In attesa di The Batman 2: le migliori scene del capolavoro di Matt Reeves

Se le aspettative per il sequel sono alle stelle, il merito è soprattutto dei momenti più riusciti di The Batman.

In attesa di The Batman 2: le migliori scene del capolavoro di Matt Reeves
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Non basta la nostra recensione di The Batman a saziare la voglia di conoscere di più sull'universo grunge del Cavaliere Oscuro plasmato da Matt Reeves in The Batman. La conferma di The Batman 2 non ha fatto altro che gettare benzina sul fuoco dell'hype e l'uscita del film tra i dvd e blu-ray di maggio 2022 è un'ottima occasione per rivedere finalmente una delle pellicole più riuscite dell'anno; senza dubbio un capolavoro tra i cinecomics di tutti i tempi. Per questo siamo pronti ad addentrarci tra le piovose strade di Gotham City per rivivere le migliori scene di The Batman; le tappe fondamentali di quel percorso che porta alla nascita del supereroe simbolo di quella città, che nella sua evoluzione da Vendetta a Speranza ha conquistato quasi tutti.

Sono Vendetta

Piove su Gotham City. Una banda di teppisti ha accerchiato un malcapitato e si appresta a dare sfogo alla violenza. Ma gli animi sono inquieti, perché lassù nel cielo si staglia come un monito un fascio di luce con la rudimentale sagoma di un pipistrello. Il vigilante potrebbe nascondersi ovunque nell'oscurità, tutti i criminali lo sanno e per questo compiono le loro malefatte nell'irrequietezza quando il bat-segnale è acceso. Anche i giovani col volto dipinto che si stanno per scagliare contro l'uomo nella metropolitana lo sanno. Di più. Lo sperimentano. Perché il rumore di passi che scende le scale è inequivocabile e attira la loro attenzione verso l'androne nero come la pece.

Un paio di scarponi calca l'asfalto zuppo di pioggia. La silhouette di quella che ancora non è la speranza per Gotham, ma solo il suo spietato vigilante, avanza sicura nella corazza antiproiettile. "E tu chi saresti, sentiamo?" Gli viene chiesto beffardamente da uno dei teppisti, prima che una scarica di pugni lo investa. "Sono Vendetta". La prima apparizione del Cavaliere Oscuro di Robert Pattinson è di quelle che lascia il segno e basta una semplice frase ad illustrare il perché agisce contro il crimine. Un instancabile anatema di punitiva forza muscolare che deve ancora incanalare per un bene più grande.

La Batmobile e l'inseguimento del Pinguino

Appare scomposta tra pezzi di motore sparsi sui banchi da lavoro del covo del Pipistrello per metà pellicola, ma l'entrata in scena della Batmobile di The Batman a fianco del magazzino di drops dove il Pinguino sta per concludere il suo acquisto di droga è come il risveglio di una creatura ancestrale, tra scarichi fiammeggianti e un alone bluastro che rivela un potentissimo propulsore posteriore. Un mostro che vediamo in azione poco dopo, subito dopo la fuga ci Cobblepot, in un inseguimento da manuale.

Cinque minuti di azione e frenesia nei quali la Batmobile si porta alle costole del Pinguino nell'onnipresente pioggia che investe le notti di Gotham, mentre l'auto di Oswald svicola nel traffico fino a diventarne parte e dover scatenare un grandioso incidente per seminare e forse sbarazzarsi definitivamente del Pipistrello che, frantumando cilindri di cemento e sfruttando rampe di fortuna nel tramestio dell'inferno di fuoco scatenato dal Pinguino, sfonda la barriera di fiamme proprio quando Cobblepot era convinto di essere riuscito nel proprio intento, facendo piroettare il proprio mezzo terminando la corsa a testa in giù, ad ammirare impotente la disfatta mascherata avvicinarsi e fare capolino nell'inquadratura capovolta, in una sequenza che nel suo complesso è una piccola perla di regia action.

So badare a me stessa

Usciamo dall'inseguimento, dopo il quale Bruce Wayne è costretto a fare i conti con i primi stralci della verità dell'Enigmista. L'orfanotrofio di Gotham, il progetto per il risanamento della città dietro il quale si è aperta una voragine di corruzione nella quale sguazza Falcone e dalla quale è stata vittima Annika, l'amica di Selina. Batman vuole saperne anche di più delle scelte di Catwoman, dei motivi dietro al suo furto ai danni del Pinguino, del suo coinvolgimento con Falcone. E alla fine emerge anche un'altra verità: Falcone è il padre di Selina Kyle.

Un momento fondamentale nel rapporto tra Batman e la donna per la quale inizia a nascere un sentimento. Una sequela di cicatrici che vengono esposte, in parte condivise da entrambi; forse è questo che li accomuna, al di là della missione per smascherare il marcio di Gotham. Andiamo, Vendetta...

