Speciale Speciale Dylan Dog - Il fumetto

Dylan Dog, indaghiamo sull'incubo

Speciale Speciale Dylan Dog - Il fumetto
Articolo a cura di

Si chiama Dylan, come il noto drammaturgo gallese (Thomas), somiglia a Rupert Everett, non beve, non fuma e s'innamora facilmente. Vive da ormai venticinque anni al numero 7 di Craven Road, a Londra, assieme al fidato assistente Groucho. Nella vita fa l'indagatore dell'incubo.
Di tutti i fumetti che hanno influenzato l'immaginario collettivo di lettori e non, Dylan Dog è senza ombra di dubbio tra i più quotati.
Nato dall'immaginazione dell'acclamato Tiziano Sclavi, l'investigatore dell'occulto accompagna la fantasia di migliaia di lettori ogni mese da più di un ventennio, vanta una serie invidiabile di avventure ai confini della realtà più di Twilight zone ed è esempio e riferimento per tutti i suoi appassionati.
In attesa del film ispirato al più singolare degli eroi, noi di Everyeye.it vi offriamo la prima di una serie di retrospettive dedicate al personaggio, al fumetto e alla trasposizione cinematografica.
Questa volta partiremo dagli albori, racconteremo del Dylan originale, quello cartaceo, figlio di Sclavi, Xabaras e i suoi mostri, ripercorrendo passo dopo passo le orme lasciate negli anni.

Chi è Dylan

Che siate lettori o meno vi sarete sicuramente imbattuti più di una volta nella figura di Dylan Dog, trentenne in giacca e camicia, astemio ed animalista, indagatore dell'incubo, più amico dei mostri che degli esseri umani. Nel corso di ormai 294 albi (senza contare spin off e crossover) Dylan ha vissuto un'interminabile serie di avventure, accompagnato ed istruito i suoi lettori su una visione del mondo più che pacifica, districandosi in un mondo dove le persone, in tutta la loro cupidigia, cercano di sopraffare buoni e cattivi al fine di soddisfare i propri irrinunciabili desideri. Sono da sempre gli umani i veri nemici di Dylan Dog, quelli che non hanno scrupoli, che non sanno amare, loro ed i piccoli mostri che li abitano, combatte le piccole mostruosità che ogni giorno spadroneggiano gli uffici pubblici e i vagoni dei tram. Sono però quelli più difficili da combattere.
Dylan è un uomo capace di amare, è un conquistatore che viene regolarmente scaricato dalle sue amate ed è uno di quelli che non si vergogna di piangere. Dylan è senza macchia, è lui il vero personaggio di finzione.
Io non sono né Groucho né Dylan, io sono i mostri, disse una volta Tiziano Sclavi. Forse nessuno lo aveva preso veramente sul serio, ma lì dentro c'era tutta l'essenza del fumetto, del personaggio e del suo significato.
Da sempre spalleggiato dal logorroico Groucho e dal fidato ispettore Bloch, Dylan persegue la sua lotta alla ricerca della verità sulle sue origini. Affidato in adozione ad un istituto cattolico fin dai primissimi mesi di vita l'indagatore dell'incubo ha solo vaghi ricordi del suo passato e la sua unica fonte di conoscenza è il demoniaco padre Xabaras, un tempo brillante scienziato, ora reietto senza emozioni a metà tra la vita e la morte.

Tiziano Sclavi

Se fossi un dittatore fucilerei tutti coloro che non sono gentili. Mi danno fastidio i soprusi

