Tom Hanks: 10 personaggi memorabili dell'attore americano

La carriera di Tom Hanks è ricca di ruoli senza tempo, che trascendono i generi e ne fanno uno degli attori più amati di Hollywood.

Tom Hanks: 10 personaggi memorabili dell'attore americano
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La notizia del contagio da Covid-19 di Tom Hanks e della moglie Rita Wilson ha messo in apprensione i fan e l'intero mondo dello spettacolo. I due si trovavano in Australia per le riprese dell'Elvis di Baz Luhrmann, ma fortunatamente le cose sono andate per il meglio e la coppia ha già fatto ritorno negli Stati Uniti. Hanks è universalmente riconosciuto come uno degli attori più talentuosi della sua generazione e la sua popolarità è andata crescendo in maniera esponenziale nel corso degli anni. La sua dote principale è una sorta di innata naturalezza e genuinità nel ritrarre personaggi molto diversi tra loro.
La sua impronta si è impressa nei generi più disparati, dal drama al war movie, dalla commedia alla fantascienza, sempre assicurando quel valore aggiunto di credibilità e consistenza che rende i suoi film così amati dal pubblico di tutto il mondo. Ecco quindi i nostri dieci film più memorabili con Tom Hanks.

Ragazze vincenti (Penny Marshall, 1992)

Ragazze vincenti è un'occasione di riscatto ispirata a fatti realmente accaduti. Il film che racconta la nascita del campionato femminile di baseball nell'America della Seconda Guerra Mondiale non sarà certo un capolavoro, ma è una delle prime performance memorabili di Tom Hanks, con una Geena Davis in forma smagliante.

Il ruolo di Jimmy Dugan, ex giocatore professionista, ora burbero e frustrato manager dell'unica squadra femminile di baseball, alla quale sembra preferire la bottiglia, non è né da protagonista, né da Oscar. Rimane però una performance differente dal solito rassicurante stile di Hanks, nonostante Dugan abbia in fondo un cuore buono e l'interpretazione del nostro faccia sì che non resti un personaggio piatto e scialbo dimenticato tra i fotogrammi.

Philadelphia (Jonathan Demme, 1993)

In Philadelphia la dialettica tra Tom Hanks e Denzel Washington è importante non solo perché ha fruttato ad Hanks il suo primo Oscar, ma anche per il messaggio contro il bigottismo della società contemporanea.

Rimane una delle interpretazioni drammatiche più potenti e significative di Hanks, nonché un film che ha contribuito a far luce su una tematica molto spinosa da affrontare ai tempi, che oggi assume importanza in qualità di simbolo, grazie alla necessaria e naturale evoluzione del pensiero comune sulle tematiche trattate.

Apollo 13 (Ron Howard, 1995)

È interessante riflettere sul fatto che molte interpretazioni di Hanks abbiano assunto un'aura memorabile proprio in virtù dei momenti topici dei quali si rende protagonista. Purtroppo a volte il rischio è di venire etichettati per quella particolare battuta o per quella determinata scena.

Potrebbe essere il caso di Apollo 13, nel quale Hanks, nei panni di Jim Lovell, pronuncia la fatidica frase "Huston, abbiamo un problema". Ma il film di Ron Howard sulla sfiorata tragedia spaziale rappresenta la parabola di un uomo determinato a riportare se stesso e i suoi compagni a casa, affrontando con rigore, eppure con naturale eroismo, una situazione che non ha precedenti nella storia dell'esplorazione spaziale.

Big (Penny Marshall, 1988)

Quella di Big è l'interpretazione che ha dimostrato al mondo la versatilità di Hanks come attore, immedesimandosi nei panni di un dodicenne che desidera crescere e si ritrova dall'oggi al domani trasformato in trentenne, con tutti i vantaggi e gli svantaggi del caso

Non dubitiamo mai per un istante che dentro il corpo di Hanks viva un ragazzino e il suo merito sta nell'aver affrontato questo ruolo recuperando quella "genuina ingenuità" tipica della preadolescenza, con una recitazione fisica, che mima i concetti espressi dai dialoghi, dall'incredula felicità nel non avere le limitazioni di un bambino alla consapevolezza della difficoltà del mondo degli adulti.

Prova a prendermi (Steven Spielberg, 2002)

Hanks non è il protagonista di questo biopic sul truffatore professionista Frank Abagnale Jr., che brilla della recitazione di Leonardo DiCaprio, ma è l'agente FBI che gli dà la caccia con strenua tenacia. Nonostante ciò è proprio la dicotomia tra i due attori e la graduale evoluzione del loro rapporto a rendere questa ennesima collaborazione Hanks/Spielberg tra le più divertenti e intriganti da vedere.

Lo scontro generazionale tra i due protagonisti restituisce le due facce della medaglia della giustizia e allo stesso tempo quelle di due vite opposte, che dovranno trovare un dialogo e un terreno comune per maturare l'uno con l'altro. Il film di Spielberg è un perfetto esempio di come costruire un gioco tra il gatto e il topo, sfruttando il carisma di due grandi attori al servizio di una regia ben calibrata e attenta ai suoi protagonisti.

