Top 5 Michael Fassbender

Il popolarissimo attore di origine tedesca torna protagonista sul grande schermo con due film splendidi, Macbeth e Steve Jobs: per l’occasione vi proponiamo la nostra Top 5 delle sue performance più importanti.

Top 5 Michael Fassbender
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È uno degli attori più prolifici e versatili degli ultimi anni, capace di stupirci puntualmente non solo per l'incredibile varietà di registri della sua recitazione, a seconda dell'occasione, ma anche per il ventaglio vastissimo di diversi generi fra i quali si destreggia con la massima disinvoltura: dal cinecomic al dramma psicologico, dalla fantascienza alla commedia, oscillando fra i blockbuster e il grande cinema d'autore. A trentotto anni, Michael Fassbender è non solo uno dei divi cinematografici più amati del decennio, ma anche uno degli attori in assoluto più stimati della scena internazionale, con ben due importanti progetti in uscita nelle sale italiane nel corso di questo mese. Il primo, al cinema dal 5 gennaio, è Macbeth, superba e tenebrosa trasposizione, ad opera di Justin Kurzel, della tragedia di William Shakespeare, con Fassbender nel ruolo del sanguinario nobile scozzese che si fa strada verso il potere fra tradimenti e omicidi, affiancato dalla Lady Macbeth di Marion Cotillard (nel frattempo, vale la pena ricordare che Fassbender, la Cotillard e Kurzel hanno collaborato anche per Assassin's Creed, film d'avventura ispirato all'omonimo videogame e in arrivo nelle sale a fine anno).


FRA BLOCKBUSTER E CINEMA D'AUTORE

L'altro titolo, in uscita il 21 gennaio, è Steve Jobs, capolavoro partorito dalla formidabile penna di Aaron Sorkin (The Social Network), con una narrazione in tre atti incentrata sulla figura del co-fondatore della Apple, Steve Jobs, per la regia di Danny Boyle: un'opera eccezionale a livello di scrittura, di messa in scena e di interpretazioni, che è valsa a Fassbender la nomination al Golden Globe e, da qui a pochi giorni, dovrebbe garantirgli la sua seconda nomination all'Oscar. Due "punte di diamante" in una carriera iniziata nel 2001 in televisione, quando Fassbender, all'epoca poco più che ventenne, ottenne un ruolo da comprimario nell'acclamata miniserie bellica Band of Brothers, uno degli eventi televisivi della HBO, e proseguita poi al cinema a partire dal 2007, con un "duplice debutto" che già lasciava intuire la vocazione dell'attore a cimentarsi in progetti diametralmente opposti: una piccola parte nel kolossal 300 di Zack Snyder, trasposizione dell'omonima graphic novel, e una performance da co-protagonista nel sofisticato melodramma in costume Angel - La vita, il romanzo di François Ozon.
Da allora, l'attore tedesco (ma per metà irlandese) ha fatto parte del cast di Bastardi senza gloria di Quentin Tarantino, ha ereditato il ruolo di un giovane Magneto nel fortunato reboot della saga degli X-Men, di cui è in arrivo a breve il terzo capitolo, X-Men: Apocalypse (a maggio nelle sale), è stato il professor Carl Jung, sedotto da Keira Knightley, in A Dangerous Method di David Cronenberg, ha impersonato magnificamente l'elegante droide David nel blockbuster sci-fi Prometheus di Ridley Scott e prossimamente interpreterà il dramma The Light Between Oceans di Derek Cianfrance, accanto alla fidanzata Alicia Vikander e a Rachel Weisz, oltre al nuovo film ancora senza titolo di Terrence Malick (montaggio permettendo) e ad Alien: Covenant, prequel del cult Alien, ancora per la regia di Ridley Scott. Senza dimenticare le aspettative riposte dal pubblico in Assassin's Creed, ispirato alla popolare saga videoludica e che lo vede di nuovo diretto da Justin Kurzel. E così, per l'uscita di Macbeth, celebriamo questo attore sorprendente proponendovi la nostra Top 5 delle sue performance più memorabili fino a oggi...

5. FISH TANK

Scritto e diretto dalla talentuosa regista inglese Andrea Arnold e vincitore del Premio della Giuria al Festival di Cannes 2009, Fish Tank rappresenta un'incursione nella vita quotidiana di Mia Williams (Katie Jarvis), una quindicenne asociale che abita con la madre Joanne (Kierston Wareing) e la sorellina Tyler (Rebecca Griffiths) in un sobborgo popolare della periferia londinese e ha una passione per la breakdance. L'equilibrio familiare viene turbato però quando nella loro casa si materializza il nuovo fidanzato di Joanne, Conor O'Riley (Michael Fassbender), un aitante trentenne irlandese, la cui conturbante presenza susciterà l'attrazione di Mia, ma provocherà anche drammatiche conseguenze all'interno delle pareti domestiche. Fassbender, in una delle sue prime prove da protagonista, si produce qui in una performance carica di spontaneo magnetismo e di schietta sensualità.

