Speciale The B-Movieye - Tra Corman, Jekyll e incubi notturni!

Non solo horror in dvd per Pulp e Sinister

Speciale The B-Movieye - Tra Corman, Jekyll e incubi notturni!
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Ci stiamo sicuramente ripetendo, ma, essendo questo il nostro spazio dedicato a quelli che sono i b-movie in continua riscoperta da parte del mercato dell'home video digitale tricolore, sarebbe impossibile non tornare, periodicamente, a parlare di Roger Corman, ovvero colui che, cinematograficamente parlando, ha fatto della tanto bistrattata "b" un marchio di qualità.
Colui che noi di Movieye.it abbiamo avuto modo di intervistare nel 2010 e al quale più volte abbiamo dedicato spazio su queste pagine, soprattutto a causa dell'uscita su supporto dvd dei suoi lavori tratti dalle pagine di Edgar Allan Poe; da Il pozzo e il pendolo (1961) a La maschera della morte rossa (1964), passando per I maghi del terrore (1963).
Una figura di cui, puntualmente, torniamo a occuparci grazie ai titoli che l'attivissima Pulp Video continua a sfornare su disco attingendo dalla sua filmografia; comprendente, come vedremo, non solo lungometraggi rientranti nel genere horror.
Genere che, comunque, affrontiamo di nuovo, all'interno di questa rubrica, grazie anche a due rari, vecchi cult che Sinister Film - come Pulp sotto il marchio CGHV - recupera dal dimenticatoio dove erano ingiustamente finiti.

Sepolto vivo

Quindi, come già accennato nell'introduzione allo speciale, se parliamo di Corman è facile che lo si faccia per trattare un'opera su celluloide ispirata agli scritti di Poe.
E lo facciamo con questo vero e proprio classico che, nel 1962, provvide a trasferire su celluloide una delle più note ossessioni del genio originario di Boston.
Nella quasi ora e venti di visione, infatti, il grande Ray Milland veste i panni dello studioso di medicina Guy Carrell, il quale, convinto che il padre sia stato sepolto vivo, si lascia suggestionare da tale paura fino a diventare preda di un vero e proprio tormento.
Non a caso, è sulla sua interpretazione che tende a basarsi principalmente il tutto; immerso nelle classiche suggestioni cormaniane tempestate di fumi nebbiosi e filtri colorati nell'ambito fotografico e destinato a proseguire con il protagonista che, una volta scoperto che il padre fece veramente quella brutta fine, cade a terra per lo shock e, ripresa conoscenza in stato di catalessi, si trova ad assistere alla propria sepoltura.
Con sezione extra che, insieme a galleria fotografica, lobby cards e trailer cinematografico, trova il suo maggiore motivo d'interesse in un'intervista inedita al mitico regista e produttore americano.

Il barone rosso

Rimanendo sempre all'interno della filmografia di Corman, ma allontanandoci dall'horror, dal magico cilindro Pulp estraiamo anche questo avvincente lungometraggio datato 1971 e ambientato in Europa durante la Prima Guerra Mondiale.
Infatti, con le fattezze del John Phillip Law che, tre anni prima, concesse anima e corpo a Diabolik nell'omonimo cinecomic diretto da Mario Bava, ne è protagonista l'asso germanico dell'aviazione da caccia Barone Manfred von Richtofen, il quale, conosciuto come il Barone rosso, regna sovrano, con il suo "Flying circus", sui cieli della Francia.
E' la sua rivalità con il giovane e sfacciato canadese Roy Brown alias Don"The Buddy Holly story"Stroud che viene raccontata nel corso dei circa novantadue minuti di visione, incentrati sulla battaglia che ha segnato un prima e un dopo nell'aviazione di guerra.
Una battaglia che Corman, come di consueto, mette in scena privilegiando la costruzione dei personaggi e l'abbondanza d'inquadrature strette; pur senza dimenticare le sequenze di scontri aerei indispensabili per fornire il lato spettacolare dell'operazione.

La vera storia del dottor Jekyll

E' Sinister, invece, a permetterci di continuare a parlare di vecchi orrori su celluloide con questo adattamento del romanzo di Robert Louis Stevenson che, diretto da Stephen Weeks e conosciuto anche come Il mostro di Soho (titolo con cui circolò in vhs), presenta la particolarità di ribattezzare Charles Marlow ed Edward Blake il dottore protagonista e il suo alter ego, sebbene nella versione italiana vengano comunque chiamati Jekyll e Hyde.
Protagonista e alter ego in questo caso incarnati da Christopher Lee, il quale finisce trasformato nel secondo, spregevole e incapace di dominare l'istinto omicida, dopo aver sperimentato su se stesso un farmaco che dovrebbe curare le deviazioni della psiche umana, inibendone gli impulsi al male ed all'aggressività.
Con l'immancabile Peter Cushing a fare da antagonista, una tanto interessante quanto inquietante rilettura che sembra a tratti richiamare anche situazioni e atmosfere tipiche delle vicende di Jack lo squartatore (si pensi solo alla sequenza in cui una prostituta viene inseguita nei bassifondi di Londra).
Una rilettura che il dvd, accompagnato da trailer originale ed introduzione di Luigi Cozzi, propone in due diverse versioni, sebbene sulla fascetta non sia riportato: una corta rimontata dalle nostre parti e, in lingua originale con sottotitoli italiani, quella più lunga.

Incubi notturni

Introduzione di Luigi Cozzi anche per questo importantissimo titolo targato Sinister, ovvero quel Dead of night che, mai visto nelle nostre sale cinematografiche e passato, al massimo, in tv, venne realizzato nel lontano 1945 da ben quattro registi, anticipando tutto il cinema horror a episodi successivamente sfruttato da mitiche case di produzione quali Hammer e Amicus.
Quindi, Basil Dearden firma sia la cornice introduttiva, nella quale un architetto viene convocato per la ristrutturazione di un cottage dove il dottor van Straaten alias Frederick Valk invita i presenti a raccontare storie assurde, che l'episodio che vede un fantino ammalato sognare un carro funebre il cui conducente gli dice che c'è soltanto un posto libero.
Charles Crichton - futuro autore di Un pesce di nome Wanda (1988) - si occupa del segmento comico in cui due golfisti si disputano la donna che entrambi amano; mentre Robert Hamer inscena la vicenda di una ragazza che regala al proprio fidanzato uno specchio appartenuto, in realtà, a un tizio che uccise la moglie, per poi tagliarsi la gola davanti a esso. Il brasiliano Alberto Cavalcanti, invece, cura sia l'incontro tra una bambina e lo spettro di un ragazzino durante una festa di Natale che l'inquietante avventura di un ventriloquo convinto che il suo pupazzo possieda una vita propria.
Un tassello incredibilmente avanti coi tempi e che non solo precede il filone delle bambole killer, ma si rivela il momento più riuscito di un'opera decisamente elegante, capace di apparire compatta e ben congegnata, nonostante a concepirla siano stati in quattro.
In sintesi, un capolavoro sottovalutato.