Speciale Star Trek

Movieye incontra il "papà" di Lost e del nuovo Star Trek.

Speciale Star Trek
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Riuscirà JJ Abrams ad arrivare là dove nessuno è mai giunto prima?

Una stranamente soleggiata mattinata autunnale a Roma.
Uno dei cinema storici della capitale.
Una delle saghe di maggior seguito nella storia della fantascienza mondiale.
Uno dei registi più giovani, talentuosi e di successo di Hollywood.
Questi gli ingredienti principali della conferenza stampa per la presentazione in anteprima di alcuni spezzoni del nuovissimo Star Trek, tenutasi il 14 di Novembre al cinema Adriano, a Piazza Cavour.
Il film, l’undicesimo della saga, si è rivelato, con grande piacere da parte degli astanti, come una vera e propria rinascita, un’operazione di reboot fatta in grande stile e con ottimi mezzi.

“I sogni più grandi degli esseri umani riguardano ciò che non si può fare”

Dopo aver passato i severissimi controlli di sicurezza posti per evitare il diffondersi di nuove immagini e di filmati non autorizzati, e aver decisamente apprezzato il buffet di benvenuto, ci siamo accomodati in sala, dove ci è stato offerto il privilegio di assistere al nuovo e inedito trailer della pellicola.
Qui vediamo un giovanissimo e scapestrato James T. Kirk, appena adolescente, scappare da una pattuglia di polizia robotica alla guida di un’auto, per ritrovarsi, dopo una azzardata derapata, sul ciglio di un burrone.
Tanto basta per dare già un’idea del genio e della sregolatezza giovanile del protagonista, che ritroviamo cresciuto (ma di certo non ancora del tutto maturato) una decina di anni dopo alle prese con la scelta della sua vita: accettare di vivere una vita mediocre all’ombra del padre sulla terra, o arruolarsi nelle forze della Federazione e accettare la sfida di realizzare qualcosa di straordinario...
Il messaggio appare chiaro quindi dopo appena un minuto e mezzo: se ci si porta dietro un retaggio pesante con cui fare i conti, e si fatica a stare coi "piedi per terra", tanto vale allora forse tentare l'avventura di una vita piuttosto che vivere una vita meno che ordinaria...

“I mondi possono cambiare, le galassie disintegrarsi, ma una donna rimane sempre una donna”

Abrams non fa aspettare. Sembra anzi uno di noi, se non fosse che prende subito il microfono, sale sul palco e comincia a gesticolare, allegro, gioviale e pieno di verve come un novello Benigni.
“Grazie a tutti, e mi scuso in anticipo con la traduttrice se parlo troppo veloce”
È solo la prima delle opportunità che l’eclettico regista/produttore/sceneggiatore ci dà per sorridere di gusto.
Incalza infatti subito:
“Io per primo non ero un appassionato di Star Trek. Quanti di voi non sono fan di Star Trek? Alzate la mano... Bene, siete pregati di uscire dalla sala”
Il trabocchetto spiazza molti, ma lui torna subito in topic, proclamando che ha realizzato questo film forse più per quelli che come lui non adoravano già la serie originale quanto per le nuove generazioni, i “future fans” come li chiama lui.
Per essere una persona amante del mistero infatti, Abrams mette subito in chiaro molte cose.
“E sapete perché non ero un appassionato della serie? Di astronavi oramai ne abbiamo viste e continuiamo a vederne a migliaia sugli schermi, e sembra quasi che una valga l’altra. Mi sono chiesto, all’inizio della produzione, cosa avrebbe fatto la differenza. E mi sono detto che, inequivocabilmente, sarebbero stati i personaggi a rendere viva e appassionante quel mondo.”
“All’inizio non li sentivo miei, ma quando mi sono deciso e ho cominciato a mettere mani agli script, è stato tutto molto più facile”
L’attenzione ai personaggi, infatti, traspare subito, una volta viste le prime clip presentate, ben più dei classici panorami spaziali con maestose astronavi di sottofondo. Tutti i protagonisti appaiono subito ben delineati e dotati di un proprio singolare carisma, accentuato dal fatto che li vediamo in una versione decisamente più giovane ‘del solito’.
L’operazione di ‘svecchiamento’ infatti, è stata svolta con grande perizia, cercando di accontentare in tutti i modi possibili gli appassionati di vecchia data ma gettando un occhio a cosa può cercare (e trovare) la generazione di Harry Potter e di Twilight in un film come questo. La risposta è stata piuttosto semplice e dev’essere venuta naturale: un approccio accurato ma pieno d’effetto, personaggi vivi e attivi, un cast ad hoc ed una regia che sa ben mixare tutte queste cose e condirle con una sana dose di continue aspettative (quasi mai disattese) per le scene future.

