo sul regno della Danimarca, Hercules impara a diventare un dio tra le colline elleniche. Al di là, quindi, delle escursioni in Africa per Tarzan e Simba e il Medio Oriente di Aladdin, Pocahontas è stata l'unica a evadere dal Vecchio Continente per trasferire l'attenzione di Disney nel continente americano.
Ciò che torna dal Rinascimento è anche l'intenzione a concentrarsi sul desiderio, sulla forza che i protagonisti hanno avuto nel far sì che ciò che più volevano diventasse realtà. La presenza delle sfere che vediamo nella sala del Re Magnifico questo rappresentano: i desideri che sono stati espressi da parte degli abitanti del villaggio, con il solo monarca che un giorno potrà decidere di accontentarli o meno.
La stessa Asha richiama tantissimo quel canovaccio che Jeffrey Katzenberg aveva deciso di imporre alle produzioni degli anni Novanta: un protagonista spogliato della figura genitoriale, affiancato da un companion - in questo caso la capretta Valentino - e bramosa di raggiungere un qualcosa di inarrivabile. Per il Rinascimento era un amore impossibile, per Wish potrebbe essere la detronizzazione del Re Magnifico. Per Disney, adesso, il ritorno a qualcosa di glorioso.
Wish, il trailer del Classico Disney racconta un ritorno al Rinascimento
Il nuovo trailer di Wish ci presenta quello che dovrebbe essere il Classico della rinascita, una nuova per Disney, dopo i recenti flop
Chris Buck, il regista di Tarzan e di Frozen e Frozen 2, torna alle redini di un Classico Disney, il 62esimo, con l'obiettivo di regalare a Burbank un nuovo Rinascimento. Nell'anno in cui l'azienda celebra La Sirenetta, il film che le permise di riprendersi sul finire degli anni Ottanta ottenendo un decennio di successi, Disney prova a celebrare anche i suoi 100 anni di vita e ambisce a creare un Classico che possa ridare la giusta linfa alle sue produzioni. Che soffrono. Tanto. Il teaser trailer di Wish pubblicato in italiano pochi giorni fa ci ha permesso di farci un'idea più completa su ciò che ci troviamo dinanzi e che il 21 dicembre prossimo arriverà al cinema.
Wish - Il potere dei desideri ci presenta Asha, una ragazza di 17 anni protagonista di quella che sarà una corsa verso la liberazione. Il regno di Rosas, al largo della penisola iberica, è minacciato da un'oscurità che nessuno riesce a percepire, se non lei. A farle da contraltare ci sarà il Re Magnifico, un tiranno che anela al controllo totale del proprio regno, affiancato tra l'altro da uno stregone col quale Asha ha un legame particolare. A supportarla in questa impresa ci sarà una stella di nome Star, che risponderà alle sue esigenze, oltre a dare voce non solo alla flora, ma anche alla fauna locale.
Il ritorno del villain
C'è un primo segnale incoraggiante per il ritorno al passato: la presenza di un villain. Parliamo di un antagonista che sembra voler rispettare tutti i crismi narrativi richiesti per poter essere tale, ossia una visione in totale antitesi a quella non solo della protagonista, ma anche del mondo che lo circonda. Potrebbe essere interpretato come una declinazione più fantasiosa di Claude Frollo, che vedeva il mondo con la propria prospettiva, o dello stesso Gaston de La Bella e la Bestia, la cui preoccupazione era quella di arrivare a salvaguardare la sua bolla da una temibile bestia. Una buona sintesi di quella che è stata la tradizione del Rinascimento, che ha ci ricordato più volte di come una storia possa trovare un compimento nel conflitto che viene generato tra il protagonista e l'antagonista.
Con questo non vogliamo condannare chi, a partire da Encanto, ha fatto in modo che il conflitto potesse essere declinato in una forma interiore (per questo Encanto è stato un film divisivo), oppure ha voluto esacerbare le difficoltà dell'umana specie a rapportarsi con le proprie azioni, come in Strange World, ricordando che ciò ha condotto al più grande flop Disney del 2022. Il ritorno a una tradizione, però, per celebrare soprattutto i 100 anni di produzione di una casa d'animazione storica, è un segnale importante da parte di Chris Buck, che per primo aveva, con Frozen, spinto la direzione verso un conflitto a livello microscopico, là dove Elsa riusciva a essere, anche in pesante riferimento alla fiaba originale, fautrice del suo bene e del suo male.
La sorpresa artistica
Un altro aspetto affascinante, da tenere in considerazione, dopo aver visto il trailer, riguarda lo stile di animazione che è stato scelto per l'occasione: Wish non ha quel rendering tridimensionale che siamo soliti vedere nei film che Disney ci ha proposto di recente, anzi sembra staccarsi dalla CGI più spinta. Persino nei movimenti, soprattutto nel momento in cui la protagonista, affiancata dal suo companion, si ritrova affacciata sul balcone sembra trovarsi dinanzi a un 2D o al massimo con un'animazione da 2.5D. La tecnica sembra quella usata per Paperman, il cortometraggio del 2012 realizzato da Disney, che a distanza di dieci anni potrebbe essere pronta per un lungometraggio. L'arrivo di Star ci riporta alla realtà e ci fa capire che siamo dinanzi a un 3D, pertanto il concept ci ha leggermente confusi ma allo stesso tempo incuriositi, per riuscire a capire dinanzi a cosa ci troviamo.
Passiamo alle location che ci sono state mostrate: Disney insiste sulla derivazione europea, di chiaro stampo occidentale, insistendo su quelle ambientazioni che le sono sempre state care. Siamo nella Penisola Iberica e questo non può far altro che aumentare l'attenzione già da sempre attiva da parte del team di animazione su quella che è stata la tradizione del Rinascimento. Belle si aggirava tra le stradine di un paesino francese, Quasimodo cantava dalle guglie di Notre Dame, Ariel volgeva il suo sguardo sul regno della Danimarca, Hercules impara a diventare un dio tra le colline elleniche. Al di là, quindi, delle escursioni in Africa per Tarzan e Simba e il Medio Oriente di Aladdin, Pocahontas è stata l'unica a evadere dal Vecchio Continente per trasferire l'attenzione di Disney nel continente americano.
Ciò che torna dal Rinascimento è anche l'intenzione a concentrarsi sul desiderio, sulla forza che i protagonisti hanno avuto nel far sì che ciò che più volevano diventasse realtà. La presenza delle sfere che vediamo nella sala del Re Magnifico questo rappresentano: i desideri che sono stati espressi da parte degli abitanti del villaggio, con il solo monarca che un giorno potrà decidere di accontentarli o meno.
La stessa Asha richiama tantissimo quel canovaccio che Jeffrey Katzenberg aveva deciso di imporre alle produzioni degli anni Novanta: un protagonista spogliato della figura genitoriale, affiancato da un companion - in questo caso la capretta Valentino - e bramosa di raggiungere un qualcosa di inarrivabile. Per il Rinascimento era un amore impossibile, per Wish potrebbe essere la detronizzazione del Re Magnifico. Per Disney, adesso, il ritorno a qualcosa di glorioso.
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