The Greatest Showman, il resoconto della conferenza stampa con Hugh Jackman

Abbiamo avuto modo di parlare in diretta streaming con i protagonisti e il regista dell'atteso musical dedicato alla vita di P.T. Barnum.

The Greatest Showman, il resoconto della conferenza stampa con Hugh Jackman
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Il nome Phineas Taylor Barnum forse potrà dire poco a molti di voi, ma senza esagerare potremmo definirlo l'inventore dell'entertainment marketing per come oggi lo conosciamo. Certo, nel 1800 c'erano solo muri e giornali dove pubblicizzare uno spettacolo, non come oggi, ma questo incredibile personaggio riuscì a cambiare nel profondo il mondo dell'intrattenimento con le sue idee innovative e moderne, passando alla storia anche per il suo amore per i freak. E la storia di Barnum sarà adesso raccontata nell'atteso The Greatest Showman di Michael Gracey, regista esordiente con le idee però chiarissime sulla vita dell'imprenditore statunitense, che nel film verrà interpretato dal grande Hugh Jackman.
La veste musical si sposa poi perfettamente alla storia dell'uomo, e dopo aver avuto la possibilità di ammirare il film in super-anteprima (di cui purtroppo non possiamo però rivelare nulla fino al 20 dicembre) oggi abbiamo anche potuto parlare in diretta streaming da Londra con il regista e il cast del progetto, di cui fanno parte anche Zac Efron e Zendaya.

Celebrare il diverso

Michael Gracey ha una carriera vissuta principalmente nel mondo degli spot pubblicitari, quindi un nome quantomai adatto a raccontare la storia di quello che è il padre delle Relazioni Pubbliche moderne: "Otto anni fa lavorai con Hugh a uno spot, e nel mentre di un evento dedicato dove scorrevamo fiumi di alcool mi disse "io e te dovremmo fare un film insieme". Sul momento non gli credetti, anche perché gli attori sono soliti ripeterlo a questo genere di feste, ma in realtà è stato di parola. Pochi anni dopo mi mandò una sceneggiatura e oggi eccoci qui. Ci abbiamo messo molto prima di arrivare in sala, circa 3 anni, anche per sistemare la sceneggiatura (di Jenny Bicks e Bill Condon) e adattarla al taglio musicale del film, al tempo insicuro tra jazz e pop. Fortunatamente a scrivere le canzoni c'erano due talenti allora poco conosciuti come Benj Pasec e Justin Paul, oggi amati e premiati grazie al lavoro svolto su La La Land. Quindi si, ci è voluto del tempo e abbiamo affrontato varie difficoltà, specie perché in pochi credevamo nel progetto". E da attore, marito e padre di famiglia, anche Jackman si dice fiero del film: "È un po' come X-Men, solo che questa è una storia vera dell'800. Questi mostri erano chiusi nelle loro case e considerati maledetti da Dio, ma Barnum li tirò fuori da quell'inferno e li espose alla luce del sole, facendoli divenire ricchi e amati. È un film di cui vado molto fiero, anche come padre di due teenager, perché comprendo come in quei difficili anni ci si senta un po' tutti dei freak". Termine, quest'ultimo, che Gracey dice però di aver usato molto poco, "per non stigmatizzare il diverso, ma celebrarlo", proprio come fa la canzone This is me cantata da Keale Settle, di cui dice Jackman: "Il film affronta molti temi importanti come la nascita dell'America moderna, l'idea che l'immaginazione possa definire una vita e ovviamente il diverso, e This is me è forse la canzone più potente tra tutte, come il momento in cui viene cantata. Tutti abbiamo qualcosa che vogliamo tenere nascosto da tutto e tutti, e questa è una canzone che rende omaggio a chi siamo".


Uno Steve Jobs antesignano

Ma la storia, dicevamo, è quella di Barnum, e l'attore torna così sul personaggio: "Era un imprenditore incredibile venuto su dalla più misera povertà. Per lui il successo era una necessità, bramava i riflettori ed era un grande combattente, tanto che non accettò mai un no come risposta. Era, se vogliamo, uno Steve Jobs dei suoi tempi, un grande innovatore dell'intrattenimento, di cui ne modificò il volto per sempre".

E anche se la sua storia è ambientata nell'800, il regista è consapevole della contemporaneità del racconto: "Sì, la storia resta molto contemporanea, il che è molto triste se pensiamo ai rapporti interraziali o altro", discorso al quale si ricollega Zendaya: "Trovo che sia assurdo disprezzare il diverso ora come allora, per questo ho amato davvero molto la storyline del mio personaggio, nella quale mi sono molto identificata venendo io stessa da una storia interraziale". Concludendo sempre su Barnum, Jackman dichiara: "Mi hanno sempre affascinato i personaggi dirompenti e determinati, che riescono a vedere qualcosa e hanno la forza per arrivarci. Barnum era eccezionale: riuscì a trasformare una miriade di pubblicità negativa in qualcosa di positivo, definendosi esso stesso un mistificatore, ma aveva anche molti difetti, come tutti noi, di cui forse il più lacerante era questa enorme rabbia verso il mondo intero". E sul finale vero e proprio l'attore lancia poi un grido d'amore all'Italia, già elogiata dal regista parlando di Federico Fellini, "sua grande ispirazione": "Nessuno, comunque, sa celebrare la vita meglio degli italiani", e quindi speriamo che nessuno meglio del Bel Paese possa celebrare questo The Greatest Showman, in uscita nelle nostre sale il prossimo 25 dicembre.

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