Speciale Star Wars: Il Risveglio dello Spoiler

Star Wars: Il Risveglio della Forza è infine uscito nelle sale e il dibattito si è fatto più acceso che mai... ecco le nostre considerazioni in libertà sul film più atteso e discusso del 2015.

Speciale Star Wars: Il Risveglio dello Spoiler
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Esattamente come previsto, l'uscita di Star Wars: Il Risveglio della Forza ha visto scatenarsi sulla rete un numero infinito di dibattiti (e veri e propri flame) sulla qualità del film, nella sua interezza e nelle sue singole componenti. È interessante notare come gli elementi che secondo alcuni rovinano il film, per altri lo valorizzano. Anche sulle nostre pagine abbiamo notato l'inevitabile entusiasmo nel commentare, soprattutto la nostra recensione. Ora vorremmo andare un po' più a fondo e discutere proprio degli elementi controversi della pellicola in un modo che nella recensione, causa impossibilità a parlare senza cadere nello spoiler, non potevamo fare. Quello che state per leggere, dunque, è un pezzo che non si fa remore a citare all'occorrenza quel che accade nel corso delle due ore e un quarto di film, e vi lasciamo liberi, nei commenti, di postare le vostre impressioni senza limiti... ma solo ed esclusivamente in questo pezzo, restiamo intesi! La recensione principale, quella per tutti, resterà quella pubblicata a questo link, quindi chi ancora non è andato al cinema, torni pure a trovarci a questo indirizzo nel post-visione per condividere con noi il suo punto di vista: tutti gli altri, invece, ci seguano in questo viaggio in una galassia lontana, lontana...


"Devi disimparare ciò che hai imparato"

Nella nostra recensione del film abbiamo sottolineato, pur senza andare troppo nello specifico, come Il Risveglio della Forza si prenda la briga di essere un semi-remake de Una nuova speranza. Sono davvero tanti gli elementi che lo rendono evidente, e non si tratta di semplici rimandi o citazioni, come accaduto con Spectre rispetto a tanti classici bondiani, ma di un'operazione più simile a quella avvenuta con Jurassic World, tardo sequel che riscrive l'originale aggiornandolo con nuovi personaggi e punti di vista per favorire lo spettatore occasionale ma ammiccando continuamente al fan di vecchia data. Del resto, quella del sequel "reboot" che parte da una base pregressa ma va oltre per conquistare nuove fasce di pubblico è una strategia molto in voga per ora a Hollywood. Basti guardare non solo Jurassic World ma anche pellicole come Terminator Genysis e X-Men: Giorni di un futuro passato. Un po' di furbizia e possiamo passar sopra, "retconnizzando", al passato e guardare al futuro. Decanonizzare l'Universo Espanso di Guerre Stellari, naturalmente, ha molto aiutato il processo. Una volta George Lucas vietava agli autori dell'Expanded Universe di parlare degli avvenimenti precedenti a Episodio IV, facendoli concentrare sul futuro e lasciandosi campo libero per la trilogia prequel; ora, invece, il futuro è tutto da riscrivere. J.J. Abrams si è dimostrato molto abile in questo, e sebbene il suo precedente lavoro Into Darkness sia stato un (effettivo) remake di Star Trek II - L'ira di Khan piuttosto scialbo, con The Force Awakens ha dimostrato di avere le idee molto chiare e di aver profondamente capito lo spirito originario della saga, i suoi punti di "Forza" e quello che ha sempre affascinato il pubblico in merito. Chi, se non il Maestro dell'Ammiccamento Supremo, poteva convincere gran parte degli appassionati di vecchia data che erano di nuovo "a casa"? Certo, c'è chi si è sentito preso per la collottola e sbattuto in una macchina per il fan service, della quale ha provato sulla propria pelle gli effetti ma, passata la sbornia, pensa di essere stato quasi preso in giro. C'è, invece, chi non voleva altro. L'aspettativa a volte gioca brutti scherzi. Vuoi talmente tanto qualcosa che comunque vada magari non ti soddisfa. È un distillato perfetto? Banale. Si prova a innovare, deragliando, come in Episodio I? Bello sperimentare, ma Star Wars dov'è? Seriamente si poteva pensare che Il Risveglio della Forza sarebbe stato un film "originale", innovativo, revisionista, autoriale?