4. 12 ANNI SCHIAVO

Terzo tassello del sodalizio fra Michael Fassbender e il cineasta britannico Steve McQueen, 12 anni schiavo è stato uno dei titoli più apprezzati del 2013, fino ad essere ricompensato con tre premi Oscar, incluso quello come miglior film dell'anno. Il calvario (tratto da una storia vera) dell'afroamericano Solomon Northup (Chiwetel Ejiofor), padre di famiglia nella New York di metà Ottocento, sequestrato e poi ridotto in schiavitù, ha colpito critica e pubblico, anche per merito dell'intensa interpretazione di Michael Fassbender nei panni di Edwin Epps, latifondista residente in Georgia, sposato con Mary (Sarah Paulson) ma attratto dalla schiava Patsey (Lupita Nyong'o). Un uomo dal carattere sadico e squilibrato, di cui Fassbender fa emergere le ossessioni, la sottile follia e le repentine esplosioni di violenza dando vita ad un personaggio da brivido, fra i più angoscianti villain visti di recente sullo schermo, con una prova che gli ha fatto guadagnare la nomination all'Oscar come miglior attore supporter.

3. HUNGER

Si tratta del film e della performance che, nel 2008, hanno rivelato per la prima volta alla critica (e a una piccola parte del pubblico) la dimensione del talento di Michael Fassbender, alle prese con una prova ‘estrema' sia dal punto di vista drammatico, sia dal punto di vista fisico (impressionante il dimagrimento dell'attore nel corso delle riprese). La storia di Hunger, sensazionale esordio dietro la macchina da presa di Steve McQueen, è quella di Bobby Sands, ragazzo irlandese e membro dell'IRA detenuto nel carcere di Long Kesh, dove nel 1980 iniziò uno sciopero della fame come forma di protesta contro le durissime condizioni in cui versavano lui e gli altri prigionieri. Opera stilisticamente rigorosa e di spiazzante crudezza, Hunger, presentato al Festival di Cannes 2008, è un film con l'effetto di un autentico pugno nello stomaco, soprattutto per merito dell'interpretazione di Fassbender.

2. STEVE JOBS

Non è soltanto un semplice esercizio di mimetismo, ma piuttosto una completa rielaborazione di una delle figure più note della nostra epoca, il genio informatico Steve Jobs, da cui sviluppare un personaggio "larger than life", capace di dominare la scena con il suo immediato carisma, ma anche con manie di grandezza tali da renderlo un protagonista al contempo tragico e modernissimo. In Steve Jobs, il capolavoro diretto da Danny Boyle e partorito da una strepitosa sceneggiatura di Aaron Sorkin, Michael Fassbender (ingaggiato nel ruolo principale dopo che la Sony aveva accantonato il progetto in seguito al rifiuto di Leonardo DiCaprio) dà vita a una performance accesa e vibrante, in cui ogni espressione, ogni gesto e ogni frase si caricano di significato. Un film magnifico che è anche un tour de force attoriale, con Fassbender impegnato a confrontarsi in un'inarrestabile serie di "duetti" con i suoi comprimari, fra cui Jeff Daniels, Seth Rogen e Kate Winslet. E se DiCaprio non avesse già "prenotato" l'Oscar per Revenant con settimane d'anticipo, il mese prossimo sarebbe stato senz'altro Fassbender a salire sul palco dell'Academy...

1. SHAME

È quella che rimane probabilmente l'apice fra tante ottime interpretazioni: per le soglie altissime di pathos e di sofferenza; per l'abilità nell'interiorizzare un groviglio di sentimenti contrastanti, con una prova sotto le righe ma pervasa di un'energia esplosiva; per la tragicità di un personaggio dilaniato da demoni inconfessabili. In Shame, secondo capitolo del sodalizio tra Michael Fassbender e il regista Steve McQueen, l'attore tedesco presta volto e corpo a Brandon Sullivan, un uomo d'affari che, in una New York livida e notturna, dà libero sfogo a una sessuomania in base alla quale il piacere diventa sinonimo di dolore e di schiavitù, in un abisso di erotismo disperato. Il sesso come pulsione autodistruttiva è il tema di un film magistrale, per il quale Fassbender, affiancato da una bravissima Carey Mulligan nella parte di sua sorella Sissy, si è aggiudicato la Coppa Volpi come miglior attore al Festival di Venezia 2011; e la sua prova nel ruolo di Brandon, inghiottito in una spirale senza uscita, risulta davvero devastante.