Tomb Raider e i videogiochi al cinema: una lunga storia d'amore

Il nuovo Tomb Raider è solo l'ultimo caso di videogioco tramutato in film, ripercorriamo alcuni esempi storici del nostro recente passato.

Tomb Raider e i videogiochi al cinema: una lunga storia d'amore
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Con l'arrivo sul mercato internazionale del Nintendo Entertainment System e del SEGA Master System, dunque a metà anni '80, l'industria dei videogiochi è riuscita in poco tempo a diventare mainstream, raggiungendo e segnando intere generazioni di ragazzini in ogni angolo del pianeta. Una bomba all'idrogeno che, scoppiando quasi all'improvviso, ha generato un vero e proprio caos di prodotti di ogni tipo, sono stati infatti creati giochi che ancora oggi sono considerati dei capolavori assoluti, altri più anonimi così come anche schifezze inenarrabili. Esperimenti mal riusciti che spesso venivano ispirati direttamente dal mondo del cinema: praticamente ogni blockbuster uscito dopo il 1980 ha avuto la sua trasposizione videoludica, anche se i titoli riusciti in questo ambito sono pochi.
Quando i videogiochi hanno iniziato a essere più complessi, con dei personaggi ben caratterizzati o con delle storie importanti, è avvenuto il fenomeno contrario, ovvero sono spuntati diversi film ispirati a videogiochi di enorme successo. Un filone che va avanti da più di due decadi e che, come dimostra l'imminente uscita dell'ennesimo Tomb Raider, non mostra segni di stanchezza o la minima volontà di sparire dal mercato.

Star immolate per la causa

Tomb Raider è però solo l'ultimo esempio di gioco trasformato in lungometraggio cinematografico, è appena del 2016 l'uscita nelle sale di Assassin's Creed, film che ha segnato l'arrivo sul grande schermo della famosa saga omonima di Ubisoft, una delle più importanti case di produzione videoludiche di oggi. Questi ultimi due esempi sono importanti per capire com'è cresciuta l'attenzione dei grandi studi di Hollywood verso i videogiochi di successo, che negli ultimi tempi in termini di fatturato se la battono quasi alla pari proprio con i migliori blockbuster. Sia Tomb Raider che Assassin's Creed infatti vantano protagonisti di serie A, volti come Alicia Vikander, Michael Fassbender e Marion Cotillard, due premi Oscar in-a-row e un pluri-candidato, o registi del calibro di Justin Kurzel, in grado di presenziare ai migliori festival internazionali. L'idea di richiamare star di grande calibro per vendere al meglio prodotti di questo genere è tutto fuorché nuova a Hollywood, non sempre però questa formula ha restituito prodotti degni di nota.
Anzi, la storia recente è piena di pessimi adattamenti e film terribili, produzioni che hanno mirato, in maniera neanche troppo velata, a sfruttare la potenza mediatica dei videogiochi di riferimento e poco altro. Pensiamo alle truci produzioni di Uwe Boll, regista e sceneggiatore tedesco che ha pescato a piene mani dall'industria videoludica. Portano la sua firma gli adattamenti di Postal, Alone in the Dark, House of the Dead, Far Cry, In the Name of the King (Dungeon Siege), solo per citarne alcuni.

Nessuno escluso

Non sono stati risparmiati, nel grosso minestrone dei cinegames, neppure i picchiaduro più classici, che notoriamente non hanno grandissime storie da raccontare. L'industria cinematografica ha saputo lucrare su tutti quei personaggi che negli anni '80 e '90 sono diventati vere e proprie icone, sono così nate le trasposizioni cinematografiche di Street Fighter, grazie a due miti assoluti come Jean-Claude Van Damme e Raúl Julia, Tekken, titolo simbolo della rivoluzionaria era PlayStation, opere di chiaro stampo nipponico come Fatal Fury e DoA: Dead or Alive del maestro Takashi Miike. Come dimenticare poi Mortal Kombat, altro baluardo da sala giochi portato al cinema dall'esuberante Paul W. S. Anderson. A spopolare davvero però sono le grandi avventure action, pensiamo ad esempio a Prince of Persia con i giovanissimi Jake Gyllenhaal e Gemma Arterton, la saga di Resident Evil con l'icona sexy Milla Jovovich, al Max Payne di Mark Wahlberg, Doom con Karl Urban, The Rock e Rosamund Pike, Hitman - L'assassino, Double Dragon, agli stessi film ispirati a Lara Croft e Tomb Raider con Angelina Jolie - più vicina alla Lara classica, mentre la Vikander segna il passaggio al nuovo corso, a una signorina Croft meno spigolosa e più affabile. Fra gli esempi più recenti poi impossibile non nominare l'esperimento del 2016 Warcraft - L'Inizio di Duncan Jones, opera che sulla carta era subito apparsa monumentale e rischiosa per via del vasto universo al quale faceva riferimento, per l'appunto quello del gioco di ruolo Warcraft creato da Blizzard.
Figura in questo filone d'avventura anche un personaggio che con l'azione c'entra in modo relativo, ovvero Super Mario. Il buon Mario a due dimensioni, che ha fatto la fortuna di Nintendo grazie al suo "spirito da platform", leale e pacato, è stato trasformato in un personaggio live-action che aveva poco da spartire con la tradizione. Bob Hoskins, armato di cappello, baffi e del fido fratello Luigi (John Leguizamo) è stato sguinzagliato in un mondo fantascientifico e opprimente pieno di perfidi Goomba al servizio di Dennis Hopper/Koopa. Addio dunque ai classici colori Nintendo e alle atmosfere cartoonesche che da sempre accompagnano l'idraulico italiano più famoso del pianeta.

A tutti i costi

Se film come Doom e la saga di Resident Evil hanno in parte venduto la loro anima horror, per abbracciare più pubblico possibile, il canadese Silent Hill è riuscito a conservare tutto (o quasi) il terrore della controparte videoludica, riprendendo mostri, ambientazioni e persino brani originali della colonna sonora dei primi due videogiochi della saga.

Terrore che vive anche nel film d'animazione Dead Space - La Forza Oscura, perfetto mix di paura, fantascienza e azione ispirato allo spaventoso gioco omonimo del 2008. L'industria cinematografica è riuscita a trasformare in sceneggiatura anche un videogioco di corse, ovvero Need for Speed, che ha poi preso vita grazie al regista Scott Waugh e agli interpreti Aaron Paul, Imogen Poots e Dominic Cooper. Nel film hanno trovato un piccolo spazio persino Michael Keaton, appena prima della rinascita in Birdman, e una giovanissima Dakota Johnson, oggi legata a doppio filo con la saga delle Cinquanta Sfumature.
E quando Hollywood o i fantasiosi giapponesi non hanno pensato a creare dei lungometraggi depredando i videogiochi di successo, lo hanno fatto direttamente gli appassionati: esiste infatti un fan film chiamato Metal Gear Solid Philanthropy, opera tutta italiana creata senza scopo di lucro con l'unico intento di omaggiare la saga di Metal Gear e il suo creatore Hideo Kojima, ancora oggi un Dio intoccabile dell'industria videoludica. Parliamo dunque di una lunga storia di amore e denaro, che spesso ha visto prevalere lo sfruttamento a tutti i costi rispetto alla vera passione per i videogiochi, talvolta anche a causa di autori e produttori che mal conoscevano il materiale di partenza. La speranza degli appassionati di vedere prodotti davvero rispettosi però non si è mai spenta, chissà che Tomb Raider non sia l'occasione buona...

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