Star Wars e i villain della trilogia sequel, tra potere e fragilità

Gwendoline Christie, Andy Serkis e Ian McDiarmid alla Star Wars Celebration 2023 raccontano i loro ruoli da antagonisti nella saga di Guerre Stellari

Star Wars e i villain della trilogia sequel, tra potere e fragilità
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Possono piacere oppure no, ma è indubbio che i principali villain della trilogia sequel di Star Wars - Phasma, Snoke e infine lo stesso Palpatine - hanno lasciato un segno indelebile, colpendo soprattutto per la loro estetica particolare. Alla Star Wars Celebration 2023 di Londra abbiamo assistito ad un panel dedicato ai tre cattivi della più recente saga, con protagonisti gli attori che li hanno interpretati: Gwendoline Christie, Andy Serkis e Ian McDiarmid.

Le luci e le ombre di Phasma

Gwendoline Christie si è rivelata forse il talent più entusiasta di tutti quando ha ricordato le emozioni che le ha regalato il minaccioso Capitano Phasma. Ma prima di tutto, incalzata dalla domande della moderazione, ha parlato di quali sono i suoi cattivi preferiti nella storia del cinema, per poi soffermarsi su cosa ha rappresentato per lei il ruolo di Phasma: "Ricordo di essere stata assolutamente atterrita da Crudelia De Mon, dall'idea di questa donna che potremmo definire una ‘anti-madre', totalmente incapace di incutere gentilezza, in questa sua spasmodica e feroce ricerca di un'idea di moda. Ricordo che ero affascinata anche dal tipo di donna che era, una donna complessa e disposta a superare certi limiti, ma che aveva anche un look affascinante. Era un personaggio che definirei stuzzicante.

Ho amato sin dall'inizio l'idea dietro il Capitano Phasma. Amavo l'idea di uno stormtrooper donna. Adoravo l'idea di un villain donna totalmente spietata e determinata a raggiungere il suo obiettivo a qualunque costo. Ho amato anche il suo look, ma soprattutto l'idea di interpretare un personaggio completamente privato della sua femminilità e impossibile da sessualizzare. Ho trovato questo suo essere misteriosa, il nascondersi dietro una corazza impenetrabile, estremamente liberatorio. Inoltre, essendo totalmente mascherata, ho dovuto lavorare molto sul linguaggio del mio corpo. Inoltre ero molto affascinata dalle sue motivazioni e dalla sua ossessione verso Finn.

E alla fine, dopo essermi interrogata, sono arrivata alla conclusione che forse Finn... le piace! Mi piace pensare che l'idea che un soldato semplice sia stato capace di liberarsi dal giogo del Primo Ordine abbia fatto scattare una sorta di complesso in lei. Mi sono immaginata questa donna al comando, che ha paura di provare emozioni, e che è rimasta colpita dal fatto che Finn ha ceduto a quelle emozioni fino a sviluppare un sadico senso del controllo
".

Snoke: potere e sofferenza

Andy Serkis, che di recente i fan hanno ammirato e amato anche in Andor, è probabilmente il performer capture più famoso di Hollywood. E infatti l'iconico attore di Gollum è stato il Leader Supremo Snoke ne Il Risveglio della Forza e Gli Ultimi Jedi (non è troppo tardi per recuperare la nostra recensione di Star Wars Il Risveglio della Forza e la recensione di Star Wars Gli Ultimi Jedi), e sul palco della Star Wars Celebration 2023 ha raccontato a sua volta il rapporto che ha sviluppato con il mentore di Kylo Ren, iniziando anche lui da una piccola confessione sul suo cattivo preferito nella storia dell'intrattenimento: "Ero spaventato da tanti personaggi durante la mia infanzia, ma al primo posto metterei il Dracula di Christopher Lee, anch'io provavo un misto di terrore e di fascinazione per questo personaggio quando ero molto giovane.

Ero molto affascinato da Snoke, quando ho iniziato a parlarne con J.J. Abrams ciò che più mi piaceva era rappresentare la dualità tra il potere che aveva questo personaggio e la sua sofferenza fisica che traspare dal suo aspetto sfigurato, probabilmente perché si tratta di un clone incompleto che deve comunque svolgere la sua funzione di Leader Supremo". Ha poi aggiunto che a suo parere molti fan si sono fermati a valutare Snoke solo per la sua realizzazione tecnica - Serkis lo ha interpretato utilizzando il motion Capture - e forse non abbastanza per la sua caratterizzazione, spiegando che secondo lui non c'è differenza tra il recitare in live-action e interpretare una creatura utilizzando la tecnica del motion Capture.

Palpatine: nel segno della rinascita

Ian McDiarmid ha anzitutto concordato con Serkis riguardo le parole su Dracula e ha ricordato con piacere di aver lavorato con Christopher Lee proprio in Star Wars - in cui, lo ricordiamo, ha interpretato il Conte Dooku ne L'attacco dei cloni e La Vendetta dei Sith. Poi ha citato anche Boris Karloff, il Mostro in Frankenstein, perché ne apprezzava il conflitto tra il suo potere e la mancanza di libertà. Ha poi raccontato un interessante aneddoto riguardante la lavorazione della trilogia prequel e ha parlato di alcune sorprese che il suo viaggio in Guerre Stellari gli ha dato attraverso gli anni: "Come sapete, 40 anni fa sono stato l'Imperatore. Ma quando sono stato contattato da Lucas per girare la trilogia prequel e vestire nuovamente i suoi panni, tra le mie linee di dialogo c'era il nome di un altro personaggio che non conoscevo. Era Darth Sidious.

E Lucas non mi aveva detto che si trattava dello stesso personaggio, non lo aveva svelato a nessuno in verità, e dunque io pensavo ci fosse stato un errore! Per non parlare di quando, negli ultimi anni, ho scoperto che era resuscitato! Per me è stata una grande sorpresa scoprire che Palpatine aveva un piano B che affidava agli scienziati di Exegol il suo ritorno alla fine della trilogia sequel. Sapere poi che lo stesso Palpatine era dunque la causa dell'esistenza di Snoke, a causa del piano che prevedeva di clonarlo, mi ha fatto giungere alla conclusione che - in maniera diretta o indiretta - il mio personaggio è praticamente la causa di ogni male di questa saga!".

Un panel terminato tra risate e divertimento, tra una Gwendoline Christie che ha inneggiato ad una serie standalone interamente dedicata a Phasma, e gli altri attori che hanno rivelato se sono riusciti a portarsi a casa un oggetto di scena legato ai loro rispettivi personaggi: la risposta è no perché - soprattutto a detta di McDiarmid - "non c'era poi molto da portar via".

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