Top Gun Maverick è un successo, ci sarà un altro film con Tom Cruise?

Il sequel diretto da Joseph Kosinski è un trionfo per pubblico e critica, film di maggiore incasso al boxoffice mondiale dell'intera carriera di Cruise.

Top Gun Maverick è un successo, ci sarà un altro film con Tom Cruise?
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Una delle più grandi sorprese di questa prima metà cinematografica del 2022 è senza dubbio il riuscito, emozionante e adrenalinico Top Gun: Maverick con Tom Cruise, uno dei migliori blockbuster degli ultimi anni (non perdetevi la recensione di Top Gun: Maverick). Riesce a cavalcare la nostalgia anni '80 con intelligente competenza, senza correre dietro a citazioni e riferimenti ma costruendo un giusto prosieguo della storia e del percorso di Pete "Maverick" Mitchell che sa regalare molte soddisfazioni, tanto sul piano della scrittura e delle relazioni in gioco quanto sull'azione, costruita ad hoc per essere la più realistica e mozzafiato di sempre.

La critica lo sta adorando e il pubblico sembra apprezzare altrettanto l'impegno di Tom Cruise e co-protagonisti nel confezionare un titolo in grado di restituire tensione, batticuore e sentimenti a un pubblico sognante e pronto a rientrare nell'accademia Top Gun dopo 36 lunghi anni. I numeri parlano poi chiaro: Maverick è il miglior incasso in patria dell'intera carriera di Cruise (anche più dei Mission: Impossible), già a 548 milioni di dollari in tutto il mondo e pronto a superare i 600 nelle prossime settimane. Un vero successo su tutta la linea che apre adesso a una domanda: produttori, protagonista e distributori continueranno a sviluppare il franchise? Ma al contempo ci chiediamo: è davvero necessario un nuovo capitolo di Top Gun?

La legge del mercato e quella del buonsenso

L'aspetto principale da tenere in considerazione per una disamina di questo tipo è il risultato ai botteghini. Viene poi la volontà di mettersi nuovamente in gioco per creare qualcosa di nuovo e avvincente e infine la messa a punto di una storia che possa dirsi solida.

In contesto, dato il quasi miracoloso equilibrio tra forma e contenuto per un simile blockbuster, trovare un racconto che possa di fatto superare il precedente sembra davvero un'operazione complessa, specie poi guardando alla risoluzione tematica "I.A. vs Uomo nell'abitacolo" e alla svolta psicologica decisiva nel rapporto Maverick e Rooster, il figlio di Gus interpretato da Miles Teller.
Il problema, nel franchise di Top Gun, è che Maverick è pensato fin troppo bene per essere contemporaneamente sequel e conclusione dello stesso. Pur chiudendosi con un'orizzonte di ulteriori possibilità, il film serra le fila attorno alla sua coerenza narrativa, in ugual misura scontro generazionale, racconto formativo e legacy sequel. Sa anche essere attuale e centrato, mettendo in campo la rivalità tra piloti e droni e l'evoluzione stessa del settore aereonautico militare e anche qui sbarrando le porte a un possibile immediato - o quasi - terzo capitolo. In sostanza, il dramma personale di Maverick viene risolto così come la contemporaneità dell'argomento concettuale affrontato, impedendo la creazione di qualcosa che in questo senso possa dirsi funzionale e originale.

È possibile andare oltre?

Resta un grandissimo successo, soprattutto inaspettato, e questo non può certamente passare inosservato agli occhi di Paramount Pictures, di Jerry Bruckheimer e dello stesso Cruise. Si tratta di uno dei loro migliori traguardi in generale: tra i migliori incassi Paramount degli ultimi anni, miglior incasso in patria per Bruckheimer dal 2007 (con Pirati dei Caraibi - Ai confini del Mondo) e, come già detto, miglior incasso in patria di sempre per l'attore.

Va calcolato in aggiunta il 97% di gradimento su Rotten Tomatoes a fronte di 380 recensioni professionali e il 99% dell'audience con più di 25 mila voti verificati. È forse tra i titoli mainstream più apprezzati e premiati economicamente e in termini di rating da critica di settore e pubblico generalista e non, ed è ulteriore ed essenziale elemento di valutazione per proseguire con lo sviluppo di un ulteriore film.

Se ne starà già parlando, probabilmente, riflettendo sul giusto modo di continuare la saga di Maverick, ma la verità, rimettendosi al buonsenso, è che la fine di Pete Mitchell dovrebbe essere questa: fuori portata, avvincente, scombussolante e praticamente perfetta. Cos'altro raccontare, d'altronde? Il confronto tra vecchio e nuovo è già avvenuto, e perseverare su questa strada non porterebbe nulla di buono.

Si potrebbe pensare a qualcosa di unico e davvero coraggioso come ad esempio costruire una sorta di iper-cinetico Mad Max: Fury Road con gli aerei, qualcosa di totalmente spiazzante e in grado di riscrivere la natura stessa del genere, ma non crediamo sia totalmente possibile realizzare qualcosa di tanto complicato, non per un franchsie come questo di Top Gun. Andrebbe assecondato il buonsenso, dunque, ma la legge del mercato non ammette compromessi davanti a un trionfo. Semmai verrà prodotto un terzo film, l'augurio è che si tratti per lo meno di un progetto dedicato all'eredità di Maverick e che riesca a superare tanto nell'emozione quanto nell'azione il secondo capitolo, tirando le fila di una vita - quella di Mitchell - vissuta ad alta quota e a grande velocità. Sarebbe altrimenti inutile continuarlo senza voglia, intraprendenza e quel necessario pizzico di follia.

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