Star Wars: The Rise of Skywalker, l'analisi del primo trailer ufficiale

Dopo infiniti mesi d'attesa, J.J. Abrams e Kathleen Kennedy hanno rivelato titolo e trailer di Episodio IX, lasciando i fan basiti e increduli.

Star Wars: The Rise of Skywalker, l'analisi del primo trailer ufficiale
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Se il panel dell'evento di Episodio IX alla Star Wars Celebration fosse stato scritto dagli sceneggiatori di Boris, dopo il primo trailer ufficiale ci sarebbe stato un bel F4, "faccia basita". Questa la prima reazione di tutti gli appassionati presenti al panel o collegati in diretta in live streaming dopo l'annuncio di Star Wars: The Rise of Skywalker, titolo del nono episodio della saga diretto da J.J. Abrams e ultimo capitolo della nuova trilogia con protagonisti Daisy Ridley, John Boyega e Oscar Isaac. Non fosse solo per la rivelazione sul nome, su cui si è speculato per anni (tutti rumor e ipotesi errate), il breve ma intenso teaser ha sconvolto l'audience soprattutto per un motivo: il ritorno di Palpatine, anticipato prima nel filmato dalla risata finale dell'attore Ian McDiarmid e poi dall'arrivo sul palco dell'interprete, che ha mandato in visibilio la platea di astanti, esplosi in urla di fomento ed entusiasmo.

Reazioni di fede e speranza, amore e dedizione nei confronti di un franchise eterno e ormai calcificato nelle ossa della cultura popolare. Ogni ritorno, sempre più in grande stile; ogni nuovo capitolo accompagnato da barricate pro e contro, pronte e darsi battaglia a suon di ipotesi e teorie su quanto visto e su quanto detto dai diretti interessati. Potrebbe sembrare poco materiale sul quale cominciare a costruire un impianto teorico valido ma in realtà non è così, anzi, The Rise of Skywalker ha forse già rivelato diverse curiosità interessanti, anche se il proverbiale "bello che deve ancora venire" è tenuto ben segregato in casa LucasFilm.


Ascesa, alba o ritorno

Partiamo dal titolo The Rise of Skywalker. In una traduzione letterale, verrebbe fuori in italiano L'ascesa degli Skywalker, ma se c'è una cosa che il cinema contemporaneo ci ha insegnato, è che il termine Rise non è mai stato tradotto letteralmente. Basta guardare a film come The Dark Night Rises (Il cavaliere oscuro - Il ritorno) o Rise of the Planet of the Apes (Apes Revolution - Il Pianeta della Scimmie): il significato del termine viene completamente stravolto o addirittura eliminato, trasformato in rivoluzioni o ritorni, senza che ne resti traccia nella traslazione.

Comprensibile: ascesa è un vocabolo che sa di arcaico, vecchio, pomposo. Non si vende un film con l'Ascesa nel titolo, e purtroppo il marketing è essenziale nel mondo del cinema, che resta un mercato e gira intorno all'economia e alla comunicazione, che deve essere efficace e funzionale al progetto da vendere. Cambio giustificato, dunque, ma... come?
Prima di rivelarlo, un passo indietro: guardiamo al singolare e al plurale. In The Last Jedi, l'apertura al plurale è stata prima sibillina e poi evidente - almeno in italiano -, anche se poi Rian Johnson ha ammesso che in verità è solo uno l'Ultimo Jedi, e cioè Luke Skywalker, ammettendo un travisamento effettivo del titolo, anche se poi non così scorretto.
Skywalker è invece indubbio, altrimenti sarebbe stato Skywalkers, ma qui sorge il problema, perché lasciarlo al singolare, in termini di assonanza, sarebbe veramente sbagliato - anche se questa è solo una nostra idea.
Scripta manent, però, per cui proviamo. Potremmo tradurre Rise con Il Ritorno o con L'Alba (anche se in inglese sarebbe Dawn, ma il significato resta), per avere così Star Wars: Il Ritorno di/dello Skywalker o Star Wars: L'Alba di/dello Skywalker. Capite? Perde di efficacia e si smorza nella pronuncia. Non sarebbe meglio Star Wars: Il Ritorno degli Skywalker o Star Wars: L'Alba degli Skywalker?

