Il Suicide Squad di David Ayer è stato per molti una vera delusione, specie dati i nomi coinvolti e tutto l'hype generatosi intorno al Joker di Jared Leto. Nonostante un responso negativo della critica, che non si è trattenuta nel definirlo un cinecomic "scadente e dozzinale", il film dedicato alla Task Force X della DC ha riscosso un più che discreto successo al box office mondiale, incassando più di 746 milioni di dollari. Cifra, questa, che ha convinto la Warner Bros a mettere in cantiere un sequel, passando a Gavin O'Connor (The Accountant) il compito di scrivere la sceneggiatura e poi dirigere il film. Purtroppo per il regista, però, si è affacciato all'orizzonte il progetto Birds of Prey, a quanto pare fin troppo simile nel racconto al suo Suicide Squad 2, al quale non è stata data priorità in virtù di un'ufficializzazione di cast e data d'uscita per il cinecomic al femminile con protagoniste Margot Robbie e Alexandra Daddario. Da qui, il declino del sequel sotto la curatela di O'Connor e il passaggio - ci si augura definitivo - in mano a James Gunn che, estromesso da Guardiani della Galassia Vol. 3 e cacciato dalle fila dei Marvel Studios, adesso è pronto a tornare al lavoro tra le linee della fazione fino a poco tempo fa opposta. Sarà infatti lui a scrivere e possibilmente dirigere Suicide Squad 2, come confermato ufficialmente dalla stessa DC Films, e oggi siamo qui per capire cosa aspettarci dalla guida di Gunn.
Non Guardiani, ma Squadra
Una cosa è sicura: il pericolo di portare in sala un prodotto in tutto e per tutto derivativo dal suo Guardiani della Galassia è molto forte. James Gunn, fino al 2013, operava infatti soprattutto in territorio indie, tra l'altro non così attivamente come si possa pensare. Guardiani della Galassia è stata per lui un vera svolta, impressionante e significativa, che lo ha definitivamente portato alla ribalta internazionale mostrando il suo grande talento creativo e la sua libertà artistica, anche se in parte - e nel suo caso SOLO in parte - costretta da qualche legaccio produttivo inerente questioni di continuity. Attraverso i Guardiani, James Gunn è insomma rinato sia sotto il profilo lavorativo che umano, dato che sia a detta del cineasta che del fratello, Sean Gunn, la militanza in casa Disney e il dedicarsi anima e corpo ai progetti Marvel Studios "lo hanno aiutato a divenire un uomo migliore". Non sarebbe quindi sbagliato pensare che Suicide Squad possa diventare per lui una sorta di valvola di sfogo gemella dei Guardiani della Galassia, anche se la necessità di sviluppare un gran film è per lui adesso impellente, essendo questa nuova avventura in casa DC una grande seconda occasione, la stessa che la Disney, sbagliando, non gli ha concesso. Certamente il tono del suo Suicide Squad sarà presumibilmente molto simile al film di Ayer, con la differenza che questa volta non sarà sbagliato, visto che il regista si è rifatto in tutto e per tutto proprio a Gunn, rimodellando con un pizzico di personalità l'impasto. La scrittura sarà quasi certamente dialogica e pungente, ricca di battute e momenti brillanti, ma dovendo evitare il pericolo della copia carbone dei Guardiani, siamo quasi certi che il regista tenterà una strada moderatamente più blanda o drasticamente più marcata - una della due - in termini di divertissement ed elementi non sense, sempre molti forti e preponderanti nel suo cinema. Centralità, sotto la guida di Gunn, dovrebbero poi averla i personaggi e i loro rapporti.
È stato scelto proprio per la sua capacità di intessere una scrittura vivace ed elaborata, giocando con gli scontri interni tra i membri di una squadra, elevandoli a veri esercizi di stile pop ricchi di grinta e carattere. Sotto le mani del filmmaker, insomma, lo stile appena accennato "alla Gunn" del film di Ayer dovrebbe esplodere sul grande schermo in tutta la sua completezza, con l'augurio che il regista di Guardiani della Galassia riesca a consegnare all'Universo Esteso DC un cinecomic fortemente indipendente in termini di stile, qualcosa di cui lo studio guidato da Walter Hamada ha oggi necessario bisogno. Prima di tutto, questo. Poi che Suicide Squad 2 possa avere tra i protagonista Dave Bautista, Michael Rosenbaum o un focus marcato sul Joker di Leto sono davvero elementi secondari, almeno in questa fase iniziale.
Suicide Squad 2, cosa aspettarsi dalla direzione di James Gunn
Adesso che il cinecomic DC è passato in mano al regista di Guardiani della Galassia, le aspettative si sono improvvisamente alzate.
