Oltre The Adam Project: come sarà il Deadpool 3 di Reynolds e Levy

Una breve riflessione su quali sensibilità e quali criticità relative alla coppia del momento vedremo anche nel terzo film su Mercenario Chiacchierone.

Oltre The Adam Project: come sarà il Deadpool 3 di Reynolds e Levy
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Per delle coppie che collassano (vedi Tim Burton e Johnny Depp) altre esplodono nel panorama internazionale con forza e decisione. È il caso del dittico regista-interprete formato da Shawn Levy e Ryan Reynolds, uomini di cinema nati nella commedia e impinguati dalla stessa fino a diventarne esperti conoscitori. Tratti e dettagli del genere hanno pochi segreti, per loro: dalla slap-stick alla demenziale, dalla romantica alla fantasiosa, da quella thriller fino anche all'orrore. La commedia è un libro aperto con tante immagini da colorare, dove queste rappresentano la possibilità e i colori scelti l'intuizione da seguire per creare qualcosa di saporito per l'ingegno dell'artista e per il gusto del pubblico. E infatti piacciono e non poco.

Shawn Levy lo dimostra ormai da anni, da Big Fat Liar fino al primo Una notte al museo, soprattutto con Real Steel e This Is Where I Leave You, dove ha reso presente e funzionale anche l'elemento drammatico. Ma anche Stranger Things su Netflix, per citare un prodotto seriale. Reynolds sta lavorando soprattutto nel segno di Deadpool. I due hanno collaborato a Free Guy e a The Adam Project, approdato di recente su Netflix (non perdetevi la nostra recensione di The Adam Project), accaparrandosi con semplicità il riconoscimento dell'audience e permettendo così a Levy di entrare nelle grazie dei Marvel Studios grazie all'appoggio di Reynolds. Sarà infatti lui a dirigere l'attesissimo Deadpool 3, e in merito abbiamo qualche idea su cosa aspettarci di simile ai precedenti capitoli ma anche di totalmente diverso.

Un Mercenario Chiacchierone alla corte di Feige

Elemento che contraddistingue sin dal 2016 la saga cinematografica di Deadpool è la sua mancanza di autorialità. La regia è cambiata dal primo al secondo capitolo, affidata in partenza a Tim Miller e passata poi a David Leitch, mentre la sceneggiatura è rimasta in mano a Rhett Reese e Paul Wernick per due film, pure se con una maggiore ingerenza dello stesso Reynolds, che intanto prendeva il controllo creativo del progetto.

Se un filo conduttore creativo esiste, nel franchise del Mercenario Chiacchierone, quello è sicuramente teso da Reynolds, a sua immagine e somiglianza. Così sarà anche sotto l'egida dei Marvel Studios, dunque, ma i cambiamenti ci saranno. Pure se manterrà il Rated-R, a trasformarsi sarà prima di tutto l'atmosfera, in linea di massima più family friendly - nei limiti del sospettabile - e d'appartenenza diretta a un universo ben più grande del personaggio in sé. Alla scrittura di Deadpool 3 stanno lavorando le sorelle Molyneux, scelte personalmente da Reynolds e Feige dopo vari colloqui, il che lascia presumere una situazione di rispetto reciproco e ironicamente affine, strutturata per far bene. Le due vengono da Bob's Burger e immaginiamo che in Deadpool 3 possano avere una libertà differente ma comunque composta il giusto per non intraprendere la strada della scorrettezza fine a se stessa. Il controllo di Reynolds resterà invece intatto, rappresentando de facto l'essenza vitale del franchise e del personaggio, davvero intoccabile a causa del suo star power sempre più crescente in quel di Hollywood e non solo, e dell'amore ormai praticamente incondizionato del pubblico. Il fatto che Levy sia arrivato a dirigere il film è un chiaro esempio di tutto ciò. In primis dell'ingerenza creativa di Reynolds; e in secondo luogo della ricerca di un nome affidabile ed esperto ma privo di lineamenti autoriali.

In questo senso, il regista di The Adam Project è la scelta perfetta: in grado di coadiuvare egregiamente sceneggiatura altrui e visione personale senza snaturare né una né l'altra, per giunta consapevole delle volontà e delle esigenze dell'interprete principale, che ha infatti puntato tutto su di lui dopo i successi delle due recenti collaborazioni.

Non un regista-automa, vittima di richieste e pressioni della produzione, ma un regista-amico, dunque in aperto e costante dialogo con la star del progetto, cuore dello stesso. In pratica il braccio stacanovista dell'operazione di passaggio del Mercenario Chiacchierone, connesso con riguardo al cervello e all'anima del progetto.

Per questo pensiamo che Deadpool 3 sarà un film che rispetterà più o meno quanto visto finora nel franchise, con invenzioni strutturali e registiche a loro modo intuitive e vincenti e spettacolari (anche merito di un eventuale investimento più importante) e ricco dello spirito ironico e sarcastico delle Molyneux mediato dalla mano stabile di Levy, sorretta dall'endorsement di Reynolds.

Certo, insieme alle virtù di ogni nome coinvolto arriveranno anche i relativi vizi, quali ad esempio una sensibile mancanza di gustosa cattiveria (le Molyneux), una firma registica meno dedita ai virtuosismi action rispetto a Leitch o Miller. L'ingranaggio è però ancora in fase di costruzione e ancora distanza dal completamento, anche se sembra essere il prossimo film in scheduling di lavorazione per ogni artista coinvolto, con un presumibile lancio tra la fine del 2023 e la prima metà del 2024. Non ci resta che aspettare.

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