Speciale The B-Movieye - Un... Mosaico di genere!

Sesso, violenza e creature mostruose!

Speciale The B-Movieye - Un... Mosaico di genere!
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All'interno di questa rubrica dedicata ai b-movie, qualche tempo fa abbiamo avuto modo di menzionare la romana Mosaico Media quando si presentò l'occasione di parlare dei cosiddetti "kaiju eiga", ovvero quelli che, nel gergo popolare, vengono chiamati "film di mostri giapponesi".
Fu quando è stato distribuito su supporto dvd Gamera contro il mostro Gaos di Noriaki Yuasa, ovvero una delle più amate avventure della mitica tartaruga volante nipponica, protagonista anche di Kinkong-L'impero dei draghi, altro titolo targato Mosaico.
Una label il cui ricchissimo catalogo in continua espansione non poteva certo fare a meno di catturare la nostra attenzione, considerando che, al di là di titoli decisamente più autoriali come C'era una volta un merlo canterino di Otar Iosseliani o I lautari di Emil Loteanu, si costituisce in maniera quasi esclusiva di fino a oggi introvabili lungometraggi a base di exploitation e genere nudo e crudo. Tutti in edizione limitata e numerata da collezione.
Sarebbe sufficiente citare, al suo interno, la presenza di Robot holocaust di Tim Kinkaid, Alle dame del castello piace molto fare quello... di Josef Zachar, interpretato da una Edwige Fenech degli esordi, e Bat woman-L'invincibile superdonna di René Cardona.

Il mondo di due sorelle

Mosaico ristampa anche questo film diretto nel 1979 da Franco Rossetti sotto pseudonimo Frank Gardner che, conosciuto anche come Il mondo porno di due sorelle, già editò con il titolo Le due sorelle.
Trattasi delle gemelle Giovanna ed Emanuela che, nate da una donna perennemente divisa tra un marito gentile ed un amante irruente, sembrano interpretare come carattere e come fisico i due opposti aspetti: la prima, borghesemente sposata a un “palazzinaro” romano, è educata e sessualmente inibita, mentre la seconda, alla ricerca continua del piacere e della perversione, mette insieme un postribolo per sadomasochisti.
Da qui, i tentativi attuati da quest’ultima per trascinare “dalla parte del male” anche Giovanna.

Il mondo di notte IV

Partiamo con questo mondo-movie datato 1980 che, diretto dallo stesso Gianni Proia che già curò Mondo di notte n°2 (1961) e Mondo di notte n°3 (1963), entrambi lanciati da Mosaico in un bel cofanetto comprendente anche il capostipite Mondo di notte (1959) di Luigi Vanzi, non ha in realtà nulla a che vedere con quei tre documentari volti a raccontare - tra spogliarelliste, esibizioni canore, sport pericolosi e caccia alle balene - il misterioso universo di quando non batte il sole.
Infatti, trattasi del curioso Siamo fatti così... aiuto!, che, recuperando lo spirito dei tre tasselli di cui sopra, propone un assemblaggio di immagini vere ed altre evidentemente di finzione; tanto da vedere coinvolti caratteristi della commedia nostrana del calibro di Sandro Ghiani e Max Turilli.
Un assemblaggio che, affidato alle mani di Carlo Broglio, futuro montatore di Arrapaho (1984), propone con cinico umorismo, tra l'altro, un grottesco inventore della banca dello sperma, una pericolosa avventura dal barbiere ed i sovrumani esercizi di volontà di un individuo impegnato a trafiggersi il corpo con stiletti e lame di varia lunghezza, senza toccare i propri punti vitali.
Mentre si parla di fame, crisi energetica e denaro, vero problema dell'essere umano; il quale, proprio come la televisione, specchio del mondo moderno, si è allineato sulle posizioni della filosofia utilitaristica, basata su semplici concetti.
Con una sequenza hard censurata quale contenuto extra.

