Speciale The Lone Ranger e i flop inaspettati

Nonostante la buona qualità del film, in pochi sono andati a vedere il western di Gore Verbinski con Johnny Depp. Perché?

Speciale The Lone Ranger e i flop inaspettati
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La calda Estate cinematografica ha già mietuto la prima vittima. E' The Lone Ranger, mega-produzione Disney, prodotta da Jerry Bruckeimer, diretta da Gore Verbinski, musicata da Hans Zimmer, recitata da Johnny Depp. Praticamente lo stesso cast artistico e tecnico del campione d'incassi Pirati dei Caraibi: in effetti c'era voluto poco perchè la stampa mondiale etichettasse il tentativo di reboot del Ranger Solitario come "Pirati dei Caraibi nel Far West". Un'accoppiata dal pronto successo e invece le proiezioni del primo week-end hanno dato esito negativo, lasciando intuire alla casa di Topolino il probabile flop, le cui conseguenze economiche avrebbero generato un disavanzo di 150 milioni di dollari, più altrettanti derivati dal marketing (evidentemente errato!).
In questo articolo non vogliamo interrogarci sulle logiche perverse che decidono il successo di un film (gli ultimi giorni hanno visto, negli USA un ridicolo testa a testa tra Pacific Rim e Un week-end da bamboccioni 2, risoltosi in favore di quest'ultimo!), né le motivazioni finanziarie e psicologiche che inducono a considerare un buco nell'acqua qualsiasi pellicola con pochi spettatori nei primi giorni di proiezione. Per Diana, se quella Domenica c'è un sole abbacinante, perchè un fan della tintarella dovrebbe ammuffirsi all'interno di una sala cinematografica? Aspettate che si faccia vivo al successivo fine settimana!
Vediamo piuttosto quali possono essere le ragioni per cui un bel film come The Lone Ranger abbia ricevuto un'accoglienza così tiepida.

Un flop non annunciato

Cominciamo col dire che Lone Ranger ci è piaciuto davvero molto. Aldilà di una durata francamente eccessiva e delle scene escatologiche, ogni cosa nel film funziona. Verbinski dimostra di saper padroneggiare il genere western, proponendo anche un certo eclettismo nei confronti della corsa all'Ovest dopo la favoletta comica di Rango. Il mix di scene d'azione e battute al vetriolo già saggiato nel filone piratesco, qui si riconferma vincente anche se l'enfasi umoristica è caricata interamente sulle spalle della coppia di protagonisti. Il resto del cast, comprimari femminili e villain sono personalità estremamente pragmatiche, laddove non deliberatamente spietate.
Le poche ma determinanti iniezioni di Computer Grafica fanno sembrare Rango poco più di una demo tecnica: la locomotiva impazzita della prima scena, le immagini di una natura deviata dal suo corso e la pazzesca scena finale mostrano una grande abilità nel mescolare le ampie vedute celebrate dai western di John Ford con piccoli ritocchi digitali.
La prova del cast è soddisfacente: Johnny Depp trasla nell'indiano Tonto i tratti buffi di Jack Sparrow, ma anche la sua arguzia ed imprevidibilità; Armie Hammer mostra con efficacia la trasformazione da dottorino in legge a giustiziere mascherato; sublimi le performance di Butch Cavendish/Windingo (William Fichtner) e di Mr. Cole (Tom Wilkinson), il magnate delle ferrovie dall'affascinante evoluzione psicologica.
Infine, vi è la colonna sonora di Hans Zimmer, finalmente inedita nelle sonorità ricercate e adeguatamente ispirata. Per fortuna l'esatto opposto di quella composta per L'uomo d'acciaio.

Per un impero dell'entertainment come Disney risulta difficile dedicare la stessa attenzione a ciascun progetto. In un modo o nell'altro sembra inevitabile che almeno una nuova IP all'anno floppi alla grande: lo scorso anno Ralph Spaccatutto aveva a suo modo magnetizzato il Natale, mentre in Primavera John Carter era stato snobbato alla grande. The Lone Ranger in qualche maniera dovrebbe evitare il clamoroso inciampo del film fantascientifico diretto da Andrew Stanton, ma senza dubbio alcuno possiamo già mettere una pietra sopra sul seguito tanto auspicato. Sul fronte dei live-action dalle tematiche non proprio fanciullesche sembra che Disney faccia un poco fatica in questi anni, specie quando si tratta di promuoverle raccordando l'aspetto artistico a quello marketing: non funziona più come dovrebbe il bottone "perchè non vai al cinema a vederlo?".
The Lone Ranger di sicuro non manderà in bancarotta la casa di Topolino, ma dimostra quantomeno l'irripetibilità della formula dei Pirati dei Caraibi e la futura proliferazione di ulteriori seguiti con Jack Sparrow. Ironman 3 e Monsters University dovrebbero aver assicurato l'annata sul fronte cinematografico, anche se circolano incognite attorno alla performance di Thor: The Dark World e del lungometraggio d'animazione Frozen di cui si sa ancora pochissimo. Non dimentichiamo poi che in Agosto avverrà il lancio di Disney Infinity, il videogioco rivale di Skylanders su cui la divisione Interactive ha investito moltissime risorse anche in sinergia con la costola cinematografica.