Per giunta, stando a una teoria molto apprezzata, quel Skywalker non dovrebbe riferirsi neanche alla famiglia in sé, ma a tutta una nuova generazione di Jedi "liberi" dalla convinzione di possedere solo per loro la Forza, il che si riallaccerebbe alle idee di Johnson e direttamente al finale de Gli ultimi Jedi. Non fosse così, ci sarebbero tre opzioni, due scontate e l'altra invece meno. Nel film abbiamo un sicuro Skywalker, che è Ben Solo, e uno invece probabile, che è Rey.

Il primo sarebbe scontato perché ovvio, il secondo è dal 2015 che si pensa come discendente della famiglia, anche se non è assolutamente chiaro il come, specie dopo l'effettivo affossamento della teoria che la dava come figlia di Luke.
La terza possibilità - davvero curiosa - vorrebbe invece Anakin come lo Skywalker del titolo. Sì, è morto e non per finta come Palpatine, perché il suo spirito compare a Luke alla fine de Il Ritorno dello Jedi, ma a stuzzicare i fan è la frase finale: "No one's ever really gone", "nessuno se ne va mai veramente". Forse lo spirito del fu Darth Vader aiuterà Ben a raggiungere una rivelazione sulla propria natura di Jedi? Che il ritorno della Maschera di Ren sia funzionale proprio a questo, invertendo il senso stesso dell'oggetto? In fondo il ritorno di Palpatine è confermato, dunque possiamo presumere che possa essere lui la grande minaccia del film... o no?
Tante domande che per il momento dovremo lasciare senza soluzione, passando però a parlare direttamente del trailer, scandagliandone ogni dettaglio.

Un'ultima avventura

Possiamo procedere con ordine e cominciare allora dalla prima sequenza mostrata e tagliuzzata, quella che vede Rey nel deserto, affannata e in attesa della navicella di Kylo Ren.
Una voce spezza il silenzio e spiega: "Abbiamo tramandato tutta la nostra conoscenza. Mille generazioni vivono in te, ora. Ma questa è la tua battaglia". Sembrerebbe essere il timbro di Luke a parlare a Rey, forse come evocazione della Forza, per passare ufficialmente il testimone all'allieva, incoraggiandola a tracciare la sua linea nella sabbia, a scegliere il suo stesso destino. Loro (lui, Han Solo, forse persino Leia) la guideranno sempre nel cuore e nella mente, ma salvare l'Universo è un compito che spetta ai vivi, a chi ha ancora la Forza a scorrergli nelle vene.
Rey sembra preparata a tutto, mentre un'inquadratura a giro stacca per riprendere l'astronave di Kylo Ren, in arrivo spedita a tutta velocità direttamente contro la protagonista, che estrae la sua Spada Laser e si mette in posizione di partenza. Si sente soltanto il fruscio del vento caldo e una musica in bassa tensione. Rey comincia a correre e alle sue spalle la nave incombe come una feroce predatrice, ma la corsa serve solo allo slancio, che proietta la nostra Jedi in uno splendido frame al rallenty sopra l'astronave.

La sensazione è quella di uno scontro calibrato e suo modo epico, grande ma declinato in piccolo, come piace ad Abrams, come già fatto ne Il Risveglio della Forza. Si avverte il suo tocco, in questa scena d'apertura, e poi la musica sale e ci trascina per tutta la Galassia. Vediamo quello che dovrebbe essere presumibilmente un nuovo pianeta (roccioso e innevato) e con una città piena di luci costruita in cima a una montagna altissima. Un'astronave procede verso il centro abitato, e qualche speculazione sostiene che al suo interno si troverebbero i Genitori di Rey, visto che la navicella in questione è la stessa mostrata in Episodio VII, per l'esattezza nel racconto dell'abbandono della protagonista.

