Vedova Nera tra violenza e umanità: l'eroina vietata ai minori che mancava

Lo sviluppo del cinecomic stand alone dedicato all'eroina interpretata da Scarlett Johansson procede spedito verso territori Rated-R.

Vedova Nera tra violenza e umanità: l'eroina vietata ai minori che mancava
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Il 2019 è appena iniziato, ma i fan del Marvel Cinematic Universe stanno già contando le settimane e i mesi che li separano dai cinecomic Marvel Studios in uscita. Come sappiamo, marzo sarà il turno dell'attesissimo Captain Marvel con Brie Larson, che lascerà spazio appena un mese e mezzo dopo all'evento cinematografico per eccellenza, Avengers: Endgame, che a sua volta sarà seguito da Spider-Man: Far From Home, primo film del MCU a essere ambientato in quella che potremmo già chiamare Fase 4. È una tabella di marcia ricchissima che ci terrà impegnati per buona parte dell'anno, ma dopo questo sublime trittico supereroistico Kevin Feige e soci dovranno cominciare per forza di cose a svelare più nel dettaglio tutti i progetti legati al post-Endgame, di cui già conosciamo qualcosa ma in modo del tutto superficiale.
Sappiamo ad esempio che sono in lavorazione Doctor Strange 2 e Black Panther 2, che torneranno i rispettivi registi dei primi capitoli dei due franchise e che in sviluppo c'è anche un film dedicato agli Eterni e a Shang-chi (primo super Marvel di origini asiatiche), ma le notizie più succose e ufficiali in merito al futuro dell'Universo Condiviso riguardano essenzialmente soltanto lo stand-alone su Vedova Nera.

Letale umanità

Il cinecomic già annunciato e in procinto di entrare in produzione a febbraio sarà diretto da Cate Shortland (Lore), regista proveniente dal circuito indipendente, scelta quindi per il suo apporto artistico, la sua precisa visione e il suo stile narrativo per immagini. Non è un nome conosciutissimo, ma in fin dei conti non lo erano neanche Anna Boden o Ryan Fleck, così come Scott Derrickson o Peyton Reed. È usanza della Marvel radicare sforzi e investimenti su di un'idea, che poi sarà dovutamente approfondita e sviluppata a dovere per abbracciare formula e intenzioni dello studio, che salvo determinate esigenze di continuity ha ben compreso come libertà creativa e d'espressione coincidano spesso con il successo.
Questo significa che la Shortland non è stata di certo la prima scelta della compagnia, ma quella più oculata e precisa per quanto riguarda le necessità del film, a lungo richiesto dai fan e finalmente pronto a essere girato.
Tra i bisogni di un solo movie dedicato a Vedova Nera, oltre a un visione femminile non caricaturale e appena abbozzata (quindi impossibile da consegnare in mano al vissuto emotivo di un uomo), il progetto ha sicuramente richiesto uno studio attento delle atmosfere e dei toni. Risulta abbastanza chiaro dalla doppia anima del personaggio, spia ed eroina, quindi combattuta tra due generi, che la Marvel ha probabilmente deciso di unire insieme sfumature da spy-thriller in un prodotto di stampo supereroistico. Anzi, solo eroistico, in questo caso, visto che la bella e letale Natasha Romanoff (Scarlett Johansson) non ha, di base, superpoteri, se non quello di essere una letale assassina.

Già nei vari film del MCU in cui è apparsa, comunque, la Vedova Nera ha dimostrato non solo di sapersela cavare in situazioni al limite del problematico, ma anche di avere una gamma emotiva decisamente colorata, prima soffocata dalla sua combattività, quindi neutra o addirittura fredda, poi scaldatasi nel corso della sua evoluzione su schermo, sia grazie al rapporto con Occhio di Falco che con Captain America o Hulk.
È infatti venuta fuori tutta la sua umanità, una fedeltà encomiabile che la rende amica leale e amante desiderosa, elementi che ne controbilanciano lo spirito guerriero e ne ammorbidiscono i tratti morali e sentimentali, che spesso la mostrano tutta d'un pezzo, stoicamente impassibile (come poi è stata cresciuta e allenata) quando poi dentro, nel profondo, va in realtà in frantumi.

Ovvio insomma che un personaggio tanto sfaccettato abbia convinto Kevin Feige e i fan di meritarsi un film tutto suo, ma proprio per la sua natura volatile - quando violenta, quando umana -, un'eroina simile non poteva che meritare un rated-R, così da mostrarne ogni angolazione nel modo più vivido e credibile possibile. La Vedova Nera esprime il suo essere atletico, militare e spionistico tramite una cruda brutalità, che non coincide per forza di cose con il sangue e una truculenza chissà quanto esasperata, ma che deve comunque apparire diretta e soprattutto libera.
Al contempo, è abbastanza evidente la sua emancipazione, il suo essere donna al 100%, non donzella in pericolo né tanto meno schiava totale delle sue emozioni, che spesso e volentieri nel genere (ma anche altrove) lasciano passare un messaggio subliminale sbagliato, cioè che è l'uomo il "sesso forte", coscienzioso e capace di salvare la situazione in qualsiasi momento.
Niente di più sciocco, invece, perché senza distinzioni è l'esperienza personale mista a una certa etica e moralità di fondo a definire l'essere umano, maschile o femminile che sia. E la Vedova Nera ha talmente tante sfumature e una personalità così ambigua ed elastica da essere l'eroina migliore da raccontare in un mix avvincente di carneficine (sempre e solo di cattivi) e approfondimento intimistico del personaggio.
Farlo con una vietato ai minori è certamente rischioso, ma da qualche parte si dovrà pur iniziare, e un progetto così ben delineato e incentrato su di una figura femminile tanto intrigante e amata è proprio il calcio d'inizio di cui il Marvel-R ha bisogno.

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