Speciale Top Five - I pesci al cinema

Oggi è il Pesce d'Aprile : ecco la nostra Top Five dei pesci del cinema! Non è uno scherzo!

Speciale Top Five - I pesci al cinema
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I Mondi che ci appartengono e che possiamo incontrare camminando sono molti, sono come isole. Indicate da un pesce. Ci diranno che quei luoghi non esistono e che non si trovano dietro l'angolo, come un macellaio o un droghiere, e che se ci vuoi proprio andare devi usare la fantasia. La nostra Fantasia, che cos'è?
È una nave azzurra e gialla, un po' appesantita dall'età, con qualche buco di ruggine sparso sullo scafo direbbero alcuni, altri invece, uomini un po' più con la testa sulle spalle potrebbero dissentire e affermare con voce grossa che la fantasia è solo un pesce in una boccia, o la vera di un matrimonio. Ma solo noi sappiamo di che si tratta: non è un veicolo come molti vi avranno detto, e non è nemmeno un luogo da raggiungere, la fantasia. La fantasia è la realtà, ma non quella che ci circonda, quella che vediamo. In essa possiamo essere marinai, pesci e grandi esploratori, tutto quello che vogliamo... ma tutti, prima ancora di prendere una decisione, siamo registi. Registi di una pessima fiction, di un film che nessuno vedrà mai come lo perciepiamo noi, una pellicola unica che ci avvolge e che ci fa credere che tutto possa essere una storia, una favola.
E a forza di ripetere quel racconto, noi diventiamo esso e allora finalmente possiamo ridere, vivere dove vogliamo.
Ci odieranno, parleranno male di noi, ci faranno soffrire anche. Ma noi, noi che siamo registi della nostra fantasia, potremmo chiudere gli occhi, fare una dissolvenza a nero, stacco e carrellata in avanti... e proiettare nella realtà la nostra storia. Una favola di squali, galassie lontane lontane, acqua, dolore e rabbia anche. E' vero. Ma si tratta di una fiaba infinita, la nostra. Allora cosa è meglio se non vederla riflessa in una pellicola? Sapere che qualcun altro vive come noi e vede il mondo come noi, altri registi un po' “pesci” che non vogliono farsi avvolgere dal nero, che non vogliono arrivare alla parola fine, che non affogano.
Vogliono la piccola lampadina della sala di proiezione sempre accesa e un verme sulla lenza.
Una macchia bianca nel mondo scuro che alcuni vedono e che vogliono farci vedere, una macchia a forma di pesce canterino. Siamo matti? Siamo completamente folli, e non siamo mai stati così felici. Pazzi e felici? E' il giorno giusto per esserlo visto che è il primo aprile, e tutto questo parlare ittico ci ha anche fatto venire in mente una cosa: non è uno scherzo! Sicuramente qualcuno di voi oggi è triste, lo sappiamo, non chiedeteci come ma lo sappiamo. Tuttavia, anche che oggi è il giorno giusto per “mettere un sorriso su quelle facce” e anche se la citazione non è delle più allegre avete sicuramente capito cosa intendiamo.
Allora chi non è lieto venga qui, gli diremo un segreto, pronti mi raccomando, ora arriva.
La vita è un pesce. Siete più contenti ora? No? Beh, la vita è un pesce, cominciate e ripetervelo sull'autobus domani mattina, o in auto, mentre andate a far spesa. Prendete un gran respiro, pensate a qualche bel film che magari da piccoli vi ha fatto piangere e ripetete “ La vita è un pesce”.
La vita è un pesce che sfugge, nuota sinuoso nel mare, non si ricorda di voi e scappa con la sua coda gialla. Ma qualsiasi pesce si può catturare, se non dormite.

Number Five: Il Pesce Animato

Il cinema è pieno di “Pesci animati”, sono i più semplici da creare e realizzare e poi, diciamolo, sono sempre simpatici!
Nemo, Flaunders e centinaia di altri ciclicamente tornano come una marea nelle sale cinematografiche, quindi abbiamo l'imbarazzo della scelta.
In redazione abbiamo dovuto sceglierne uno di rappresentanza per la categoria, e anche se fino all'ultimo il “pesce a tre occhi di Springfield” sembrava poter vincere è stato scalzato per una squama da un suo collega ben più “tenero”.
Ok, forse la sua storia non originalissima e non rimane un pesce per tutta la durata della pellicola, ma non abbiamo avuto il cuore di escludere Ponyo.
La pesciolina rossa Ponyo è alla quinta posizione i la pellicola è “Ponyo“ diretta da Hayao Miyazaki. Prosciutto!