Bruce al capezzale di Alfred

"Mi hai mentito. Tutta la vita." È questa la conclusione alla quale è arrivato Bruce Wayne dopo le rivelazioni di Falcone sul destino dei suoi genitori, apparentemente uccisi da Maroni. Perché Alfred non gliene aveva parlato? L'infrangibile corazza di rettitudine di Thomas Wayne si è sbriciolata agli occhi del figlio ad ogni singola parola del boss della malavita, ed ora non sa più in cosa o in chi credere. Ed è qui che interviene il racconto di Alfred, costretto in un letto d'ospedale dopo aver aperto la lettera esplosiva dell'Enigmista destinata a Bruce.

Il racconto dello sbaglio di Thomas, commesso per proteggere la moglie e il figlio rivolgendosi in un momento di debolezza a Falcone, il quale avrebbe fatto qualunque cosa per farlo sentire in debito con lui. Lo fine dello scandalo relativo a Martha Wayne, sedato da Falcone nel sangue, ha però rimesso Thomas sulla retta via, pronto a denunciarlo alla polizia, prima di essere ucciso insieme alla moglie.

Le parole di Alfred non sono avvallate dalla certezza sulla colpevolezza del boss, ma mutano nuovamente la prospettiva di Bruce, soprattutto dopo il rimpianto del fedele maggiordomo per non essere riuscito ad evitare che tutto ciò accadesse e che il piccolo Bruce si sentisse in colpa per quanto avvenuto. Semplicemente Alfred non era preparato a crescere quel bambino come il padre che era venuto a mancare, ma tutto questo scambio di verità e sentimenti apre una falla nella corazza del giovane Wayne, che per la prima volta dopo tanto tempo si è ritrovato a temere di perdere qualcuno che ama. Proprio colui che in un modo o nell'altro ha sempre desiderato essere parte di quella famiglia spezzata e che ora può stringere la mano al suo padrone, a colui al quale, nel bene e nel male, ha sempre voluto bene come ad un figlio.

Batman e l'Enigmista

"Sono stato invisibile per tutta la vita, ma forse non lo sarò più". Le ferite e le cicatrici dell'Enigmista sono profonde e terribili nella fondamentale scena del colloquio con Batman all'Arkham Asylum. La vita nell'orfanotrofio, la speranza nel progetto Rinnovamento di Thomas Wayne, svanita con lui. L'attenzione mediatica nei confronti del piccolo Bruce, rimasto a sua volta orfano, ma non come quelli che soffrivano le pene dell'inferno in quella struttura. Bruce Wayne. Per un attimo Batman si ritrova smascherato, nudo dietro una maschera che non lo protegge più, quella stessa maschera che l'Enigmista non vuole togliergli come tutti gli altri, perché sa che è quella la vera natura di chiunque si nasconda là dietro.

Ma poi capisce che l'uomo è solo pieno di rancore per non essere riuscito a beccare il figlio di Thomas insieme a Batman, che pone la fatica domanda: perché tutti quei biglietti indirizzati a lui? Domanda inutile per l'Enigmista, ora confuso. Lui considera il Cavaliere Oscuro come il suo braccio armato, mentre lui è la mente. Senza Batman non sarebbe riuscito ad ottenere nulla; inoltre, proprio il Pipistrello è stato l'ispirazione per i suoi piani basati sulla paura e la violenza mirata, proprio come le azioni del vigilante che si fa chiamare Vendetta.

L'Enigmista considera Batman un alleato e il suo "Ci vediamo all'inferno" implicava un ricongiungimento proprio ad Arkham, nella stessa cella, in attesa dell'ultimo atto. Quando, però, l'uomo dietro il vetro si rende conto che in realtà il Cavaliere Oscuro non ha mai compreso questo piano, capisce che non è suo complice e così lo condanna ad assistere impotente al gran finale, scatenando involontariamente la sua evoluzione.

Da Vendetta a Speranza

C'è sempre un momento di epifania nel percorso di un eroe, si chiama rivelazione. È quel meccanismo che scatta e gli fa realizzare la strada da intraprendere per divenire colui che è destinato ad essere. E per Batman quel momento è quando smaschera uno degli epigoni dell'Enigmista intervenuti a gettare nel caos Gotham e che poco prima aveva ridotto in fin di vita a suon di pugni dopo la scarica di adrenalina iniettata per salvare Selina dalle sue grinfie. "Io sono Vendetta" rivela a Gordon il malcapitato, e Batman non può che guardare atterrito ciò che a sua volta è stato fino a quel momento. Una via che non lo condurrà da nessuna parte e che non rappresenta affatto la soluzione ai suoi problemi e a quelli di Gotham.

La minaccia elettrica che pende sullo stadio allagato lo porta ad un gesto tanto impulsivo quanto emblematico. Batman si lancia sul cavo pericolante e lo trancia sacrificandosi nella caduta, inghiottito dalle acque che hanno allagato la struttura ed emergendone non come Vendetta, ma come Speranza. "Comincio a vedere adesso. Ho avuto un effetto qui, ma non quello che avevo in mente". Il vigilante temuto da tutti si pone al diretto servizio degli altri, salvandoli dalla prigione d'acqua dell'Enigmista e conducendoli verso la salvezza, unico faro ad illuminare la disfatta di Gotham e ad ergersi in sua difesa. Perché le cicatrici posso distruggerci anche quando le ferite sono guarite. Ma se sopravviviamo possono trasformarci, possono darci il potere di resistere e la forza di combattere.

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