La calda bestia di Spilberg

Altra grande lacuna del mercato dell'home video digitale tricolore che viene finalmente colmata è questa produzione francese che, diretta nel 1977 da Patrice Rhomm sotto pseudonimo Alain Garnier, dalle nostre parti già era difficilmente reperibile ai tempi delle vhs, quando circolò sotto l'etichetta Video A.
Una vicenda che si riallaccia senza dubbio al famigerato filone chiamato "Nazi-porno" (che di porno, in realtà, non aveva nulla), ma che non vi rientra, in quanto ambientata in un paese immaginario sotto una temibile dittatura militare estranea a quella di Adolf Hitler.
Ed è Malisa Longo a vestire (raramente, a dire il vero) i panni della tanto sensuale quanto spietata Elsa, la quale, chiaro derivato della mitica belva delle SS Ilsa incarnata dalla giunonica Dyanne Thorne, viene incaricata di prendere il comando di un castello denominato Spilberg, ovvero un carcere al cui interno vengono esiliati i ribelli politici.
Dando così il via alla consueta sequela di sequenze di sesso e rapporti saffici, essenza dei circa novantadue minuti di visione al cui interno, invece, la violenza - fortunatamente - non è esplicita come nei titoli appartenenti al citato filone.
Mentre seguiamo i disperati tentativi di fuga della giovane Elisabetta Vogel alias Patrizia Gori, figlia del capo della resistenza, la quale, su consiglio di un carceriere amico del padre, si trova a dover accettare le attenzioni manifestate nei suoi confronti da Elsa, che tenta in ogni modo di piegarne la volontà.

Il pianeta dei dinosauri

Sempre con anno di produzione 1977, ci spostiamo, invece, in ambito fantascientifico con l'unica regia di James H. Shea, incentrata sul gruppo di passeggeri di un'astronave che, in seguito a un guasto improvviso e irreparabile, esplode in volo costringendo i suoi occupanti a naufragare su un pianeta sconosciuto e al di fuori di tutte le rotte.
Il semplice pretesto - di derivazione tipicamente anni Cinquanta - per poter tirare presto in ballo dinosauri e altre creature piuttosto simili a quelle che popolavano la Terra agli albori della vita.
Creature realizzate attraverso una non disprezzabile animazione in stop motion, ma comprendenti anche un ridicolissimo ragno gigante che non potrà fare a meno di deliziare i seguaci irriducibili del cosiddetto "brutto ma divertente" su celluloide.
Perché, del resto, è proprio forniti di questo spirito che bisogna dedicarsi alla visione della pellicola, i cui nove protagonisti sono destinati a ridursi progressivamente di numero, tra più o meno inutili lotte per la sopravvivenza e propensione ad adattarsi al nuovo mondo.

L'invasione-Marte attacca Terra

Lo stesso spirito di cui bisogna fornirsi per assistere anche a questo bizzarro fanta-movie che, firmato nel 1966 da Francis D. Lyon, si svolge in un laboratorio sottomarino dove, in seguito al rilevamento di un misterioso oggetto in avvicinamento, viene convocato il comandante Wayne, con le fattezze dello Scott Brady la cui ultima apparizione fu rappresentata da Gremlins (1984) di Joe Dante.
Mentre il sommozzatore Hugh Maddox alias Mike Road, con il quale Wayne è diviso da un sentimento di rivalità a causa di un incidente avvenuto tempo addietro, insiste che si possa trattare di un nuovo tipo di sommergibile, il gruppo scopre che il veicolo in questione sembrerebbe essere una nave spaziale al cui interno si trova uno strano contenitore che, con ogni probabilità interessante dal punto di vista scientifico, viene trasportato nella stazione subacquea.
Ed è da questo momento che comincia il divertimento, in quanto prima l'oggetto aumenta improvvisamente di volume, poi sprigiona una mostruosa creatura anfibia che non tarda a rivelarsi pericolosa per qualsiasi essere umano capiti sul suo cammino.