The Batman, un film di 3 ore: allora Zack Snyder aveva ragione?

Il nuovo Batman di Matt Reeves sarà il film sull'eroe più lungo di sempre: che Warner e DC abbiano imparato qualcosa anche dal regista di Justice League?

The Batman, un film di 3 ore: allora Zack Snyder aveva ragione?
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Torniamo a parlare del Batman più lungo della storia del cinema e ancora inedito. Come ormai sappiamo, The Batman durerà tre ore (2 ore e 55 senza titoli di coda). Il nuovo reboot firmato da Matt Reeves e con protagonista Robert Pattinson sarà, insieme ad Avengers: Endgame, il cinecomic distribuito in sala più longevo di sempre. Un record-non-record interessante, a dire il vero, soprattutto guardando alla policy dell'etichetta DC Films, che sotto l'egida di Warner Bros non ha mai pubblicato un lungometraggio al cinema più lungo di 2 ore e 35 minuti, intervenendo spesso con un'ingerenza produttiva massiccia sui loro titoli.

La divisione subordinata a Warner è stata creata nel 2016 per fronteggiare l'accoglienza divisiva di Batman v Superman, divenendo a tutti gli effetti l'etichetta di punta in produzione e supervisione delle trasposizioni a marchio DC dopo il disastro commerciale di Justice League nel 2017. Per questo la fondazione della compagnia è datata al 2018: perché la riorganizzazione delle alte sfere delle divisione sono avvenute in quel periodo, con le dimissioni di Jon Berg dalla presidenza, il passo indietro obbligato di Geoff Johns e il subentro come persona chiave di Walter Hamada, tutt'ora alla guida della DC Films. Ed è infatti proprio con Hamada che le cose sono drasticamente mutate in meglio, aprendo una nuova, più positiva e remunerativa era per i supereroi dell'etichetta americana.

Il cammino verso il successo

L'effettivo cambio di passo della società si è avvertito con gli incassi del divertente e riuscito Aquaman di James Wann, primo titolo del DC Universe a superare il miliardo di dollari al boxoffice dopo 3 anni di attività e film ben più "rumorosi" (tuffatevi negli abissi con la nostra recensione di Aquaman), e poi con il trionfo del Joker di Todd Phillips, anche vincitore del premio Oscar al Miglior Attore Protagonista, andato allo straordinario Joaquin Phoenix (recuperate qui la recensione di Joker).

Un primato in ambito cinecomic che la divisione può vantare a testa alta sui Marvel Studios, che in termini commerciali restano comunque avanti anni luce rispetto alla competitor, con un marketing, una continuity e un progetto narrativo ormai del tutto consolidati tra cinema e televisione. DC Films sta invece arrivando solo adesso, all'inseguimento dell'illuminato Kevin Feige grazie alla lungimiranza e alla competenza di Hamada, geniale produttore con una grande conoscenza del mercato.
Quando Feige autorizzò insieme a Bob Iger la durata cinematografica di 3 ore di Avengers: Endgame dei fratelli Russo, la società guidata da Hamada era ancora in fase di ri-assestamento, con i magnifici risultati del Joker appena a qualche mese di distanza e l'apertura di una nuova era dedicata agli autori e alle storie originali non per forza interconnesse tra loro, senza parlare poi della prima serie TV in uscita, la dissacrante Peacemaker di James Gunn, spin-off dell'altrettanto eclatante The Suicide Squad (scoprite cosa ne pensiamo nella nostra recensione di The Suicide Squad). Una visione differente, più libertina e disinteressata a una policy strettamente family friendly come la diretta rivale Marvel, per questo più permissiva pure in senso creativo, sicuramente più coraggiosa e concreta in più di un passaggio tematico e/o critico.

Insomma, da cinque anni a questa parte, pur non raggiungendo i risultati profittevoli della competitor (pure a causa di alcune scelte di distribuzione opinabili di Warner Bros, le stesse che hanno sancito l'addio tra la compagnia e Christopher Nolan), DC Films è un'etichetta in salute e con all'attivo più di un successo, motivo per cui con un titolo forte come The Batman e un autore stimato come Reeves si è sentita in dovere di concedere qualcosa in più, ovviamente consultandosi con la progenitrice Warner.

I tagli rovinano il contenuto

È così che siamo arrivati alla svolta: un film di 3 ore a marchio DC, senza considerare la mastodontica operazione Zack Snyder's Justice League giunta però in esclusiva su HBO Max e poi in home video, saltando il cinema. Come già discusso nel precedente speciale dedicato a The Batman, questa runtime è sinonimo tanto di libertà creativa quanto di estrema fiducia nei confronti di un titolo di forte impatto cinematografico e culturale in chiave mainstream, un modello produttivo palesemente ispirato ai cugini Marvel ma diverso perché figlio di una politica produttiva differente e marcatamente meno virata al politicamente corretto.

Il The Batman con Robert Pattinson non sarà poi un cinecomic elettrizzante e scalmanato come il The Suicide Squad di Gunn, avendo pure un rating PG-13 nonostante le anticipate venature orririfiche descritte da Reeves, eppure all'orizzonte si intravede il film sul Cavaliere Oscure più complesso e sfumato tra quelli finora prodotti, in tutto e per tutto figlio della visione artistica del suo autore, che è poi il plusvalore dell'opera che giustifica la scelta di una durata complessiva di 175 minuti.

Se pensiamo ad esempio al passato e all'operato di Zack Snyder, la guida poco lungimirante di Berg e i relativi problemi produttivi hanno portato in sala dei film ampliamente mozzati e dai contenuti a volte poco chiari, quando poi lo stesso autore rimarcava a gran voce l'essenzialità di mantenere viva e vibrante la visione di un autore, senza troppe ingerenze dai piani alti, soprattutto interessati a rendere un titolo il più commerciale e appetibile possibile per i botteghini, rovinando di fatto i suddetti contenuti.

Basti riflettere sulla mancante mezz'ora di Batman v Superman al cinema, quella che meglio rivelava le criticità alla base della rivalità tra i due protagonisti, o alla dibattuta Ayer's Cut di Suicide Squad, nient'altro che la versione definitiva del problematico primo capitolo sulla Task Force X così come voluto dal suo regista. E non serve la nostra recensione di Zack Snyder's Justice League per evidenziare la sua superiorità rispetto all'odiatissimo taglio di Joss Whedon. Ciò che salta all'occhio in casa DC Films, osservando la sua storia, è un cambio di passo quasi radicale rispetto agli inizi, con un saggio e profittevole investimento in fiducia sugli autori, ai quali viene finalmente concesso il diritto di terminare la propria opera così come originariamente voluta, senza drastica revisione di un supervisore con idee anche differenti e contrarie. Ed è essenziale proprio per questi motivi tenere bene a mente il percorso dell'etichetta dal 2016 a oggi e soprattutto la battaglia di Snyder, rivelatasi giusta e veritiera. Senza la caduta della vecchia guardia DC Films e il lavoro del regista di Man of Steel, oggi, Matt Reeves non avrebbe potuto vedere in sala il suo The Batman così come desiderato.

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