Solo: A Star Wars Story, la nostra intervista al costumista Dave Crossman

In occasione dell'uscita in Blu-ray dello spin-off diretto da Ron Howard, abbiamo avuto modo di parlare dei look dei protagonisti con il diretto creatore.

Solo: A Star Wars Story, la nostra intervista al costumista Dave Crossman
Articolo a cura di

Solo: A Star Wars Story sembra destinato a rispecchiare anche in termini commerciali il suo nome. Al momento, infatti, in ben 41 anni di storia cinematografica del franchise, si tratta del "solo" e unico flop legato alla saga fantascientifica creata da George Lucas.
Le ragioni di un incasso mondiale inferiore ai 400 milioni di dollari sono varie, soprattutto legate al caos produttivo che ha generato un tran tran mediatico molto negativo intorno al progetto, con tutti i suoi difetti però il film di Ron Howard non è assolutamente da buttare.
Se pensiamo alle scene d'azione, lo spin-off ha effettivamente molto da offrire, così come nella costruzione dei vari mondi e delle razze aliene che popolano l'Universo starwarsiano. In termini prettamente artistici, lo sforzo produttivo non è assolutamente inferiore a quello di Rogue One: A Star Wars Story o della saga principale, e questo fa pesare ancor di più il flop al botteghino ai piani altri della LucasFilm e della Disney.
All'interno dell'ottimo comparto artistico, spiccano i costume designer Glyn Dillon - sorella minore del compianto Steve Dillon - e Dave Crossman, che avevano già collaborato insieme alla creazione dei look di Jyn Erso e compagni ribelli in Rogue One.
In occasione dell'uscita in Blu-ray e 4K Ultra HD di Solo: A Star Wars Story abbiamo avuto modo di intervistare proprio Crossman, che ci ha raccontato cosa significhi per lui far parte dell'Universo di Star Wars e le difficoltà insite nel suo lavoro.

L'occhio vuole la sua parte

Star Wars è probabilmente la saga sci-fi più amata dell'intera storia del cinema. In termini artistici, ha molti elementi ricorrenti, tra i quali spicca anche una certa cura e caratterizzazione dei costumi, specialmente se legati a figure importanti come quella di Han Solo. Quanto è stato difficile trovare un look che rispettasse il canone stilistico del personaggio e, al contempo, apparisse nuovo, moderno?
Quando il personaggio è stato presentato per la prima volta in Star Wars Episodio IV, io ero molto giovane, avevo appena 7 anni. Ovviamente al tempo il suo look non destava in me molte domande, ma ne rimasi molto affascinato. L'arte del costume design comunque in parte è molto simile al disegnare fumetti, perché concerne il creare qualcosa di fantasioso che possa dirsi originale, e specialmente con Solo l'obiettivo era questo. Non renderlo cool, ma avere un look originale.

Domanda inevitabile: qual è stato il costume che vi siete divertiti di più a creare? E poi quale, invece, è stato il più difficile?
Può sembrare ovvio, ma quello di Han Solo è sicuramente quello che ci siamo divertiti di più a creare. Il motivo è esattamente quella questione di originalità che ve ricercata in una figura tanto iconica. È stato il più divertente perché abbiamo impiegato molto tempo nel cercare il tessuto o il "taglio" che si adattasse a ogni parte del suo corpo, partendo dalla giacca e arrivando alla t-shirt, passando per le ginocchia e gli stivali. Ogni abito è divertente da creare, ma è questa caratterizzazione dettagliata al massimo che ci ha divertito molto con Solo. Il più difficile è stato invece L3, perché bisognava unire il nostro lavoro al look di questo particolare robot agli effetti digitali.
Come ci si sente a far parte di qualcosa di così grande, amato e importante come lo Star Wars Universe? Stiamo parlando di una saga che vive in parte delle aspettative dei fan. Anche nel vostro lavoro, sentite il peso specifico di queste aspettative sulle vostre spalle?
No, a dire il vero no, anzi. I fan molte volte si divertono a creare delle loro versioni dei costumi dei personaggi, ma soprattutto in Solo abbiamo avuto modo di sbizzarrirci perché nella maggior parte dei casi andavamo a lavorare su dei protagonisti inediti nella saga, nuovi, da modellare da zero per quanto riguardava il look. Con Solo abbiamo dovuto rispettare diversi canoni tipici del personaggio, ma anche in quel caso, la sua versione è più giovane, differente.

Lo Star Wars Universe è oggi composto da numerosi titoli che si diramano in media differenti, partendo dal cinema e arrivando fino alla TV, ai libri e ai fumetti. Qual è il suo titolo preferito nell'intero universo starwarsiano?
Non conoscono tutti i progetti legati ai diversi media, ma in termini cinematografici direi il primo Star Wars e L'Impero colpisce ancora. Questi due sono i miei preferiti e non riuscirei a sceglierne soltanto uno dei due. Però voglio aggiungere che per me Solo è in generale uno dei migliori film del franchise, perché si assiste a qualcosa di diverso, proprio com'è stato per Rogue One.

Che voto dai a: Solo: A Star Wars Story

Media Voto Utenti
Voti: 54
6.6
nd