Praticamente è la chiave. Sono i mostri di Sclavi, sono le persone sgarbate, quelli che non rispondono ad un grazie e che guardano torvo, sono gli autori delle piccole violenze che formano l'uomo in un'ottica distorta. Sclavi ne farebbe a meno e siccome non può farlo riversa sulla china tutti quegli orrori e li racconta alla gente, la stessa gente autrice di quelle violenze che può, se vuole, essere d'accordo con lui.
Un uomo taciturno, profondamente solitario, vicino solo a sua moglie e ai mostri dei suoi romanzi. Come abbiamo già detto è proprio come i suoi mostri: reietti e diversi, lontani dal viscido opportunismo che per forza di cose plasma gli uomini fin dalla prima poppata e se Tiziano è i mostri e la gente (gente inteso nel suo senso più ampio e, se vogliamo, anche più banale) il suo nemico, Dylan sta nel mezzo, è per questo che è perfetto. Forse è l'umano ideale, in realtà non vuole sconfiggere i mostri, vuole solo conoscerli, sentirli vicini e comprendere magari le loro ragioni. Non a caso, nella maggior parte delle sue avventure i veri assassini sono gli stessi clienti dell'indagatore, bestie in carne ed ossa, ben vestiti e acconciati di tutto punto, sotto il vestito niente.
L'autore, purtroppo per noi, ha sceneggiato solo i primi numeri albi per poi allontanarsi sempre di più dal fumetto, dapprima come scrittore e successivamente come supervisore. La conseguenza è stata un impoverimento della serie che, ad oggi, non sembra accennare a riprendersi.

Il fumetto, lo stile

Ai suoi albori Dylan Dog era una vera e propria miniera d'oro. Oltre ai riferimenti culturali, provenienti da ogni forma d'arte, spingeva a riflessioni assai più interessanti della media dei fumetti pubblicati in giro per il mondo: potevamo godere riferimenti a Byron in un contesto chiaramente ispirato ad Hellraiser o Zardoz. La conoscenza più poliedrica era la formula perfetta, mista a delle sceneggiature che oscillavano sempre tra il brillante ed il geniale che, oltre a divertire, spingevano la curiosità dei lettori ben oltre le tavolozze del fumetto. E' proprio grazie a questo che moltissimi lettori hanno formato parte della propria cultura, attraverso il cinema, la cultura e la riflessione perché, sebbene parli di fantasmi ed orrore, Dylan Dog è un fumetto che educa al rispetto del prossimo, spinge verso il bene e rifugge la crudeltà.

I suoi amici

Dylan non è di certo abbandonato a se stesso, ma da eroe fuori dal comune quale è, anche i suoi collaboratori non sono da meno. Da sempre affiancato dall'assurdo assistente Groucho (non vi vengono in mente i fratelli marx?) Dylan si è salvato più volte le penne proprio grazie a lui. E' praticamente impossibile che Groucho non dica sciocchezze, faccia battute o citi qualche grande autore della commedia, è un uomo dall'invidiabile cultura ma che non ha alcun interesse a dimostrarlo. Appassionato di cinema ed accanito fumatore di sigaro sa essere, oltre ad un incontenibile giullare, anche un grande e fedele amico. Assieme a Dylan, Groucho è perennemente in bianco e del suo passato non si sa praticamente nulla.
Accanito detrattore di Goucho il burbero, ma di buon cuore ispettore Bloch: E' un pezzo grosso di Scotland Yard, la polizia londinese, amico fidato di Dylan. Anche lui gli è stato di grande sostegno quando l'indagatore dell'incubo si è cacciato (e questo è accaduto con estrema frequenza) nei guai.

La trasposizione cinematografica

Michele Soavi, ha girato la trasposizione di un noto libro di Tiziano Sclavi: Dellamorte Dellamore. Troppo spesso erroneamente chiamato "il film di Dylan Dog" la pellicola in questione era ispirata all'omonimo romanzo dell'autore e, nonostante gli evidenti riferimenti all'indagatore dell'incubo a cominciare dal protagonista, quel Rupert Everett servito come referente fisico per la rappresentazione del nostro, si trattava di tutt'altra questione.
Il film in dirittura d'arrivo nelle sale, invece, è la trasposizione ufficiale del fumetto, ma, a discapito della fedeltà, racconta un personaggio che con l'originale Dylan a poco con cui spartire. Più di ogni altra cosa, balza all'occhio l'assenza di Groucho che sarà senza ombra di dubbio un'assenza sentita anche per il meno appassionato della serie e spiegabile con dei prosaici motivi di gestione dei diritti d'immagine del più famoso dei fratelli Marx.
Ci siamo limitati in questa rubrica a parlare del fumetto, nei prossimi appuntamenti andremo ancora oltre, voi restate sintonizzati.

Che voto dai a: Dylan Dog - Il Film

Media Voto Utenti
Voti: 52
5.6
nd