Speciale Unfriended: i pericoli dell'era social

Unfriended è un thriller innovativo e originale che mostra come l'attuale preponderanza dei rapporti virtuali possa scatenare una serie di eventi fuori controllo: ecco i film più recenti che hanno affrontato questa tematica.

Speciale Unfriended: i pericoli dell'era social
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Negli ultimi anni abbiamo assistito al proliferare di reti virtuali, dove sono coltivati legami sociali un tempo consumati in uno spazio fisico, reale. La connessione "virtuale", resa possibile da internet, ha garantito una fruizione continua e un ampliamento dei rapporti collettivi. I vantaggi sono numerosi, ma non mancano inconvenienti legati ai ritmi frenetici e ambigui di uno spazio irreale. Siamo sempre connessi, sempre raggiungibili e sottoposti a un continuo bombardamento di suoni, parole e immagini che a volte possono ferire "mortalmente", come nel film horror Unfriended, distribuito in Home Video dalla Universal Pictures Italia nel doppio formato DVD e Blu-ray. Diretto da Levan Gabriadze, Unfriended , evoluzione in chiave cyber del mockumentary horror, sottogenere del cinema dell'orrore reso celebre da The Blair Witch Project, è realizzato con una soggettiva continua e alternata che simula il punto di vista di un gruppo di ragazzi impegnati in una videochat su Skype. Una sera, però, si unisce alla conversazione una loro compagna di classe, lasciando i ragazzi sconvolti: la nuova partecipante è, infatti, Laura, una ragazza che esattamente un anno prima si è tolta la vita dopo un dramma privato, maturato proprio nel web e che richiama tristemente fatti di cronaca in parte noti che sono avvenuti negli ultimi anni, dove il cyberbullismo sembra essere diventata una piaga tristemente in espansione. Il film di Gabriadze è rappresentativo di un fenomeno abbastanza preoccupante che stiamo vivendo tutti noi: la webcam ha sostituito l'incontro dal vivo, e la chat è diventata la prima forma d'interazione umana. In occasione dell'uscita in Home Video di Unfriended facciamo, allora, un breve excursus alla ricerca di quei film fortemente influenzati dall'elemento tecnologico a testimonianza di come la nostra realtà sia condizionata da internet.

The Social Network

Diretto da David Fincher nel 2010 e interpretato da Jesse Eisenberg , Andrew Garfield e Justin Timberlake, The Social Network racconta della nascita di Facebook e della battaglia legale che ha visto protagonista il suo creatore, Mark Zuckerberg. Quest'ultimo fu chiamato in causa per plagio, reo di aver utilizzato l'idea di alcuni ragazzi che avevano intenzione di creare un programma online che potesse connettere tutti gli studenti di Harvard. Zuckerberg decise di espandere questo nuovo social in tutte le università americane e non solo, permettendo quindi la nascita di Facebook. In seguito fu chiamato in causa anche da un suo vecchio socio, Eduardo Saverin, che aveva visto diminuire la sua quota azionaria. La pellicola alterna flashback del passato, con un giovane Mark Zuckerberg astioso e in cerca di una rivalsa sociale favorita dalle sue competenze tecnologiche, con il presente, dove Facebook è ormai una realtà consolidata mentre i vecchi "amici" di Mark reclamano una fetta del suo impero. Colpisce, soprattutto, la superbia del protagonista, qua raccontato da Fincher come un uomo solo e arrogante. Dispotico con i suoi dipendenti, ha alienato tutti i suoi amici (non quelli "preziosi" e numerosi di Facebook) per concedersi solo a un altro golden boy americano, quello Sean Parker già creatore di Napster.