Un nuovo stacco di montaggio ci trasporta in una scena di combattimento con protagonista Kylo Ren, in quella che sembra una foresta spoglia e invasa da fumogeni rossi. Il Leader del Primo Ordine attacca un avversario, proiettandolo a terra con forza, mentre alla sue spalle gli Storm Trooper sono come sempre occupati a sparare laser dalle loro armi (non ci è dato sapere contro chi, anche se potrebbe essere la parte residuale di resistenza rimasta in vita dopo Crait).
L'editing ci guida poi verso la Maschera di Kylo Ren; non una nuova maschera, ma proprio quella distrutta all'inizio de Gli ultimi Jedi, ricostruita rinsaldando tutti i pezzi insieme - forse con l'aggiunta di qualche piccola modifica, come si notava nel promo poster. Nessun Cavaliere di Ren, però, anche se è scontato che appaiano dopo le varie conferme ricevute.

A dire il vero, proprio le mani del saldatore potrebbero essere quelle di uno dei Cavalieri, dato che negli avambracci si nota un tessuto peloso, di pelliccia, magari appartenente a qualche membro del gruppo.
Seguono sprazzi veloci di Finn e Poe in un pianeta desertico (forse Jeddah o il più probabile Tatooine) e di BB-8 in compagnia del nuovo robottino della saga creato dal reparto effetti pratici, chiamato D-O (sì, sembra Dio), una sorta di megafono attaccato a una ruota, volutamente raffazzonato e dalle linee pulite come il tondo compagno meccanico.
Arriva poi il Millennium Falcon sparato nell'Iperspazio e guidato da Chewbecca e un bentrovato Billy Dee Williams nei panni di Lando Calrissian, che ci regala la sua inconfondibile risata, divertito dopo tanti anni di rimettere finalmente mano alla sua amata astronave. Il momento dura però poco, perché si torna nuovamente a Tatooine (qui lo si capisce dalle antenne piazzate nel deserto), dove vediamo Poe, Finn e C-3PO inseguiti dagli Storm Trooper con tanto di motoveicoli. Sembrano in difficoltà, con il loro mezzo colpito dai laser che va in fiamme, ma siamo certi che troveranno il modo di togliersi dai guai.

Avvicinandoci alla fine del trailer, in conclusione, ci viene regalato un tenero e meraviglioso abbraccio tra Leia e Rey, che richiama alla mente quello visto ne Il Risveglio della Forza dopo la morte di Han e la distruzione della Star Killer, anche se questa volta Rey sembra emotivamente molto più provata, in lacrime. Poi torna la voce di Luke: "Noi saremo sempre con te. Nessuno se ne va mai veramente". La musica cresce e ci spostiamo su di una scogliera dal terreno brullo, con l'intero gruppo di protagonisti che guarda verso l'orizzonte. Cosa? La carcassa distrutta de La Morte Nera, che si staglia come un'enorme struttura inquietante e oscura in un mare in tempesta, agitato.

Perché Rey, Finn e gli altri dovrebbero tornare ai resti de La Morte Nera? Ma soprattutto: di quale Morte Nera si tratta, quella di Yavin o quella di Endor? Sicuramente lo saprete, ma di armi planetarie ne sono esistite due: una distrutta alla fine di Una nuova speranza e l'altra invece dopo la battaglia su Endor ne Il Ritorno dello Jedi. La risata finale di Palpatine, che potrebbe addirittura trovarsi proprio all'interno della carcassa dell'arma, dovrebbe suggerirci la seconda opzione, il che significa che parte dell'ultima avventura del gruppo di ribelli si svolgerà proprio su Endor, chiudendo nuovamente il cerchio riaperto con Il risveglio della Forza.
Eppure un brivido sale lungo la schiena e ci insospettisce: se di Endor si tratta, questo significa che potrebbero tornare persino gli Ewok, una delle razze generalmente più odiate dai fan di Star Wars.

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