Spiacente, ragazzi, questo è Guerre Stellari, è una space opera, e su quei fondamenti deve poggiarsi, facilonerie incluse. La trilogia classica è piena di punti oscuri, personaggi abbozzati, coincidenze e avvenimenti tirati per i capelli, ma ce li siamo sempre fatti andar bene, integrandoli magari con le info provenienti dall'Universo Espanso. Ben più gravi sono le incongruenze che si vengono a creare, postume, nella trilogia prequel, ma quello tutto sommato è un altro discorso.
È vero: per quanto non siamo dalle parti della fantascienza "seria" e Star Wars sia alla fine poco più di una favoletta epica, a fine 2015 ci si aspetterebbe una sceneggiatura più attenta a quel che succede e meno schiava della sospensione d'incredulità e dei Deus Ex Machina. La coerenza interna alla storia, tuttavia, suggerisce che è tutta una scelta, un voler ricalcare (anche troppo) pedissequamente i passi originali di Lucas. E quindi, dobbiamo far spallucce se lo sviluppo dei poteri di Rey è così subitaneo e sorprendente (se non affrettato), se non si capisce come il Nuovo Ordine sia così potente nonostante trent'anni di Nuova Repubblica (che lascia fare agli ex Ribelli il lavoro sporco) o da dove risbuchi fuori la Spada Laser di Luke e Anakin. Pensiamo che non si voglia calcare la mano sulle situazioni, quanto sul mood, sui personaggi e sul dramma "familiare", esattamente come nelle intenzioni originali di George Lucas. E calcolate sempre che non è detto che non venga spiegato tutto in futuro, come già successo coi capitoli precedenti. Captain Phasma ha uno screen time ridicolo, ma chi ci dice che non sarà il nuovo Boba Fett? Cosa veniva introdotto in Una nuova speranza (e spiegato, in tutta la trilogia) a riguardo di Darth Vader e dell'Imperatore? Ci verrebbe da rispondere come Cetto La Qualunque... Del supremo Snoke non sappiamo nulla, contiamo di farlo in futuro.

Di Kylo Ren, invece, sappiamo già tantissimo, pure troppo... e per quanto sia odioso e insopportabile (ma siamo onesti: suo nonno Anakin lo era altrettanto, indipendentemente da quanto fosse 'badass') è un personaggio di grande profondità, anche piuttosto difficile da afferrare da gran parte del pubblico, che lo vedrà semplicemente come un tizio infantile incapace di essere "il" villain della saga perché un 'vero' cattivo non ha ripensamenti, debolezze, esitazioni. Eppure ha un afflato shakespeariano e delle potenzialità enormi, a ben pensarci. Vorrebbe essere come il nonno, che conosce solo tramite le leggende (elemento che sembra fondante di questa nuova trilogia: Luke, Han, Anakin, sono personaggi leggendari già a meno di mezzo secolo di distanza). Odia padre e zio per via del conflitto generazionale e chissà quali incomprensioni, si lascia andare al Lato Oscuro cedendo a collera, risentimento e bramosia ma sente dentro di sé il richiamo della Luce. Non riesce a esprimere il proprio potenziale e non fa esattamente una bella figura nel combattimento finale del film. Perché? C'è molta sottigliezza nella parte conclusiva della pellicola, quando J.J. ci mostra un duello rozzo come nella trilogia classica -e non coreografato in stile wuxia come nella trilogia prequel- per farci capire un bel po' di cose. Non deve stranire la differenza di stili nei combattimenti tra i vari episodi. Jedi e Sith nei primi tre episodi sono allenati perfettamente e depositari di stili millenari: l'eleganza di Dooku è più che giustificata, mentre Luke, che ha studiato a spizzichi e bocconi, non poteva che insegnare uno stile ben più rozzo a colui che diventerà Kylo Ren. Non è la spada laser che fa il Jedi. Anche Finn è in grado di usarne una senza troppi sforzi, ma poi è chiaro che conoscere la tecnica è un vantaggio e avere la Forza dalla propria la chiave di volta. Più di una volta ci viene detto che Kylo ha "subito" un'istruzione incompleta, prima da Jedi e poi da Sith, e difatti Rey, che ha scoperto la Forza dentro di sé solo pochi minuti prima, riesce a tenergli testa. Per talento ma, soprattutto, per superiorità morale, la stessa che Obi-Wan invoca contro Anakin in Episodio III quando parla di "High Ground" (sottigliezza persa nel doppiaggio italiano). Si recupera, insomma, quell'aura di misticismo e confronto di moralità di cui gli insegnamenti di Yoda sono sempre stati pieni. "Il Bene è un punto di vista" come diceva Palpatine, del resto.

E attenzione, in particolare, a un elemento molto umano, una tematica spesso sottovalutata all'interno di Star Wars, ovvero la fondamentale importanza dell'educazione dei giovani virgulti, al rapporto Maestro-Allievo, a come sia facile perdere la bussola e sprecare il proprio talento. Si può essere grandi guerrieri e anche ottimi insegnanti, ma è difficile essere dei Maestri di vita. Obi-Wan ha sostanzialmente fallito con Anakin: nonostante tutta la buona volontà, non si è accorto del sentiero imboccato dal suo Padawan. La storia si è ripetuta con Ben Solo: Han non è stato un padre capace e Luke è stato un Maestro così pessimo che non solo gli ha insegnato male le tecniche Jedi, ma l'ha fatto letteralmente scappare verso il Lato Oscuro. Ecco dunque che arriva il Risveglio e il riscatto. Per Rey, della quale non conosciamo ancora il passato ma sappiamo che ha a che fare con Luke (e, chissà, magari la sua battaglia con quello che potrebbe essere un suo parente molto prossimo non è stata il suo primo incontro con la Forza), per Luke (che forse avrà modo di espiare il senso di colpa nei confronti di nipote e sorella) e magari anche per Kylo Ren, la cui parabola potrebbe essere ancora più arcuata di quella del nonno, chi lo sa. Staremo a vedere. Le Forza agisce per vie misteriose, del resto. E, in sostanza, ci troviamo a difendere l'approccio di Abrams nei confronti del "suo" Star Wars.

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