Catfish

Girato nel 2010, Catfish è un documentario che fa luce sul fenomeno delle false identità create sul web. Il protagonista della pellicola è Nev, un fotografo ventiquattrenne newyorkese che inizia una relazione virtuale con una giovane e attraente ragazza del Michigan. Su Facebook conosce anche la famiglia di lei, mentre il fratello di Nev e un suo amico, decidono di trascinare il ragazzo proprio in Michigan per riprendere con la videocamera il primo romantico incontro tra i due. Arrivati sul posto, però, scopriranno una realtà drammaticamente diversa. Catfish è stato presentato, con successo, al Sundance Film Festival e gli autori del film documentario hanno garantito l'autenticità dello stesso, nonostante molti abbiamo espresso delle perplessità sulla struttura del montaggio e la poca coerenza di determinati avvenimenti con la sensazione che fosse un mockumentary studiato a tavolino. Non c'è dubbio, invece, che il problema che fa da tema al film, ovvero la creazione di profili fake potenzialmente problematici, ingannevoli e fraudolenti, sia attuale e difficilmente eliminabile da Facebook. Su internet, nascosti dietro lo schermo di un pc, possiamo essere chi vogliamo, apparire in una forma fisica completamente agli antipodi con la nostra, misteriosi e affascinanti, realizzati nella vita di tutti i giorni, terribilmente spigliati e con una simpatia innata. Arrivando a immedesimarci completamente nel nostro alter ego virtuale tanto da affidargli i migliori momenti della nostra vita... e traendo piena soddisfazione da una verità effimera e artefatta.

Disconnect

Presentato fuori concorso al Festival del cinema di Venezia, Disconnect racconta una storia corale con diversi personaggi e un denominatore comune: internet e tutti i pericoli che derivano dal mondo virtuale in assenza di barriere protettive. Diretto da Henry Alex Rubin e interpretato, tra gli altri, da Jason Bateman, il film parla di fenomeni come il cyberbullismo e la drammatica sorte che può capitare alle vittime di uno scherzo virtuale con ripercussioni nella vita di tutti i giorni. Compreso un tentativo di suicidio, dopo essere stati vittime di uno scherzo e diventati, di conseguenza, zimbelli di una società integralista e bigotta. Non sono meno pericolose le truffe online, e nel film sono mostrate le conseguenze di un attacco hacker, con un ladro capace di clonare le carte di una coppia già in lutto per la morte del figlio che si vede derubata di tutti i propri averi. E, infine, una parte di storia è dedicata a un altro fenomeno in ascesa, quello del cybersesso e delle webcam a pagamento, che sempre più spesso vede coinvolti giovani alla ricerca di voyeurismo e - presunti - guadagni facili. Come fosse un vademecum sui rischi del web, Disconnect lega tutti i suoi personaggi a un filo comune, ne mostra paure, insicurezze, debolezze, arroganza, umiliazioni, voglia d'esibizionismo. Un'escalation di sentimenti amplificati dalla tecnologia e dalla perenne connessione con essa, con un consiglio dato dal regista presente già nello stesso titolo del film.

Lei (Her)

Presentato al festival del cinema di Roma e diretto da Spike Jonze, Her rappresenta, seppur in chiave fantascientifica, una futuribile relazione avanzata tra uomo e macchina, dove entrambi potrebbero legarsi sentimentalmente come una qualsiasi coppia in carne e ossa. Così accade a Theodore un giovane imbranato con il volto di Joaquin Phoenix. Conduce una vita abbastanza noiosa e non riesce ancora a riprendersi dopo la rottura con la vecchia fidanzata, mentre in campo lavorativo riesce ad esprimere tutto il suo potenziale come impiegato di una compagnia che realizza lettere e biglietti d'auguri per altre persone. Appena uscito da una relazione, fatica ad approcciarsi con l'altro sesso fino all'incontro con un sistema operativo dal nome Samantha (a cui dà la voce l'attrice Scarlett Johansson). Theodore "s'innamora" e vive la sua storia con il computer nella più completa naturalezza, tra momenti esaltanti come gite e cene insieme, e classiche crisi di coppia, con gli inevitabili litigi tra innamorati. Ovviamente non mancano piccanti giochi sessuali e momenti di convulso autoerotismo in un contesto surreale, eppure non lontano dal concetto di rapporto virtuale sempre più in espansione. Basti pensare a sistemi di messaggistica come Skype o WhatsApp che hanno annullato le distanze ma anche il calore e le emozioni suscitate dalla carta o come la webcam, utilizzata anche per fini erotici, faccia da succedaneo per gli incontri dal vivo.

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