I 4 errori

Appurato che Verbinski e co potevano disporre di un signor budget per rivitalizzare la figura del Ranger Solitario e che effettivamente la pellicola è decisamente riuscita, sotterrando in un colpo solo gli ultimi Pirati dei Caraibi, quali sono le ragioni per cui Disney non è riuscita ad attirare gli spettatori in sala? Il flop è stato mondiale, quindi a monte ci devono essere stati degli errori strategici che poi si sono ripercossi a livello locale, nonostante le diversità culturali.
Ecco 4 motivi per cui Lone Ranger, probabilmente, non è riuscito a comunicare la propria essenza:

  • Johnny Depp: il più grande asso nella manica di Lone Ranger si è in realtà rivelato un'arma a doppio taglio. La star di Pirati dei Caraibi ha trattato il mistico indiano Tonto alla stregua di Jack Sparrow, ma non è questo il problema: nonostante le movenze buffe ed esagerate, l'interpretazione strappa diverse risate di gusto: le più memorabili tra queste coinvolgono addirittura oggetti da barattare e una scala a pioli!
    L'errore è stato quello di escluderlo dal ruolo di protagonista, affiancandogli una spalla come Armie Hammer. L'attore visto in The Social Network ha condiviso con Depp sia la gran parte del film sia lo spazio sui poster ufficiali e sulle copertine delle riviste. Vista la peculiarità della fonte d'ispirazione non si poteva stravolgere l'essenza del duo, eppure in cuor nostro forse la "particina" di Hammer poteva essere affidata a qualche attore più riconoscibile, altrettanto di fama, altrettanto belloccio.
    Che Johnny Depp non avrebbe mai accettato di spartire a scena con un suo pari grado? Il suo diniego era irremovibile nonostante il fatto che il Ranger Solitario avrebbe indossato per quasi l'intera pellicola una maschera?
  • Il Primo Tempo: Disney deve aver fatto non poca fatica ad intuire le tematiche della prima parte del film. L'efferatezza della banda di Cavendish, la cruenta imboscata nel deserto, il concetto di resurrezione, i frequenti riferimenti a stupri ed assassini. L'intreccio di situazioni e dialoghi che elevano il film di Verbinski deve aver causato non pochi grattacapi dalle parti di Burbank, abituati a tenere a freno tali tematiche, scioglierle con una battutina alla Tony Stark o comunque sottintenderle.
    The Lone Ranger, di contro, va sorprendentemente dritto per la tangente, adottando un linguaggio criptico per una casa di produzione con un occhio di riguardo per il pubblico infantile.
  • Il West: c'è poco da fare, indiani e cowboy da lungo tempo hanno smesso di affascinare. Solo la trasformazione pop e splatter di Tarantino con Django Unchained sembra essere digeribile dagli spettatori, mentre il filone revisionista (indiani buoni - americani cattivi) alla Balla coi Lupi o quello cinico de Gli Spietati o Il Grinta sembrano attecchire oramai ben poco presso il grande pubblico attuale.
    I bambini hanno smesso di ricreare Gettysburg con soldatini in peltro, gli adulti non si galvanizzano più per le vedute della Monument Valley alla John Ford o i primi piani estremi di Sergio Leone.
    Certo, anche i pirati fanno poco capolino nella cinematografia odierna, ma vai a capire come il mix di porti microscopici, rum e arrembaggi sia riuscito a fare maggiore presa nel cuore del pubblico.
  • Il Main Theme: semplicemente non c'è. La marcetta dei Pirati dei Caraibi è ormai divenuta un tema riconoscibilissimo, mentre Lone Ranger non ha nulla di tutto questo. Manca insomma quel brano che sovrasta tutti gli altri e fa uscire dal cinema lo spettatore cosparso di epicità ed adrenalina! Se escludiamo Rossini, ovviamente. Ma un remix di un classico, per quanto meritevole, non sostituisce un tema originale e fondante.
    Ciò non toglie che la colonna sonora di Hans Zimmer sia eccellente, perfetta in ogni campionatura e di ampio respiro, esaltata a dovere da un montaggio con poche sbavature. In particolare Ride ci ha fatto respirare le atmosfere dei western di un tempo, le furibonde cavalcate e i panorami sterminati, mentre Home sui titoli di coda ha tirato in ballo una certa nostalgia per il declino della Frontiera.

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