Il Suicide Squad di David Ayer è stato per molti una vera delusione, specie dati i nomi coinvolti e tutto l'hype generatosi intorno al Joker di Jared Leto. Nonostante un responso negativo della critica, che non si è trattenuta nel definirlo un cinecomic "scadente e dozzinale", il film dedicato alla Task Force X della DC ha riscosso un più che discreto successo al box office mondiale, incassando più di 746 milioni di dollari.
Cifra, questa, che ha convinto la Warner Bros a mettere in cantiere un sequel, passando a Gavin O'Connor (The Accountant) il compito di scrivere la sceneggiatura e poi dirigere il film. Purtroppo per il regista, però, si è affacciato all'orizzonte il progetto Birds of Prey, a quanto pare fin troppo simile nel racconto al suo Suicide Squad 2, al quale non è stata data priorità in virtù di un'ufficializzazione di cast e data d'uscita per il cinecomic al femminile con protagoniste Margot Robbie e Alexandra Daddario.
Da qui, il declino del sequel sotto la curatela di O'Connor e il passaggio - ci si augura definitivo - in mano a James Gunn che, estromesso da Guardiani della Galassia Vol. 3 e cacciato dalle fila dei Marvel Studios, adesso è pronto a tornare al lavoro tra le linee della fazione fino a poco tempo fa opposta.
Sarà infatti lui a scrivere e possibilmente dirigere Suicide Squad 2, come confermato ufficialmente dalla stessa DC Films, e oggi siamo qui per capire cosa aspettarci dalla guida di Gunn.
Non Guardiani, ma Squadra
Una cosa è sicura: il pericolo di portare in sala un prodotto in tutto e per tutto derivativo dal suo Guardiani della Galassia è molto forte. James Gunn, fino al 2013, operava infatti soprattutto in territorio indie, tra l'altro non così attivamente come si possa pensare. Guardiani della Galassia è stata per lui un vera svolta, impressionante e significativa, che lo ha definitivamente portato alla ribalta internazionale mostrando il suo grande talento creativo e la sua libertà artistica, anche se in parte - e nel suo caso SOLO in parte - costretta da qualche legaccio produttivo inerente questioni di continuity. Attraverso i Guardiani, James Gunn è insomma rinato sia sotto il profilo lavorativo che umano, dato che sia a detta del cineasta che del fratello, Sean Gunn, la militanza in casa Disney e il dedicarsi anima e corpo ai progetti Marvel Studios "lo hanno aiutato a divenire un uomo migliore".
Non sarebbe quindi sbagliato pensare che Suicide Squad possa diventare per lui una sorta di valvola di sfogo gemella dei Guardiani della Galassia, anche se la necessità di sviluppare un gran film è per lui adesso impellente, essendo questa nuova avventura in casa DC una grande seconda occasione, la stessa che la Disney, sbagliando, non gli ha concesso.
Certamente il tono del suo Suicide Squad sarà presumibilmente molto simile al film di Ayer, con la differenza che questa volta non sarà sbagliato, visto che il regista si è rifatto in tutto e per tutto proprio a Gunn, rimodellando con un pizzico di personalità l'impasto.
La scrittura sarà quasi certamente dialogica e pungente, ricca di battute e momenti brillanti, ma dovendo evitare il pericolo della copia carbone dei Guardiani, siamo quasi certi che il regista tenterà una strada moderatamente più blanda o drasticamente più marcata - una della due - in termini di divertissement ed elementi non sense, sempre molti forti e preponderanti nel suo cinema. Centralità, sotto la guida di Gunn, dovrebbero poi averla i personaggi e i loro rapporti.
È stato scelto proprio per la sua capacità di intessere una scrittura vivace ed elaborata, giocando con gli scontri interni tra i membri di una squadra, elevandoli a veri esercizi di stile pop ricchi di grinta e carattere. Sotto le mani del filmmaker, insomma, lo stile appena accennato "alla Gunn" del film di Ayer dovrebbe esplodere sul grande schermo in tutta la sua completezza, con l'augurio che il regista di Guardiani della Galassia riesca a consegnare all'Universo Esteso DC un cinecomic fortemente indipendente in termini di stile, qualcosa di cui lo studio guidato da Walter Hamada ha oggi necessario bisogno.
Prima di tutto, questo. Poi che Suicide Squad 2 possa avere tra i protagonista Dave Bautista, Michael Rosenbaum o un focus marcato sul Joker di Leto sono davvero elementi secondari, almeno in questa fase iniziale.
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