They Talk, l'horror 'del suono' secondo l'italiano Giorgio Bruno

Approfondiamo mediante il nuovo titolo in uscita in sala il 29 luglio il sottogenere - se così possiamo definirlo - dei film horror a tema sonoro.

They Talk, l'horror 'del suono' secondo l'italiano Giorgio Bruno
Articolo a cura di

Uscirà nelle sale italiane il prossimo 28 luglio l'interessante They Talk di Giorgio Bruno, take di genere horror tutto all'italiana dedicato a un particolare ambito del terrore, quello che suono. Nel particolare, non stiamo parlando di un titolo che fa del sound design il suo principale punto di forza artistico, valorizzandolo all'eccesso, ma di un film che sfrutta la tematica delle voci e del sonoro per costruirci poi intorno un racconto teso e angosciante fatto di inquietanti presenze e morti terribili.

Come il recente A Classic Horror Story di Roberto De Feo e Paolo Strippoli, anche They Talk è stato girato in Calabria, prodotto e distribuito da Vision Distribution, e in occasione dell'arrivo in sala del progetto abbiamo pensato di approfondire insieme a voi questo particolare ambito del cinema di genere, ripercorrendone la parte più recente di storia attraverso una selezione di tre titoli che meglio di altri possono spiegare a modo loro - e in maniera diversa - la peculiarità di un lavoro cinematografico che basa i suoi presupposti sull'atipica centralità di voci e suoni, o addirittura sulla loro assenza.

They Talk e l'horror sonoro

Diciamo anche che questo che stiamo trattando non è propriamente di per sé una sorta di sottogenere del cinema dell'orrore, quanto un modo diverso di interpretarlo e incanalarne gli aspetti formativi principali.

Si potrebbero elencare innumerevoli titoli che sfruttano come pretesto di spavento voci di spettri o presenze demoniache, dalla saga di The Conjuring di James Wan fino ad arrivare ad esempio a Ghost Stories di Andy Nyman, ma non tutti i film horror utilizzano voci e suoni come principale aspettato narrativo del progetto, ed è qui che sta la differenza sostanziale.
Nel 2005, Geoffry Sax uscì in sala con l'angosciante White Noise - Non ascoltate, opera con protagonista Michael Keaton incentrata sul fenomeno del Rumore Bianco scientificamente noto come EVP (fenomeno delle voci elettroniche), secondo il quale si possono ascoltare le voci dei defunti tra sequenze radio o televisive sintonizzate male. They Talk, dal canto suo, sembra sfruttare lo stesso principio per narrare la storia di Alex, tecnico del suono che durante le riprese di un documentario registra suo malgrado dei suoni agghiaccianti che si rende presto conto essere sinistre voci soprannaturali.

L'idea del contatto con qualcosa di non-terreno è alla base di entrambi i titoli, e soprattutto è il valore diegetico della "voce" a inquadrare i due film nello stesso insieme cinematografico, soprattutto guardando al passaggio di un contatto pacifico con il mondo ultraterreno a una sovversione della situazione in negativo, con l'arrivo o la scoperta di presenze non propriamente amichevoli.

Il suono e le voci sono anche alla base di The Sound di Jenna Mattison, thriller psicologico del 2015 con protagonisti Rose McGowan e Christopher Lloyd. La base ispirazionistica è qui quella dei cosiddetti Infrasuoni, spesso indicati come suoni a bassa frequenza che descrivono le onde sonore in modo inferiore all'udibilità dell'orecchio umano. L'idea a monte è sempre simile a quella di questo "sottogenere", cioè catturare voci e presenze sfruttando l'elemento sonoro e renderlo parte fondante del racconto, ma l'aggiunta del titolo è lo scetticismo critico nei confronti del soprannaturale da parte della protagonista, autrice di best-seller e investigatrice del paranormale.

Con They Talk condivide la volontà di creare una dimensione psicologica ben descrittiva delle sensazioni vissute dai rispettivi protagonisti, anche se poi il film di Bruno è molto più legato a sequenze jump scare e visivamente più appagante, anche grazie a una fotografia a suo modo dettagliata e ricercata curata da Rocco Marra.

Concludiamo questo breve viaggio citando infine A Quiet Place di John Krasinski, un horror sci-fi che in verità non apparterebbe tout court a questo filone, perché non c'è elemento EVP o infrasonoro a sorreggere l'impalcatura della storia, eppure è proprio l'assenza obbligata "della voce" a generare inquietudine e tensione, soprattutto se controbilanciato all'ottimo lavoro sonoro fatto dal regista. Non è un film che parla di presenze soprannaturali né tanto meno ha un'ambientazione urbana e semplice come quella degli altri film citati, ma è un modo differente di sfruttare il suono (o la sua penuria) per generare terrore. Pur con fare più minimalista, con un budget drasticamente ridotto e intenzioni di genere differenti, anche lo stesso They Talk riesce nel suo piccolo a generare una serie di sensazioni viscerali che si attaccano alle ossa dello spettatore. Un titolo che rientra a tutti gli effetti nella nuova ondata dell'horror (o thriller psicologico) all'italiana, nonostante i richiami al nostro paese siano stati tranciati di netto per un taglio più internazionale, creando la cittadina immaginaria di Twin Lakes (il richiamo al cult di David Lynch è voluto) e scegliendo un cast variegato europeo. Vi ricordiamo infine l'appuntamento con They Talk di Giorgio Bruno il 28 luglio, per vivere un brivido freddo al buio di una sala durante questa torrida estate 2021.

Che voto dai a: They Talk

Media Voto Utenti
Voti: 1
10
nd