Number Four: Il Pesce Metafora

Al cinema i “pesci metafora” sguazzano impazienti di venire pescati. Da Wanda al “pesce che non si trova” dei Monthy Piton, la materia ittica con doppio fine non manca, magari è più difficile da riconoscere, ma non manca di certo.
I trucchi per riconoscere i “pesci metafora” sono due, e anche se un buon pescatore non dovrebbe svelarli, in confidenza, io lo farò.
Il primo è essenziale: dovete aver visto “Il Vecchio e il Mare” con Spencer Tracy, altrimenti non c'è trippa per gatti.
Il secondo consiglio è essere pazienti, questi pesci non vengono fuori fino al finale, sempre nascosti a simboleggiare qualcosa e poi TRAC! Eccoli che spuntano fuori.
Diciamo che Tim Burton, ci ha dato dentro in questo senso con il suo Big Fish.
La quarta posizione è occupata da “La Bestia”, il film è “Big Fish: storie di una vita incredibile” diretto da Tim Burton. Questa è la storia della mia vita..

Number Three: Il Pesce Umano

Il Pesce Umano non si mangia, è velenoso, non tanto per qualche sostanza che contiene ma per il semplice fatto che probabilmente può uccidervi.
Quindi non vi consiglieremo nemmeno un vino adatto per accompagnarlo ne la tecnica più efficace per toglierli le lische, troppa gente è morta nel tentativo.
Ma chi sono i pesci umani? “Il Mostro della Laguna Nera” ormai è passato di moda, le cose stantie non ci piacciono. Abe Sapiens potrebbe andare ma è troppo fumettistico per il nostro palato, ci vuole altro.
Ecco, direttamente da una galassia lontana lontana il nostro uomo pesce preferito, (o uomo frutto di mare)? Beh, comunque parliamo dell'ammiraglio Ackbar , direttamente da “Star Wars: il ritorno dello Jedi” diretto da George Lucas. It's a Trap!

Number Two: Il Pesce Palla

Il Pesce Palla non è quello che si gonfia e che se viene tagliato male da qualche cuoco ci fa tirare le cuoia, no, non è quello.
Parliamo del pesce in una palla, tutti quei pesciolini del cinema che sono normali, che non fanno niente di speciale, che non parlano e non sono magici.
Sono solo dannati pesci insomma.
Tra i più famosi ricordiamo il pesce suicida di Amelie e il pesce di Bob in “Tutte le manie di Bob”.
Il più adatto a rappresentare questa categoria, che oggi noi omaggiamo (anche perché è la sua prima volta al cinema) è Boris Becker, il fido portafortuna di Renè Ferretti.
Boris occupa il nostro secondo posto, la pellicola è “Boris: il film” diretta da Giacomo Ciarrapico, Mattia Torre e Luca Vendruscolo. A cazzo di Cane!

Number One: Il Pesce Vita

Il Pesce Vita è della famiglia del Pesce Metafora ma molto più importante, è rarissimo e proprio come dicevamo all'inizio del nostro articolo: “sfugge e non si ricorda di voi”.
C'è solo un pesce in tutta la storia del cinema tanto poetico quanto unico, è uno squalo, ma non è quello “Squalo”, è uno squalo finto, inventato forse non esiste nemmeno.
Un pesce vorace che ha divorato Esteban, il migliore amico di Steve Zissou, esploratore di mari e fondali.
Steve Zissou (Bill Murray) è un esploratore sulla via della mediocrità, una volta eroe, è da nove anni che non azzecca un documentario di successo.
Il suo socio e amico Esteban “il Grande Vecchio” del Team Zissou viene mangiato e masticato da un nuovo tipo di pesce che solo il prode Steve è riuscito a vedere.
Lo squalo giaguaro, un mostro che forse nemmeno esiste.
La vita di Steve è un lungo sogno alla ricerca di uno squalo fantastico, chi non vorrebbe un esistenza del genere pensandoci attentamente?
Un capitano Acab a caccia della sua Moby Dick incredibilmente addolcito e radicalizzato che, con battute sarcastiche, si fa strada nella sua avventura, non sanguinaria, ma morbida dove tutto rimbalza lievemente lasciando un piccolo solco che con il tempo si riempie di nuovo. Uno scherzo.
Lo squalo giaguaro meraviglioso e surreale attraversa il nostro sguardo quasi come un sogno solo per un momento. Rimanendo impresso nelle nostri menti, simbolo di una meta irraggiungibile ormai superata.
La riflessione di Zissou, la riflessione finale quella fatta sulle scale davanti al festival del cinema ci svela il vero messaggio che Wes Anderson ci ha suggerito fin dal primo respiro di questo film.
Questa è un'avventura..
Lo sguardo di Zissou è direttamente rivolto a noi e la voce è calma e risoluta, lui parla con noi: questa è un avventura. Allora cogliamo l'insegnamento, rendiamo parte di noi il messaggio.
Banale. Retorico. Non ci interessa, forse perché è retorico da nessuno viene preso in considerazione e tutti lo ignorano, forse.
Comunque, sopratutto il primo di Aprile: la vita è un avventura a caccia di uno squalo inesistente