“Non esiste un modo onorevole di uccidere, né un modo gentile di distruggere. Non c'è nulla di buono nella guerra. Eccetto la sua fine”

JJ Abrams è una delle menti creative dietro a grandissimi successi quali le acclamate serie televisive Alias e Lost, e al particolarissimo disaster movie Cloverfield, oltre ad essere stato il regista di Mission Impossible III. Per lui non è stato quindi un grosso problema rendere intrigante il concept dietro Star Trek, e inserire strepitose scene action.
“Il film è emotional ma è anche pieno d’azione”
Fra una chiacchiera e l’altra, JJ fa posto alla proiezione della sua visione del mondo di Star Trek. Quattro gli spezzoni mostrati alla stampa, appositamente selezionati per mostrare tanto l’emotional tanto quanto l’azione, ma anche sprazzi di umorismo e gli immancabili riferimenti alla continuity della serie, per rassicurare tutti che il “suo” Star Trek sarà ampiamente in canon, e non deluderà nessuno.
Cosa curiosa, tuttavia, non ci viene mostrata nessuna scena di combattimento fra astronavi. Considerata troppo banale da mostrare, o Abrams la tiene come in serbo come pezzo da novanta? Non ci è dato da sapere.

“Ho già una femmina di cui preoccuparmi. Il suo nome è Enterprise”

Nessun accenno alla trama vera e propria da parte di Abrams.
Tuttavia, è palese come il tutto sia incentrato sugli inizi della carriera dei vari protagonisti della serie classica, fornendo un’interpretazione interessante a certi loro comportamenti da adulti svelandone i retroscena. La minaccia vera e propria per i nostri, infatti, non sarà rappresentata solo dall’infido romulano Nero (Eric Bana) quanto anche dalla loro inesperienza, che li porta continuamente a lottare con sé stessi e a prendere decisioni difficili.
La prima scena, così come gran parte del trailer, è ambientata sulla terra del futuro. Più di duecento anni da oggi, eppure il nostro pianeta è ancora ampiamente riconoscibile, nonostante la tecnologia avanzata e la presenza di razze aliene qua e là. In un tipico bar americano, Kirk (Chris Pine) tenta di abbordare la bella Nyota Uhura (Zoë Saldaña), finendo però al centro di una rissa con alcuni cadetti. Il giovane si fa ben valere, ma soccombe alla forza dei numeri. A salvarlo sarà il provvidenziale aiuto del capitano Christopher Pike (Bruce Greenwood) che gli propone una via d’uscita dalla mediocrità della vita da teppistello disadattato ma dalle enormi potenzialità. Lo invita così a seguire le orme del padre.
Nella seconda scena assistiamo all’arrivo di Kirk sull’Enterprise e ai primi battibecchi con il mitico ufficiale vulcaniano Spock (Zachary Quinto), e a come James non riesca a stare lontano dai guai, ma al contempo si riveli provvidenziale grazie al suo talento.
La terza clip è una di quelle destinate a far parlare maggiormente di sé: in una scena che ricorda molto i Back to the Future di Robert Zemeckis vediamo Kirk che, per via di tutta una serie di situazioni, si ritrova da solo e incontra Spock anziano (interpretato dallo stesso Leonard Nimoy, lo storico attore che interpretava il vulcaniano nella serie anni ’60) e un Montgomery Scott (Simon Pegg) ancora logicamente ignaro del fatto che scoprirà in futuro tutto quello che c’è da sapere sul teletrasporto.
L’ultimo spezzone è risultato particolarmente accorato, in quanto trattasi di una missione di emergenza dove le potenzialità dei vari membri dell’equipaggio vengono bene messe in mostra. Dopo aver mostrato le attitudini della linguista Uhura e del Dott. Leonard "Bones" McCoy (Karl Urban), è ora difatti il turno anche per gli oriundi Hikaru Sulu (John Cho) e Pavel Chekov (Anton Yelchin) di dimostrare le loro abilità (l’uno in combattimento e l’altro alla console dell’astronave) in un momento particolarmente critico.

Cosa possono aspettarsi Trekkies vecchi e nuovi?

Dopo averci illustrato, in maniera molto simpatica ma anche significativa, il suo lavoro, Abrams ribadisce per l’ennesima volta quanto ami il nostro paese e quanto gli piace venirci con la propria famiglia. Promettendoci quindi di tornare la prossima primavera per il lancio del film, ci saluta, dandoci, alla fine, ben pochi “numeri” ai quali aggrapparci. Nessuno accenno a budget, post produzione, effetti speciali: a fare da padrone nella sua presentazione è stata quell’emotionality di cui vuole impregnare tutti i suoi personaggi.
Personaggi, bisogna dire, interpretati con maestria da un nutrito cast di attori che, seppur per la maggior parte giovanissimi e provenienti dal mondo dei serial tv, risultano assai credibili anche in una produzione hollywoodiana, dando anzi nuova freschezza a questo glorioso franchise che tuttavia negli ultimi anni aveva perso un po’ di smalto e di seguito.
Gli unici attori “di richiamo” sono infatti Eric Bana (Troy, Hulk), qui in veste di cattivo, e Winona Ryder, brava interprete di mille pellicole (anche di grandi nomi come Burton, Scorsese, Coppola) qui nei panni della madre del piccolo Spock.
L’attore scelto per interpretare il giovane Kirk, invece, è una simpatica faccia da schiaffi perfetta per il ruolo del futuro capitano. Dovrà stare attento, però a non farsi rubare la scena da Zachary Quinto, star di tantissimi telefilm (tra cui 24 e Heroes) e assolutamente perfetto nel ruolo di Spock.
Non ci resta che attendere, ora, il ritorno del caro Abrams in Italia, a Marzo, per scoprire quali altre sorprese ci riserva, nascoste nella stiva della USS Enterprise.

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