Toy Story (John Lasseter, 1995)

Sembra strano vedere uno dei film d'animazione più amati di sempre tra questa lista, ma sebbene in Italia sia decisamente più popolare con l'ottimo doppiaggio del compianto Fabrizio Frizzi, Tom Hanks è la voce originale di Woody. La sua prima avventura con Buzz Lightyear ha rivoluzionato per sempre il cinema animato, non solo per quanto concerne l'utilizzo della grafica computerizzata ma anche per il ricorso a tematiche profonde, incarnate dalla quotidiana banalità di oggetti d'infanzia, come i giocattoli.

Le riflessioni esistenziali sul valore della memoria e sulla minaccia dell'obsolescenza vengono esplicitate dalla viva voce di Woody e, attraverso lui, possiamo sentire tutta la profondità della recitazione di Hanks che, in quanto attore, non dev'essere affatto estraneo a questi concetti. Non per niente la sola e unica scelta di Lasseter per il ruolo di Woody fu Hanks, per la sua "capacità di catturare le emozioni e renderle attraenti".

Captain Phillips (Paul Greengrass, 2013)

La pellicola di Paul Greengrass sul viaggio umanitario di Richard Phillips, che deve affrontare l'assalto dei pirati somali al largo di Mogadiscio, rappresenta un film atipico nella carriera di Hanks.
Invece di utilizzare l'attore come centro dell'azione, Hanks diviene incarnazione dello spettatore, dell'uomo comune, una figura non eroica, vera e propria eccezione nella sua carriera. Hanks è il testimone di un avvenimento, lavora sulla personalità in sottrazione e non ha parole per descrivere la realtà che ha vissuto. Lo stile frenetico di Greengrass riporta uno scontro tra civiltà e ci regala l'altrettanto grande interpretazione di Barkhad Abdi, ma quello di Hanks rimane uno dei migliori ruoli della sua carriera.

Cast Away (Robert Zemeckis, 2000)

Secondo frutto della collaborazione tra Hanks e Zemeckis, Cast Away è la storia di un dirigente FedEx che precipita su un'isola deserta, costretto a imparare a sopravvivere senza l'aiuto di nessuno, contando solo sulle sue forze e su ciò che gli regalano il mare e la terra.

Il percorso di introspezione del protagonista, che imparerà a sue spese il vero valore delle cose, del tempo e degli affetti, rappresenta l'interpretazione più intima e fisica di Hanks, che si avvicina così all'estremismo di Robert De Niro in Toro Scatenato. Cinquanta chili persi per recitare la parte del naufrago che come unico compagno di vita ha un pallone da volley, col quale intrattiene intere conversazioni. Zemeckis alterna spettacolarizzazione a intimismo, accompagnato dalle struggenti musiche di Alan Silvestri, regalandoci un'esperienza indimenticabile in compagnia del naufrago più amato di sempre.

Forrest Gump (Robert Zemeckis, 1994)

Il pluripremiato film di Zemeckis ha assunto il ruolo di classico della cinematografia contemporanea, sia per l'iconicità delle scene e dei dialoghi, ma soprattutto per l'interpretazione di Hanks nei panni di Forrest Gump, che è valsa all'attore il suo secondo Premio Oscar.

Forrest è protagonista involontario di un grande affresco delle principali vicende della storia americana moderna, dagli anni Cinquanta agli anni Ottanta, passando da Elvis a Kennedy, dal Vietnam al Watergate. La genuinità dell'interpretazione di Hanks unisce l'omaggio alla satira attraverso l'inconsapevolezza del protagonista, facendo sì che quello di Forrest divenisse il ruolo emblematico della sua carriera, con tormentoni che sono entrati direttamente nella cultura popolare e che sono spesso oggetto di citazionismo.

Salvate il Soldato Ryan (Steven Spielberg, 1998)

Quello del Capitano Miller per molti non sarà il ruolo della vita, in confronto all'iconicità di Forrest Gump o di Cast Away, ma l'interpretazione di Hanks, unita a quella del resto del cast, alla regia di Spielberg e alla natura del tema trattato, elevano Salvate il Soldato Ryan su vette altissime. Spielberg è riuscito a rappresentare la crudezza e l'entropia della guerra prendendo per mano lo spettatore nei pochi momenti di transizione della pellicola, per poi scagliarlo con violenza sul campo di battaglia, rappresentato in tutta la sua brutalità, senza risparmiare nulla.

La macchina da presa di Janusz Kaminski si muove fluida sull'orrore, dipingendo con un isterico dripping desaturato la missione del Capitano Miller, ruolo nel quale brilla Tom Hanks, dilaniato tra il patriottismo del leader costretto a guidare i propri uomini nell'inferno della guerra e un'umanità che non vorrebbe far altro che lasciarsi alle spalle quel disastro e tornare agli affetti e all'ordinarietà della vita.

Certo, non è facile racchiudere un'intera carriera in una sola lista e abbiamo dovuto sacrificare alcune pellicole altrettanto rappresentative e meritevoli che beneficiano dell'interpretazione di Tom Hanks. Un attore capace di incanalare forza e vulnerabilità al tempo stesso, in una ricetta che consente allo spettatore di empatizzare pienamente con i personaggi da lui interpretati.