The Blues Brothers: la scena cult dell'incredibile inseguimento finale

La pellicola The Blues Brothers ha segnato in maniera indelebile la storia del cinema moderno. Riscopriamo insieme la scena dell'inseguimento finale.

The Blues Brothers: la scena cult dell'incredibile inseguimento finale
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Nel 1980 usciva nelle sale cinematografiche The Blues Brothers, la commedia musicale diretta da John Landis diventata negli anni un cult imprescindibile della storia del cinema.
L'opera, che vede protagonisti i fratelli del titolo, interpretati da John Belushi e Dan Aykroyd, è riuscita a imporsi come poche altre nell'immaginario collettivo, grazie a tutta una serie di trovate - tra cui l'iconico look dei due personaggi principali - capaci di regalare al film un'aura a tratti leggendaria.
A consolidare l'aspetto maggiormente iconico del film ci hanno pensato anche i numerosi musicisti di fama internazionale comparsi in varie scene, in grado di coinvolgere in maniera viscerale lo spettatore in tutte le sequenze di ballo e canto: da Ray Charles a Cab Calloway, da Aretha Franklin a James Brown (senza contare tutti gli altri camei illustri), il film riserva davvero una sorpresa dopo l'altra sia a livello musicale che non.
La scena d'inseguimento finale, in cui vediamo i due fratelli protagonisti fuggire a perdifiato dalle grinfie della polizia a bordo della loro fidata Bluesmobile, racchiude in pochi minuti l'intera poetica del film.
Di seguito proveremo quindi ad analizzarne gli aspetti salienti, concentrandoci su tutti quei piccoli grandi colpi di genio che solo poche altre opere sono state in grado di eguagliare.

Due simpatiche canaglie

Jake ed Elwood Blues hanno una sola missione: trovare 5.000 dollari nell'arco di poco tempo per pagare le tasse arretrate dell'orfanotrofio dove sono cresciuti.
Intenzionati più che mai ad aiutare la suora Mary Stigmata e il custode Curtis, che considerano come dei genitori adottivi, i due fratelli dal passato burrascoso decidono di rimettere in piedi la loro vecchia band per guadagnare il denaro in modo pulito.
Uno dei grandi meriti del film è quello di essere riuscito a caratterizzare molto bene i due personaggi protagonisti puntando su pochi - quanto iconici - tratti essenziali, a partire dagli occhiali da sole che rimangono per quasi tutta la durata della pellicola incollati al loro viso.

Seppur il lungometraggio inizi mostrandoci uno dei fratelli che esce di prigione, fin da subito risulta chiara l'indole fondamentalmente benevola dei due fratelli; per quanto siano costantemente al centro di numerosi guai, i protagonisti sono ritratti come dei poveri diavoli con cui diventa davvero difficile non empatizzare, soprattutto perché durante la visione ogni loro azione risulta atta a perseguire una buona causa.

Jake ed Elwood si rifanno così al ruolo archetipico della simpatica canaglia che, pur muovendosi al di sopra della legge, è in grado di farsi volere bene da (quasi) tutti.
Un altro tratto distintivo dei personaggi - capace a più riprese di dar vita a dei siparietti realmente divertenti - è quello di prendere ogni situazione (anche la più difficile) in modo scanzonato e leggero, arrivando addirittura a ignorare completamente quello che accade attorno a loro (anche nel caso qualcuno provi a ucciderli sparandogli contro con un lanciarazzi).
Ed è proprio con questo spirito che i due affrontano il lungo e altamente spettacolare inseguimento finale, che li vede sfrecciare a perdifiato per le vie della città nel tentativo di consegnare in tempo all'ufficio delle tasse la cifra faticosamente accumulata in precedenza.

L'inseguimento finale riesce in maniera soddisfacente a chiudere tutti i punti lasciati in sospeso durante il corso della pellicola; i vari villain incontrati in precedenza tornano così alla ribalta uno dopo l'altro in un vero e proprio concentrato di stunt spettacolari (e piroette incredibili) in cui un incalcolabile numero di autovetture danno vita a una delle sequenze d'inseguimento più folli e divertenti mai concepite su grande schermo.

Mentre i due fratelli continuano a scappare dalla polizia a bordo della loro magica Bluesmobile, l'inquadratura passa talvolta in soggettiva, donando all'intera sequenza una sensazione di velocità ancora più marcata; oltretutto i protagonisti, che rimangono in silenzio senza perdere mai la calma nonostante il caos generato, riescono ad ammantare la scena dell'inseguimento di un'aura dannatamente spassosa e coinvolgente.

Un dispiegamento di forze pantagruelico

Una volta che i due protagonisti riescono a raggiungere il Richard J. Daley Center di Chicago (grattacielo e centro civico della città) per pagare finalmente le tasse arretrate, la sequenza raggiunge un nuovo livello di nonsense: in una vera e propria escalation senza fine, oltre alla miriade di poliziotti che continuano a inseguirli, assistiamo a un dispiegamento di forze davvero fuori scala in cui viene mobilitato addirittura l'esercito.
Ancora una volta i due protagonisti, mostrando una calma invidiabile (seppur siano perfettamente coscienti che il tempo a loro disposizione per effettuare il pagamento stia per finire) riescono a dar vita a una delle sequenze più divertenti dell'intero film.

Le varie scene in cui ci vengono mostrati i militari in azione - che oltretutto non smettono mai di incitarsi continuamente tra loro quasi a ripetere ossessivamente un mantra belligerante - non possono che rimandare al tema dell'antimilitarismo, ribadendo ancora una volta la natura da poveri diavoli incarnata dai due protagonisti, al centro di una situazione paradossale per motivi a tratti ignoti.

L'incredibile (e davvero esagerato) divario tra le forze impiegate per fermare Jake ed Elwood (rispetto alla reale minaccia da loro rappresentata) riesce in modo spassoso a far riflettere chiunque sull'insensatezza di fondo della guerra, attraverso un registro satirico pungente e ottimamente calibrato, capace di sfociare anche nel grottesco.
Un allora giovane Steven Spielberg, chiamato a interpretare l'impiegato delle tasse in grado di ufficializzare l'avvenuto pagamento, pone così fine alla folle avventura dei due fratelli che, una volta compiuta la loro "missione per conto di Dio", vengono infine catturati dai militari, dando vita a un'altra delle moltissime scene cult del film, in cui vediamo i due protagonisti letteralmente circondati da un enorme numero di soldati che non esitano a puntargli contro i loro fucili.

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